giovedì 12 dicembre 2019
Accordo firmato tra ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e Barilla. Nel 2020 ne saranno acquistate 120mila tonnellate in più; 40 milioni di euro per i contratti di filiera
Grano duro, più tutele e occupati con il protocollo d'intesa
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Nel 2020 il Gruppo Barilla acquisterà 120mila tonnellate in più di grano duro italiano, il +20% rispetto a oggi, raggiungendo le 800mila tonnellate per un valore di oltre 240 milioni di euro l'anno. Inoltre sottoscriverà contratti di filiera per almeno il 70% delle proprie forniture, garantendo una premialità adeguata agli agricoltori. Sono alcuni degli impegni assunti dal Gruppo di Parma nel protocollo d'intesa firmato questa mattina al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali da Teresa Bellanova e il vicepresidente Paolo Barilla. Attualmente il Gruppo acquista 680mila tonnellate di grano duro italiano in 13 regioni. «Grande soddisfazione oggi per la sottoscrizione di questo protocollo triennale che va a vantaggio dell'intero sistema agroalimentare italiano - spiega la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova -. Lavoriamo per rafforzare davvero l'intera filiera e dimostriamo che intervenendo sull'innovazione e sulla ricerca nel nostro Paese possiamo avere materie prime di altissima qualità che ci mettono nella condizione di poter dare ai consumatori italiani e degli altri Paesi un prodotto di eccellenza. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno a realizzare tutti i punti stabiliti nel protocollo. Il ministero farà la sua parte con i 40 milioni di euro destinati fino al 2022 a sostegno dei contratti di filiera».

«Oggi siamo in grado di aumentare i nostri acquisti di grano
italiano di quasi il 20%, trovandolo nella giusta quantità e qualità grazie a molti anni di lavoro e ricerca sulla filiera», sottolinea Paolo Barilla nel puntualizzare che «Barilla sceglie da sempre i migliori grani del mondo per la propria pasta». «Il protocollo con il ministero - ha aggiunto - rafforza il nostro impegno e quello delle istituzioni a investire sull'agricoltura italiana e sui territori, favorendo lo sviluppo di un grano duro nazionale di qualità e sempre più sostenibile. Inoltre garantirà i posti di lavoro per un triennio per tutta la filiera e per l'indotto».

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