martedì 7 gennaio 2020
La start up - costituita alla fine del 2017 - è attiva nel campo della finanza per l'istruzione con lo scopo di rendere le risorse accessibili agli studenti di Università e scuole
Tra diritto allo studio e prestito di merito
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«Non puntiamo solo a sbloccare le risorse finanziarie per gli studenti, ma vogliamo fornire supporto necessario per investire in loro stessi, non solo per conseguire una formazione di alto livello, ma anche per insegnare a credere nelle proprie capacità per essere competitivi nel lavoro del futuro. Crediamo nel diritto allo studio e soprattutto nelle persone che investono nell'istruzione e la considerano un'ascensore sociale, un'opportunità per crescere umanamente e professionalmente». Paolo Cuniberti, fondatore di Habacus, ne è convinto. La sua è una start up innovativa costituita alla fine del 2017 e attiva nel campo della finanza per l'istruzione con lo scopo di rendere le risorse finanziarie accessibili agli studenti di Università e scuole professionalizzanti, per promuovere l'istruzione di alto livello come motore dell'innovazione e crescita delle persone. Si rivolge a un pubblico di circa tre milioni di studenti in Italia e collabora con Atenei, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam), Istituti tecnici superiori (Its) e scuole superiori specializzate, come la Scuola per piloti di Alitalia, ed enti formativi all’estero. Gli studenti vengono accompagnati passo dopo passo: nella richiesta del prestito, nella produzione della documentazione necessaria, nella gestione delle procedure amministrative, nel monitoraggio del percorso di finanziamento.

«Ci poniamo come interlocutori privilegiati tra l’ecosistema universitario e il mondo della finanza - spiega Cuniberti -. Siamo il primo certificatore in Italia della performance accademica degli studenti, che, attraverso una piattaforma di proprietà, monitora e analizza i dati sull’andamento scolastico dei candidati per garantire l’accesso al credito. Per ottenere la certificazione da parte di Habacus non conta la media scolastica dello studente bensì la costanza e la puntualità nel rispettare gli impegni e le tempistiche accademiche. Al centro sta la responsabilità dello studente: per candidarsi e ottenere il bollino di qualità è sufficiente infatti avere la residenza in Italia, non è di alcuna rilevanza la cittadinanza dello studente, così come sono irrilevanti il reddito o la condizione sociale di partenza nella valutazione complessiva del candidato. Il nostro non è un prestito d'onore, ma di merito».

A differenza degli altri Paesi, in cui il prestito per lo studio è ormai una realtà consolidata, con una percentuale di richiedenti che varia dal 25 al 40%, in Italia risulta ancora poco diffuso e occorre favorire un cambio di paradigma culturale. In pochi mesi di operatività, da febbraio 2019, la start up ha già erogato oltre 3mila certificazioni con un massimale di 50mila euro a studente, previa valutazione dei requisiti di accesso. Un risultato incoraggiante e in crescita costante. Anche dal punto di vista della ricerca di personale.

«Contiamo nove dipendenti - conclude il fondatore -. Abbiamo uffici italiani a Milano e Treviso e un ufficio estero a Londra, collaboriamo con 130 istituti tra Università, Afam, Its e scuole superiori specializzate e 220 enti formativi all’estero, siamo in contatto con le principali associazioni studentesche d’Italia. In questo momento abbiamo bisogno di consulenti negli ambiti Ict-tecnologico, commerciale e finanziario. È stata avviata una collaborazione strategica con Intesa Sanpaolo per l’erogazione di Per Merito. Il finanziamento offre agli studenti l’accesso - senza dover fornire garanzie personali o familiari - a una linea di credito a tasso fisso, pari al 2%: fino a 5mila euro l’anno per i fuori sede e 3mila euro per chi studia in sede, per cinque anni, per coprire spese di studio, mobilità, residenza e periodi formativi all’estero. Per università all’estero o master si può arrivare fino a un massimo di 50mila euro. La restituzione può iniziare anche due anni dopo la laurea, “periodo ponte” nel quale il giovane può trovare lavoro senza l’assillo delle rate; è inoltre possibile restituire il credito fino a 30 anni».

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