giovedì 7 luglio 2022
Nel 2021 il 63% degli stage si è trasformato in occupazione stabile. Opportunità in più per chi va all'estero (uno su tre si trasforma in lavoro). Le novità introdotte con la legge di Bilancio
Uno stagista affiancato da una tutor

Uno stagista affiancato da una tutor - Archivio

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Quest'anno ricorre il 25esimo anniversario del tirocinio (o stage), introdotto il 24 giugno 1997 con la legge 196 (Pacchetto Treu). Anni che hanno determinato grandi cambiamenti nell’approccio al mondo del lavoro. Dall’adozione dello strumento del tirocinio, a favore dell’apprendimento e della formazione dei più giovani, finalizzata all’ingresso nel mondo del lavoro, molte cose sono mutate. Il tirocinio è uno strumento molto efficace per connettere chi cerca lavoro e chi lo offre, è una porta aperta che facilita i giovani nell’inserimento lavorativo. Il 2021 segna un record di attivazione di tirocini. Dopo la battuta d’arresto del 2020, quando a causa della pandemia il numero di tirocini extracurricolari attivati si era ridotto di circa un terzo rispetto agli anni precedenti e a livello numerico le attivazioni si erano fermate a 234mila, il 2021 riparte col botto (+40%). Il numero totale di tirocini è poco meno di 330mila: per la precisione 329.551. Sono più numerosi nelle regioni del Nord (oltre 185mila) rispetto al Mezzogiorno (quasi 87mila) e al Centro (57.500). Un vero boom di stage extracurricolari nel 2021 si è verificato in Piemonte (+50,3% rispetto al 2020), Toscana (+47,4%), Lombardia (+47,1%), Basilicata (+46,9%), Valle d’Aosta (+46,4%), Campania (+44,2%), Friuli-Venezia Giulia (+44,0%), Lazio e Liguria (+43,5%) e Marche (+42,6%). Invece in Calabria si registra solamente un +1,4% e in Sicilia solo un +29,3%. Per quanto riguarda la distribuzione delle opportunità per genere, dei 330mila stage del 2021 il 49,3% è stato a favore di donne e il restante 50,7% a favore di uomini. Inoltre nel 2021 il 63% degli stage si è trasformato in occupazione stabile (nel 2011 solo il 30% dei tirocinanti ha tramutato il tirocinio in occupazione) e il 53% di questi in contratti di apprendistato. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale Anpal, infatti, dal 2014 a oggi sono stati svolti oltre 2,1 milioni di stage. «Negli ultimi 25 anni abbiamo assistito a una notevole evoluzione dei processi di inserimento nel mondo del lavoro e si sono raggiunti grandi risultati in termini occupazionali - spiega Marina Verderajme, presidente nazionale di Gidp/Hrda -. Il tirocinio rappresenta sempre più uno strumento imprescindibile per acquisire le giuste competenze che il complesso mondo del lavoro di oggi richiede». Gli anni ci hanno dunque fatto capire come il tirocinio sia uno strumento ottimo e si può forse dire insostituibile per collegare il mondo dei giovani a quello del lavoro che spesso non hanno una comunicazione fluida e continuativa. Nel tempo, inoltre, ha avuto una crescita esponenziale: dal 2011 al 2021 siamo infatti passati da circa 7mila a più di 13mila stage attivati, nello specifico nel 2021 sono stati 13.326.

La legge di Bilancio e la riforma del tirocinio

Riconoscimento di una congrua indennità ai tirocinanti, obbligo di comunicare al ministero del Lavoro l’attivazione degli stage, sanzioni per l’uso fraudolento dello strumento in sostituzione di rapporti di lavoro. Sono queste le novità già applicabili della riforma dei tirocini contenuta nella legge di Bilancio 2022 (legge 234/2021, articolo 1, commi 721-726). La riforma deve essere completata con l’adozione di nuove linee guida sui tirocini extracurriculari da parte della Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regioni. «È fondamentale continuare a sostenere lo stage, che rappresenta un’ottima opportunità complessiva. È altresì importante migliorare alcuni aspetti, non da ultimo aumentare la tutela dei tirocinanti ed evitare che qualche datore di lavoro usi impropriamente tale strumento - precisa Verderajme -. Sicuramente le norme contenute nella legge di Bilancio, relative alla circoscrizione degli stage extracurricolari solamente ai soggetti con difficoltà di inclusione sociale, arrecherebbero un grave danno ai giovani che cercano di farsi strada nel mondo del lavoro». Dalle nuove indicazioni, infatti, sono esclusi i tirocini curriculari promossi da Università, istituzioni scolastiche, Centri di formazione professionale e Fondazioni di istruzione tecnica superiore. Restano fuori dalla riforma anche i tirocini previsti per accedere alle professioni ordinistiche e ai periodi di pratica professionale; i tirocini transnazionali svolti all’estero o presso un ente sovranazionale e i tirocini rivolti ai cittadini esterni ai Paesi dell’Unione europea promossi all’interno delle quote di ingresso.

I tirocini all'estero

Hanno tra i 18 e 20 anni (84,53%), vivono stabilmente in Italia (95%), principalmente al Nord (52,71%) e al Centro (27,75%), nella maggior parte dei casi (63%) sono donne, possiedono un livello educativo complessivamente medio-alto: il 52,2% ha ottenuto il diploma quinquennale scolastico e il 19,6% il diploma di tecnico superiore (Its), sono studenti a tempo pieno (67,5%) e frequentano un corso di terzo livello (12,4% Its, 59,9% corso di laurea triennale, 6,5% corso di laurea specialistica a ciclo unico). Vanno all’estero per studiare, ma anche per fare nuove esperienze, un tirocinio lavorativo che per uno su tre si trasforma anche in un vero e proprio lavoro. Sono i risultati dell’indagine Inapp “sulla mobilità transazionale e le imprese” che fotografa il mondo Erasmus+ nel nostro Paese. L’Inapp ha ricevuto nel 2022 ben 457 proposte progettuali per la mobilità individuale ai fini di apprendimento (registrando un incremento del 35% rispetto al 2021) nonché 195 candidature per lo sviluppo di partenariati per la cooperazione, a fronte di una dotazione finanziaria per questo anno di circa 60 milioni di euro per il settore istruzione e formazione professionale. Se poi si prende in considerazione il periodo dal 2014 ad oggi, 5.565 i progetti presentati in Italia per il settore istruzione e formazione professionale, in particolare 3.432 di Mobilità (di cui 1.050 finanziati) e 2.133 di Partenariati Strategici e Partenariati per la Cooperazione (di cui 365 finanziati). Significativo si conferma l’investimento della Commissione europea e degli Stati membri dell’Ue che hanno messo a disposizione dell’Italia, nel periodo 2014-2022, una dotazione finanziaria Erasmus+ che supera i 415 milioni di euro per le azioni decentrate del settore istruzione e formazione professionale gestite da Inapp. «Con circa 53mila partecipanti alle esperienze di mobilità transnazionale realizzate dal 2014 a oggi, l’Agenzia nazionale Erasmus+ Inapp conferma di aver raggiunto importanti risultati nel segmento istruzione e formazione professionale del Programma – dichiara il presidente dell’Inapp Sebastiano Fadda – apportando, con alcuni dei progetti finanziati quest’anno, un contributo rilevante al tema della European Vocational Skills Week 2022 dedicata al contributo di Erasmus+ alla transizione verde, in linea con l’attenzione dedicata dalla Commissione europea a rispondere alle sfide del cambiamento climatico attraverso lo European Green Deal». I dati raccontano infine un risultato estremamente positivo in termini di inclusione: nel periodo 2014-2020 il programma Erasmus+ ha consentito il coinvolgimento nei progetti di mobilità finanziati, da parte dell’Agenzia Inapp di circa 8mila soggetti con minori opportunità ovvero il 10,7% del totale dei partecipanti registrando un significativo incremento nelle ultime annualità. «Lo stage è un trampolino di lancio per la vita lavorativa - sottolinea Massimo Gaudina, direttore della rappresentanza a Milano della Commissione Europea -. Per questo la Commissione europea offre opportunità come il tirocinio Blue Book, straordinaria occasione per scoprire dall’interno le istituzioni europee, e promuove azioni per l’occupazione e la crescita professionale come la European Skills Agenda e l'Alleanza europea per l'apprendistato».

Sanofi e il concorso letterario per candidarsi

Sanofi, multinazionale del settore farmaceutico con tre stabilimenti produttivi e due sedi in Italia, offre un’opportunità inedita, aperta ai giovani neolaureati, per accedere a uno stage extracurriculare nell’ambito delle relazione istituzionali. La ricerca e valutazione dei candidati, infatti, non avverrà attraverso il classico colloquio, ma tramite la presentazione di un elaborato nell’ambito della X edizione del Premio Letterario Angelo Zanibelli “La Parola che cura”, concorso ideato e promosso da Sanofi che premia le storie dei pazienti e di chi se ne prende cura con l’obiettivo di sostenere l’importanza e il valore della narrazione come strumento terapeutico e sociale e sensibilizzare il pubblico sui temi della salute e della sanità. Un iter di selezione non tradizionale che punta a valutare il pensiero analitico, la capacità di indagine e di approfondimento dei giovani neolaureati, chiamati a produrre un elaborato sul tema Il valore del partenariato pubblico-privato”, da sottoporre entro il 15 settembre 2022: l’autore più meritevole sarà inserito come tirocinante presso il Dipartimento di Public Affairs di Sanofi Italia e collaborerà con un Tutor aziendale, in supporto ai progetti con le Istituzioni nazionali e regionali. Informazioni e regolamento del bando sul sito: www.premiozanibelli.it.

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