sabato 8 maggio 2010
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Il problema non è il deprezzamento dell’euro, ma la mancanza di coesione tra i 16 Paesi che hanno adottato la moneta unica. Almeno secondo l’economista Daniel Gros, direttore del Centro studi di politica europea (Ceps) di Bruxelles. Quali errori hanno commesso i Paesi europei?Il primo errore è stato fatto nel 2004, quando Germania e Francia si sono messe d’accordo per allentare le regole patto di stabilità. Il secondo errore è stato non guardare da vicino le cifre che venivano dalla Grecia. I mercati e le agenzie di rating dicevano che andava tutto bene. I mercati hanno fatto troppo, come sempre. Prima danno troppo, poi non danno più niente. Un Paese prudente lo sa. La Grecia l’ha dimenticato.Qual è stato il ruolo delle agenzie di rating in questa crisi?In passato sono stato molto critico riguardo al ruolo che le agenzie di rating hanno avuto nella vicenda dei mutui subprime. In quel caso, c’era un chiaro conflitto di interessi: le agenzie di rating avevano dichiarato «tripla A», cioè super-affidabili, i mutui americani ad altissimo rischio. Ma la situazione di rischio sovrano che oggi riguarda la Grecia è totalmente diversa e credo che ilruolo delle agenzie sia assolutamente secondario. In questo caso si sono solo svegliate troppo tardi, mentre il mercato le ha anticipate. Lo spread dei titoli di Stato greci, cioè il differenziale di rendimento rispetto a quelli tedeschi più affidabili, è aumentato ben prima che le agenzie decidessero di declassare il voto sull’affidabilità del debito di Atene, Lisbona e MadridQuali possono essere gli effetti del forte deprezzamento dell’euro?Sul mercato dei cambi la moneta unica si deprezza nei confronti del dollaro, ma questo ha un effetto positivo, perché aiuta le esportazioni. Il vero problema è che nella zona euro non c’è più coesione. A questo riguardo la domanda è una: la zona euro può essere tenuta insieme o no? Ora, la Spagna è un Paese sistemico, vale a dire un peso massimo. Se uscisse la Spagna, l’euro non terrebbe. Grecia e Portogallo, invece, non sono Paesi sistemici.Negli ultimi tempi si è parlato spesso dei signori del credito che muovono miliardi contro gli Stati a rischio. Qual è il peso della speculazione nella crisi ellenica?Chiunque non compra bond greci, in questo momento, specula contro. Detto questo, ci sono hedge fund (i fondi di investimento speculativi, ndr) che credono di sapere che la Grecia fallirà e, quindi, vendono titoli di stato ellenici anche se non li hanno. Ma questo comportamento non può avere nessun effetto sulla crisi in corso, perché la Grecia non ha bisogno di soldi dal mercato.Cosa si attende dal vertice straordinario dei leader dell’area euro?Non vedo nessuna decisione concreta all’orizzonte. Del resto la riunione di ieri è stata convocata per uno scambio di vedute. Non è lecito aspettarsi troppo.
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