mercoledì 28 ottobre 2015
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C’è chi sostiene, come il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che la Finanziaria 2016 sblocchi investimenti e finanziamenti pari a 11 miliardi di euro e di cui 7 destinati al Mezzogiorno. Ma contemporaneamente – dalle forze d’opposizione fino alla Cgil – si registrano pareri del tutto divergenti. La sintesi delle tesi antigovernative sulla legge di Stabilità è che il Sud sia il grande assente della manovra. Forse la verità sta nel mezzo. È innegabile, infatti, che dopo l’annuncio estivo del premier di un masterplan meridionale, ci si aspettassero fiumi di risorse e misure choc - dalla fiscalità di vantaggio agli incentivi per l’occupazione – da circoscrivere all’area più in difficoltà del Paese. Ma dire che il provvedimento sia stato impostato escludendo il Sud appare una valutazione eccessivamente severa. Perché alcuni interventi a livello nazionale (dal potenziamento del welfare aziendale agli sconti alle imprese per l’acquisto di macchinari) sembrano essere stati 'pensati' soprattutto per il Mezzogiorno. Le norme mirate alla parte bassa dello Stivale si limitano a un budget da 450 milioni di euro (150 quest’anno) che dovrebbe servire per chiudere la ferita della Terra dei fuochi, allo stanziamento finale per la Salerno-Reggio Calabria e a incrementare il fondo di garanzia Ilva. L’esecutivo, però, è convinto di aggiungere nuovi investimenti attraverso altre 'fonti'. Ed è proprio dalla riuscita o meno di tale 'manovra' che si capirà se, alla fine, questa potrà essere giudicata una buona legge di Stabilità anche da Roma in giù.
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