mercoledì 17 giugno 2020
Secondo Adecco, l’Italia è valutata meno negativamente di Spagna e Regno Unito nonostante il difficile contesto economico di partenza
Un operaio alla catena di montaggio

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Una ricerca pubblicata da The Adecco Group ha messo a confronto i diversi modi in cui 12 Paesi a livello globale hanno affrontato le criticità del mercato del lavoro e le conseguenze economiche della pandemia da Covid-19. Lo studio raccoglie i dati di Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Dall’analisi degli indicatori macroeconomici di 12 Paesi è emerso che le nazioni che hanno introdotto più velocemente considerevoli pacchetti di stimoli economici e che hanno implementato efficacemente misure di sostegno per i dipendenti hanno avuto un maggior successo nel limitare i danni che il Covid-19 ha causato al mercato del lavoro e all’economia. Svizzera, Svezia e Germania presentano le previsioni economiche più favorevoli. La loro strategia si è basata sull’introduzione di programmi di lavoro a orario ridotto e su un notevole stimolo economico (fino al 10% del Pil in Svizzera e all'8% del Pil in Germania). Spagna e Regno Unito, al contrario, presentano indicatori economici meno positivi. Il Paese iberico dovrebbe registrare il più pronunciato calo del Pil tra i Paesi analizzati, mentre il Regno Unito si colloca tra i peggiori in termini di tasso di disoccupazione, che dovrebbe quasi raddoppiare rispetto ai livelli pre-crisi.

Per quanto riguarda l’Italia, dalla ricerca del Gruppo Adecco emerge come il nostro Paese sia stato capace di stabilizzarsi dopo aver subito il grave impatto a livello sanitario della prima ondata della pandemia in Europa. L’introduzione di un ingente pacchetto di misure macro-economiche e il ricorso alla cassa integrazione per proteggere i lavoratori dei settori impattati dal lockdown hanno permesso di contenere momentaneamente la disoccupazione, generando un cauto ottimismo nei confronti della gestione economica della crisi.

«L’emergenza sanitaria ci ha colpiti duramente, sconvolgendo le nostre vite a livello umano e professionale – spiega Andrea Malacrida, Country Manager The Adecco Group in Italia -. Ora che la pandemia, almeno nel nostro Paese, risulta maggiormente sotto controllo, ci rendiamo conto che siamo solo all’inizio di una profonda crisi economica. Aver messo in atto in maniera tempestiva misure socio-economiche forti è stato fondamentale per limitare i danni, ma adesso occorre gettare basi più solide per tutelare l’occupabilità dei lavoratori in futuro. Come Gruppo Adecco ribadiamo spesso l’importanza di offrire corsi di formazione a tutti coloro che stanno subendo o subiranno uno stop lavorativo e di garantire una maggiore flessibilità alle aziende per facilitarne la ripresa. Questa è l’occasione per mettere in atto riforme strutturali a beneficio di tutti gli attori indipendentemente dall’emergenza sanitaria».

Sulla base dei risultati del report, si suggerisce ai policy-maker di tenere in considerazione i seguenti punti:

  1. Essere reattivi: i Paesi che hanno risposto prontamente mettendo subito in atto un pacchetto di stimoli economici sono riusciti ad affrontare meglio la situazione.
  2. Sostenere l'occupazione: la cassa integrazione e altri programmi simili a orario di lavoro ridotto hanno fatto sì che le persone continuassero a lavorare, evitando licenziamenti di massa.
  3. Mantenere l'attività economica: ogni settimana di blocco delle attività economiche aumenta esponenzialmente l'impatto negativo, riducendo il potenziale per una ripresa dell’economia.
  4. Cooperazione dei decison-maker: i Paesi con un modello di dialogo sociale basato sulla negoziazione piuttosto che sul confronto, mostrano risultati migliori e una maggiore fiducia nel processo politico e nel sentiment dei consumatori.
  5. Concentrarsi sul sostegno finanziario ai beneficiari: le imprese e i lavoratori di molti Paesi non hanno ancora ricevuto il sostegno promesso, come indicato nei rispettivi pacchetti di stimolo.

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