venerdì 31 marzo 2017
La modifica nel 2015 a una direttiva europea permette ai Paesi membri di proibire prodotti geneticamente modificati
Gli Stati Ue possono vietare gli Ogm
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Non si può vietare un prodotto geneticamente modificato se non si può dimostrare il rischio per la salute. O meglio non si poteva, perché la legge è cambiata. Si può ben dire che l’opinione pubblicata ieri dall’avvocato generale Michal Bobek della Corte di giustizia Ue ingenera una certa confusione, che val la pena di chiarire. Non è una sentenza, attenzione, anche se il più delle volte poi i giudici di Lussemburgo seguono l’opinione dell’avvocato generale.

Al centro è l’Italia, che nel 2013 chiese alla Commissione Europea di vietare con provvedimento d’urgenza la coltivazione del mais geneticamente modificato MON 810, prodotto dalla multinazionale Usa Monsanto. Allora la Commissione rifiutò, sostenendo che non vi erano prove scientifiche che dimostrassero la pericolosità del prodotto. L’Italia però andò avanti, e varò un decreto ministeriale, sulla cui base nel 2014 furono condannati alcuni coltivatori che aveva sfidato il divieto. In realtà, è una storia del tutto superata, visto che nel 2015 la direttiva è stata modificata e oggi è permesso agli Stati membri di vietare prodotti geneticamente modificati – per qualsiasi ragione – anche se autorizzati a livello Ue.

Un divieto, peraltro, in vigore al momento in 19 stati tra cui l’Italia. Secondo l’avvocato generale, però, conta il fatto che l’Italia decise prima della nuova direttiva, e dunque la si può accusare di aver violato le norme Ue. In linea generale, sostiene Bobek, l’articolo 34 del regolamento dell’Unione sugli alimenti e ai mangimi ogm prevede che gli stati membri possano «adottare misure di emergenza riguardanti alimenti e mangimi geneticamente modificati solo se siano in grado di dimostrare, oltre all’urgenza, l’esistenza di una situazione di rischio manifesto e grave per la salute umana, per la salute degli animali e per l’ambiente». Alla Commissione – che ieri non ha però voluto commentare – fanno capire che, anche se i giudici di Lussemburgo seguiranno il parere dell’Avvocato generale, si tratta ormai di un puro principio astratto senza particolari conseguenze (se non per i condannati del 2014), vista la modifica della direttiva del 2015. Semmai, proprio l’opinione di Bobek fa capire quanto sia stata cruciale quella modifica, che ha dato agli stati membri la libertà di decidere. In tempi di populismi ed euroscetticismo dilagante, una Bruxelles che impedisce agli Stati di vietare gli ogm sarebbe decisamente controproducente.

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