martedì 11 febbraio 2020
Nel 2018 il numero dei "green job" in Italia ha superato la soglia dei tre milioni. Operano in questo ambito circa 3.100.000 lavoratori, il 13,4% del totale
Il futuro del lavoro è sempre più "verde"
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Rappresentano il 13,4% (Fonte dati: ultimo rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola e Unioncamere) del totale in Italia e aumentano di anno in anno. Si tratta dei green job, ovvero tutte le opportunità che sono legate al mondo della green economy. Un settore che sembra proprio non conoscere crisi, con contratti stabili, retribuzioni più alte della media di mercato e con professionisti tra i più specializzati e tra i più difficili da trovare.

«Il 2019 – dichiara Davide Boati, Executive Director di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – ha confermato, senza alcun dubbio, che l’attenzione alla tutela ambientale è cruciale per affrontare le sfide del futuro, per le aziende di ogni tipologia e dimensione. Dopo un periodo di stasi dell’intera filiera, gli operatori del mercato green stanno nuovamente aprendo le porte a ricerche e selezioni. La motivazione è legata essenzialmente al costo ridotto dei progetti, che rende sostenibile in grid parity anche impianti prima non in grado di garantire Irr positivi. I primi a valutare concretamente ampliamenti delle proprie strutture organizzative sono stati i produttori di componenti (moduli e inverter), trainati da un mercato europeo in sviluppo maggiore rispetto a quello italiano. Ma anche nel nostro paese, in realtà, si sono registrati aumenti di richieste, da parte di aziende multinazionali o player di medio-grande livello, di personale qualificato».

I profili più richiesti. Sono sicuramente i business developer, il cui obiettivo è quello di identificare nuovi progetti (a terra o su tetto) attraverso la selezione di autorizzazioni già attive o in molti casi da realizzare ex novo, i profili ad avere maggiori opportunità in questo momento.

«Ma non dobbiamo pensare – aggiunge Boati – al commerciale dei 15 anni fa. Si tratta, in realtà, di profili con spiccate doti di project management, in grado di identificare e massimizzare le opportunità presenti sul mercato, ma anche di seguire l’intero iter autorizzativo fino alla conclusione e all’avviamento del progetto. Le retribuzioni, per questi professionisti, sono molto interessanti: profili che abbiano maturato dai tre ai cinque anni di esperienza nel settore possono guadagnare anche tra i 55mila e i 65mila euro lordi all’anno, a cui possono aggiungersi bonus e benefit aziendali, come per esempio l’auto».

Non mancano poi, buone opportunità, anche per profili di manutenzione – che possono arrivare a toccare retribuzioni fino a 40mila euro lordi all’anno – e di progettazione. Ed è proprio all’interno degli uffici tecnici green che troviamo peculiarità di settore: la crescita - dal ruolo di progettista a quello di project engineer - è generalmente molto più rapida rispetto ai colleghi di uffici tecnici dei settori manifatturieri ed è sempre più frequente la presenza di donne che ricoprono questi ruoli, un tempo esclusiva della popolazione maschile. Le retribuzioni variano per area geografica e oscillano dai 25mila euro lordi anno per le figure junior fino ai 45mila euro lordi anno per i profili con più esperienza.

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