martedì 19 luglio 2022
L’Italia è ai primi posti in Europa per la disoccupazione giovanile: sono oltre tre milioni i ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano. Tante le iniziative per migliorarne l'inserimento
Sono oltre tre milioni i giovani che non studiano e non lavorano

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L’Italia è ai primi posti in Europa per la disoccupazione giovanile e si piazza sul podio per numero di giovani inattivi. Nel Belpaese, infatti, sono oltre tre milioni i Neet (ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano). Secondo gli ultimi dati riportati nel decreto del ministero Politiche giovanili-Lavoro di adozione del piano Neet Working, di emersione e orientamento dei giovani inattivi, nella fascia d’età 15-34 anni i giovani inattivi sono 3.047.000, praticamente uno su quattro. È il dato peggiore dopo Turchia, Montenegro e Macedonia. Inoltre la maggior parte dei neo diplomati ha paura di rientrare presto o tardi nella schiera dei Neet. A evidenziarlo è un'indagine condotta da Skuola.net su un campione di 2.500 ragazze e ragazzi delle scuole secondarie superiori, tra cui 800 maturandi. Alla fine del proprio ciclo scolastico, oltre uno su due ha manifestato il timore di non trovare lavoro in tempi ragionevoli né nell'immediato né dopo gli eventuali studi successivi al diploma. Una preoccupazione che colpisce più le ragazze che i ragazzi. Una condizione, quella dei neo diplomati, aggravata dal fatto che, al termine della scuola, uno su tre ammette di avere le idee poco o per niente chiare su quale percorso intraprendere nell'immediato futuro. Forse perché anche chi dovrebbe guidarli, la scuola, non si distingue per pianificazione ed efficacia. Ben tre diplomandi su dieci, per esempio, sostengono di non aver svolto alcuna attività di orientamento nell'intero quinquennio degli studi superiori. E per una quota simile (29%) l'orientamento è arrivato durante l'ultimo anno di scuola. Un ulteriore 27% ha iniziato a essere instradato sul "dopo" dal quarto superiore. Alla fine, solamente poco più di uno su dieci ha avuto l'opportunità di essere informato nel corso dell'intero triennio conclusivo.

Un orientamento per nuove competenze e occupabilità

Favorire l’occupabilità e accompagnare l’individuo e le organizzazioni di lavoro nella gestione delle molteplici transizioni in corso, attraverso un ripensamento sull’orientamento per lo sviluppo delle politiche attive del lavoro. È questo l’obiettivo di un progetto promosso dall’Inapp-Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche, assieme all’Anvur-Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, a Geo, e al Centro di Ateneo dell’Università Federico II “SiNAPSI”. Il progetto messo a punto dalla Struttura Inclusione Sociale dell’Inapp intende fotografare l’offerta e la domanda di orientamento mettendo in luce le strategie di governance ai diversi livelli istituzionali, per proporre, a seguire, una modellistica innovativa di strumenti di orientamento che favoriscano lo sviluppo delle competenze per l’occupabilità (obiettivo connesso anche con il nuovo piano Gol-Garanzia di occupabilità dei lavoratori) e delle competenze necessarie per la costruzione del proprio progetto di vita. L’indagine sul campo si muoverà su due fronti: quello della domanda (in prima battuta si esplorerà quella della popolazione giovanile) e quello sull’offerta nelle diverse filiere dell’education e del lavoro. Con l’incrocio tra domanda e offerta si procederà alla messa a punto di nuovi modelli/percorsi di orientamento, tarati sia sui contesti professionali in cui saranno erogati sia sulle professionalità capaci di promuovere tali azioni, idonee a favorire lo sviluppo delle competenze per l’occupabilità. Accanto a questo lavoro di ricerca, nel tentativo di favorire il più possibile un lavoro di e in rete, è prevista un’intensa attività di networking con la partecipazione di referenti di diversi contesti e di diversi territori con la finalità sia di favorire la messa a punto di percorsi realizzabili nei servizi territoriali sia di facilitare l’effettiva sostenibilità e utilizzabilità di tali percorsi nei contesti territoriali coinvolti.

Al via la piattaforma "MiAssumo"

Al via la piattaforma "MiAssumo" - digitale, gratuita e di gaming - che accompagna gli studenti dalla scuola media fino all’Università attraverso meccanismi di gamification e giochi di ruolo aiutandoli a riconoscere le proprie competenze e riassumerle in un cv. Avvicinandoli così alle professioni del futuro. La piattatforma nasce dall’esperienza di Parole O_Stili, l’associazione che dal 2017 con il suo Manifesto della comunicazione non ostile, combatte le parole d’odio in rete e promuove una cittadinanza digitale responsabile, riflettendo sugli aspetti etici della vita sociale e civile. "MiAssumo" è un progetto che immagina di tenere più stretti tra loro l’orizzonte etico e quello esistenziale e professionale, così da poter offrire alle nuove generazioni la possibilità di un aiuto concreto. L’orientamento, insomma, è una sfida a tutto tondo. Tra le altre cose ha l’obiettivo di colmare la carenza formativa nelle scuole italiane e rispondere al mancato incontro tra offerta e domanda di lavoro: che pesa oggi 1,5% del Pil nazionale. Nata dall’esperienza di Parole O_Stili, che in cinque anni ha coinvolto oltre un milione di studenti e 250mila insegnanti, si rivolge ai giovani dagli 11 ai 26 anni con l’obiettivo di aiutarli a crescere, sia come persone che come professionisti, così da potersi affacciare più facilmente al mondo del lavoro. Gli alunni saranno coinvolti in un percorso pluriennale di formazione, strutturato con attività di classe, a gruppi o singole per poter riconoscere le proprie competenze e attitudini e orientarsi al meglio nel percorso di studi e professionale. In Italia, quasi un istituto su due (48%) non ha fatto orientamento ai ragazzi e nel 50% dei casi lo ha organizzato secondo i classici incontri offline, ovvero con docenti universitari o in momenti come fiere, saloni o open day. Attraverso la piatatforma, con l’aiuto di particolari meccanismi di gaming i ragazzi potranno iniziare da subito a generare il proprio curriculum grazie a un’intelligenza artificiale addestrata ad hoc.

Nasce Academy Rapido e trasforma i Neet in professionisti digitali

Proprio per promuovere l’occupazione giovanile, Academy Rapido rende molto più inclusiva ed efficace la formazione on line per trasformare più giovani possibili nei professionisti digitali necessari alla transizione tecnologica del Paese. La start up, fondata da Alessandro Palmieri, attraverso una metodologia innovativa basata sul team work e problem solving, resa scalabile dalla tecnologia, riesce a trasformare giovani under 30 senza lavoro nei professionisti digitali di domani, gratis. Questo permette di formare contemporaneamente un numero potenzialmente illimitato di giovani Neet. «Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare in una start up a 18 anni. Dal liceo classico mi sono trovato catapultato in un ufficio a risolvere problemi nuovi ogni giorno. Ma non ero solo, c’erano dei colleghi fantastici con me e avevo manager esperti con cui confrontarmi - racconta Palmieri -. Questo è il tipo di esperienza che vogliamo offrire con Academy Rapido. È la soluzione più efficace per formare nuovi professionisti in scala e combattere la disoccupazione giovanile». I partecipanti ai corsi vengono immersi in un ambiente analogo a quello lavorativo, caratterizzato da progetti da consegnare e colleghi di team con cui collaborare, con gli stessi processi e strumenti usati in azienda. Il risultato è che in soli tre mesi Academy Rapido è in grado di formare giovani senza background tecnico su ruoli tech ad alta richiesta come It support analyst in modo scalabile ed efficiente, con un tasso di occupazione a un mese dal termine superiore al 50%. Da segnalare che Inco a fine 2021 ha scelto Academy Rapido per formare 150 ragazzi under 30, inoccupati o svantaggiati, nell’ambito della edizione italiana di WorkInTech, progetto che promuove il digitale inclusivo e che vede anche il supporto finanziario di Google.org. L’obiettivo 2022 è di erogare 1.000 borse di studio, coinvolgendo anche altri partner come Fondazione Italiana Accenture e Ict-Ict Legal Consulting.

Il Comune di Empoli partecipa al percorso di formazione

Il Comune di Empoli (Firenze) è stato ammesso a partecipare al percorso di formazione e accompagnamento sui Neet da parte dell'Anci-Associazione nazionale dei Comuni italiani. L'Anci ha pubblicato un avviso per la presentazione di manifestazione d'interesse da parte di Comuni e Unioni dei Comuni che volessero candidarsi e partecipare al percorso con l'intento di individuare enti locali interessati ad avviare, con il supporto di Anci, un progetto di formazione e crescita delle competenze utile a sviluppare
progettualità locali innovative, entrando a far parte di un elenco specifico. E il Comune di Empoli è uno degli ammessi a prendere parte a questo percorso, che servirà a condividere metodologie applicabili per
accrescere le competenze specifiche interne, spendibili anche nell'attuale contesto di riferimento legato alle opportunità dell'attuale Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza e utilizzabili come strumento cognitivo utile a strutturare meglio i propri servizi in base ai fabbisogni espressi dalla comunità. Empoli si è dimostrata particolarmente sensibile riguardo al tema dei Neet: nel 2021 è stato avviato il progetto Hub - Formazione tramite gamification. I Comuni e le Unioni dei Comuni inseriti nell'elenco dei partecipanti
avranno la possibilità di presentare successivamente proposte progettuali, da candidare al cofinanziamento del Fondo Politiche Giovanili in risposta a un successivo avviso pubblico di Anci dedicato proprio ai progetti di intervento rivolti a giovani Neet.

JobsLab Synergie, un cantiere per riformare il mondo del lavoro

Nasce JobsLab Synergie, laboratorio per le politiche del lavoro e le relazioni industriali, che si focalizzerà su una serie di temi «urgenti» nel dibattito pubblico - compreso i Neet - con il proposito di approfondirli e creare spunti di riflessione da mettere a disposizione per la grande ripartenza della comunità del lavoro italiano. L’obiettivo è puntare a una occupazione di qualità, grazie all’ideazione di corsi di formazione e upskilling, momenti di orientamento e di riqualificazione, coinvolgendo aziende in partnership strategiche per creare incontri e sviluppare progetti congiunti, ai fini di ridurre le diseguaglianze sociali. JobsLab Synergie, presieduto da Giuseppe Garesio, si occuperà grazie al proprio ufficio studi dell’analisi del mercato del lavoro italiano, della comparazione con modelli europei ed extra europei, della promozione di azioni positive a tutela del lavoro delle donne e delle fasce deboli, del diritto al lavoro, del cambiamento organizzativo (diversity & inclusion), di studi sul salario minimo e sulla parità salariale. In tutto ciò si avvarrà di partner locali e internazionali, e potrà contare sull’esperienza di un Comitato Tecnico Scientifico indipendente, presieduto dall’ex direttore dell’Unione Industriali di Torino Giuseppe Gherzi e composto da personalità di rilievo nazionale, del mondo academico, sindacale, imprenditoriale e giuslavoristico. Tra le prime iniziative in cantiere, l’organizzazione il 16 e 17 settembre del I Forum di Alba “La grande trasformazione del lavoro”, una due giorni al Castello di Grinzane Cavour per discutere i temi delle transizioni nel mercato del lavoro con i massimi esperti del settore e oltre 100 direttori delle Risorse Umane.



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