martedì 31 ottobre 2023
Il nuovo modello 100% a batteria e il polo di ricarica creato da Autosantoro. Crespi: "Si naviga a vista ma indietro non si torna"
La nuova Kona elettrica davanti al concessionario Autosantoro di Salerno

La nuova Kona elettrica davanti al concessionario Autosantoro di Salerno - Emanuele Brambilla

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Forse ci sarà un giorno in cui la mobilità sarà tutta elettrica e si potrà anche dire che “tutto il resto è noia”, come cantava Franco Califano, poeta scomodo e controverso dei sentimenti in musica. Oggi però l’auto elettrica deve ancora fare i conti con la realtà: se da una parte è amore, lo dicono le scelte nordeuropee che hanno giurato profonda fedeltà alla propulsione completamente elettrica EV (ma le reazioni della clientela tedesca di fronte alla chiusura degli incentivi in materia sono un segnale), in Italia l’elettrico è cultura di pochi come confermano le cifre. Però c’è chi ha preso la svolta elettrica come occasione di crescita, manifesto di cultura diversa.

Sotto il segno di Hyundai ad esempio è nato a Salerno il primo polo elettrico per auto EV, un HUB di mobilità futura realizzato all’interno di Autosantoro. Al di là degli impegni tradizionali di vendita, assistenza e altro, il polo elettrico della concessionaria salernitana è diventato un punto di riferimento per il Sud Italia e per la clientela estera: "Abbiamo creato un vero e proprio HUB per la diffusione della cultura elettrica in una delle nostre sedi - spiega Vincenzo Santoro, che ha tracciato nuovi orizzonti per la Concessionaria Autosantoro Hyundai aperta dal padre nel lontano 1968 - dove già siamo stati precursori di una mobilità alternativa, con GPL e trasformazione degli impianti in tempi lontani. Oggi siamo un avamposto green innovativo, perché crediamo profondamente nella sfida elettrica".

Mentre la presenza di infrastrutture nel Centro-Sud Italia resta inadeguata, l’hub elettrico di Salerno offre molto, anche perché la Costiera Amalfitana, e comunque il Cilento, registrano una massiccia presenza annuale di turismo: "E in particolare di clientela straniera che ricarica o richiede vetture elettriche a noleggio. Qui da noi trova assistenza e noleggio, ma soprattutto la ricarica 24 ore su 24, ultra-fast: abbiamo 9 linee, 6 aperte al pubblico giorno e notte, 2 da 300 kWh per la ricarica rapida. Con le nuove Hyundai e la Kona EV offriamo autonomie che vanno da 350 a oltre 500 km, fin oltre 600 km su percorsi urbani e guida adeguata".

Hyundai Italia ha scelto il polo di Salerno per il lancio della nuova Kona completamente elettrica, nata con un progetto EV dedicato alla nuova mobilità, esteso poi al resto della gamma. "Da noi l’elettrico stenta, ma non è solo una questione di scelte, di cultura e di costi, forse un po’ tutto - spiega Andrea Crespi, presidente e Ceo di Hyundai Italia -. Dopo le difficoltà del Covid, il nostro mercato è in ripresa con una crescita costante, siamo il settimo brand italiano anche se ci saremmo aspettati più quota di mercato di cui manteniamo più del 3%. Una difficoltà legata al post Covid, ad aspetti operativi, non ultimo la logistica perché siamo stati rallentati nelle consegne: un problema legato agli scarichi, le navi erano costrette ad attese impreviste e a cambi di porto per evitare l’allungamento dei tempi. I trasportatori non possono perdere giornate in attesa di scaricare la merce. Sovente sono stati cambiati i porti, questo ha portato rallentamenti, ritardi, difficoltà nella tempistica, un inevitabile aggravio di costi".

Inoltre l’approccio italiano all’elettrico non è dei più semplici...

"Siamo in ritardo, anche nella transizione verso l’elettrico: da noi il mercato in un anno è passato dal 3,7 al 3,9%, 46 mila unità. Non abbiamo vetture piccole che rientrino nell’Ecobonus, il mild-hybrid va considerato alla stregua di un motore termico. Il mercato dell’elettrico in Italia dice che più di 1 su 4 vetture sono Tesla, poco più di 1 su 5 sono del segmento A".

Siamo a un punto di stallo?

"In realtà siamo a un punto di non ritorno perché le aziende hanno investito molto per entrare nell’evoluzione elettrica richiesta a livello normativo. E non possono buttare via tutto per tornare indietro. Si tratta di cambiare mentalità, di creare una cultura dell’elettrico, di incentivare la riconversione di una filiera produttiva: cosa impedisce all’Italia di essere leader, nel design come nella componentistica in cui siamo sempre stati bravissimi. Ovviamente non devi più produrre valvole ma fare altre cose".

Cosa serve subito?

E’ necessario cambiare tutto e per riuscirci bisogna accompagnare il consumatore nel capire la trasformazione elettrica e nel supportarlo con servizi e incentivi. Serve una pianificazione, altrimenti le grandi città vanno da una parte e le piccole dall’altra: serve una strategia univoca a cinque-sei anni, il supporto politico. All’estero i miei colleghi sanno già cosa li attende dal primo giorno del 2024, quali siano incentivi e normative, qui navighiamo a vista per il prossimo anno".

Quali gli scenari ipotizzabili?

"Non bisogna guardare all’indietro o a combustibili che non esistono, guardiamo al futuro per essere leader nella gestione di questa transizione, poi ci vuole tempo per accompagnare i consumatori ad andare sull’elettrico, magari passando dal full hybrid. Ma ci vuole una strategia, perché dove c’è funziona. Sono molto fiducioso, i prodotti stanno compiendo passi da gigante, l’assistenza anche, basta guardare il significativo aumento dei punti di ricarica nell’ultimo anno, impensabile fino a qualche anno fa. Le nostre auto ricaricano in tempi irrisori, in autostrada recuperi 350 km in un quarto d’ora, questi sono messaggi positivi: in primis Hyundai ma anche tutti gli altri costruttori hanno le carte in regola per metter in campo prodotti che ci facciano percorrere al meglio questa transizione".

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