sabato 10 febbraio 2024
Sebbene la disoccupazione giovanile sia scesa al 21% nel 2023 rispetto all’anno precedente che era del 23,5%, sale invece il tasso di chi non studia e non lavora: 33,1% (+ 0,1 punti)
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Sebbene la disoccupazione giovanile sia scesa al 21% nel 2023 rispetto all’anno precedente che era del 23,5%, sale invece il tasso dei Neet (quota di giovani che non studiano e non cercano un lavoro) che raggiunge il 33,1% (+ 0,1 punti). Ai dati c’è da aggiungere che i ragazzi che lavorano si trovano spesso ad occupare posti precari con stipendi bassi che limitano la loro indipendenza economica. Non solo, ricoprono ruoli per i quali spesso il livello d’istruzione è più alto di quello necessario, con il rischio e conseguentemente la paura che le proprie competenze diventino superate e inutili con possibili effetti negativi anche sulle proprie prospettive di carriera. Mentre il divario di competenze e il disallineamento tra domanda è offerta è ancora troppo alto: in alcuni settori tocca quasi il 50%. In particolare nel settore Ict e digitale. «In Italia, la carenza di competenze continua a rappresentare una sfida per lo sviluppo delle imprese poiché mina la capacità di sfruttare appieno le opportunità offerte dall’incessante evoluzione digitale - spiega Sara Ornati, Hr Leader di Kyndryl Italia -. L’allarme lanciato dallo studio Next Generation DigITALY: come promuovere l’integrazione e lo sviluppo di un ecosistema digitale per accelerare l’innovazione e la crescita del Paese è emblematico: a fronte di una domanda di profili specialistici in forte crescita, nel 2026 mancheranno all’appello 2,1 milioni di lavoratori dotati delle necessarie skill. Se prendiamo in considerazione le competenze Stem, i dati mostrano che solo il 17% degli studenti delle scuole superiori sceglie percorsi di studio correlati a queste discipline. La conseguenza, evidenziata dall’Osservatorio Stem di Fondazione Deloitte, è che i laureati in tali ambiti si fermano al 24,5% del totale e, di questi, solo il 15% è rappresentato da donne. Nel 2023 sono stati messi in campo 1,2 miliardi di euro per le materie Stem e la formazione del personale scolastico: un investimento importante che dimostra l’impegno a supporto del processo di innovazione e che rappresenta un passo avanti nel percorso di trasformazione del Paese».

Curriculum non allineati, divario di competenze

Per le imprese, le competenze più introvabili riguardano le aree della cybersecurity, dello sviluppo software e programmazione e, in misura leggermente inferiore, dal settore dell’intelligenza artificiale. Fanno seguito sviluppo mobile, blockchain, Iot e realtà aumentata. Ad attestarlo l’ultima survey di TimeFlow, la start up fondata da Lorenzo Danese insieme con Federico Patrioli, Gianmarco Ferrante e Iacopo Albanese, che agevola le aziende nella ricerca dei talenti Tech e Fornitori It a livello internazionale per lo sviluppo del proprio progetto. Per quanto evidente sia il disallineamento tra domanda e offerta, con una netta preminenza della prima rispetto alla seconda, solo il 28% dei rispondenti ritiene che tale skill gap sia negativo, evidenziando come la scarsità di offerta incrementi la probabilità che le aziende si riferiscano a fornitori all’estero. Diversamente il 72% ritiene che una scarsa concorrenza sia un fattore di mercato positivo, in quanto accresce la probabilità di ricevere un lavoro.

Nello specifico, il primo 28% risulta principalmente concentrato nella fascia delle imprese medie (11-50 dipendenti) e, in misura inferiore, grandi. Questo mediamente effettua investimenti in marketing, di cui quasi il 50% investe tra i 10mila e i 50mila euro all’anno. Il secondo 72% dei rispondenti, invece, si concentra soprattutto in aziende di piccole dimensioni (1-10 dipendenti) e, in misura nettamente inferiore, medie (11-50). Del totale, il 40% effettua fino a 10mila euro di investimenti in marketing all’anno, mentre il 20% non ne effettua proprio. Come si può comprendere, quindi, sono soprattutto le aziende di più piccole dimensioni e meno propense a fare investimenti in marketing a ritenere che il forte disallineamento tra domanda e offerta sia positivo. Diversamente, le imprese di maggiori dimensioni, con un’ottica più ampia e orientata al business, disposte a fare investimenti di marketing, sono quelle che non sono intimorite dall’aumento della concorrenza e vedono delle criticità nella situazione attuale.

Per chi ha necessità di trovare un software developer da affiancare al proprio organico interno, normalmente le competenze più difficilmente trovabili sul mercato sono: Python per il 60%, React JS per il 20% e Jackrabbit per l’ultimo 20%. Le difficoltà più sentite? Al primo posto non ricevere cv in linea con le competenze richieste, a cui fa seguito il disallineamento di retribuzione tra quella offerta e quella richiesta dai developer. Nello specifico tali esigenze sono principalmente sentite da aziende medio-piccole (1-10 e 11-50 dipendenti) e in misura minore dalle altre. Durante il processo di selezione, i rispondenti dichiarano di valutare positivamente le seguenti Soft Skills: teamwork per il 33%, seguito da puntualità e organizzazione del tempo per il 22%; a pari merito con l’11% attenzione al dettaglio, comunicazione efficace, problem solving e rapidità di apprendimento.

Per la maggior parte degli intervistati le problematiche più diffuse riguardano i costi di sviluppo troppo elevati e l’estrema complessità del mercato per la maggior parte delle persone. Infine, in Italia è molto sentita la difficoltà nel trovare elevate competenze all’avanguardia, a causa sia dei rapidi avanzamenti tecnologici, sia della scarsità di offerta in determinati settori. A livello di strategie da adottare per superare tali criticità, invece, i rispondenti prendono posizioni differenti: il 33% ritiene si debba prevedere una maggiore standardizzazione, scalabilità e flessibilità dei sistemi e si debba investire nella formazione. Il 22% pensa che la strategia da adottare sia facilitare l’accesso a mercati esteri in cui sono disponibili competenze tecnologiche a prezzi più competitivi. L’11%, invece, vorrebbe automatizzare il più possibile il processo di selezione e ingaggio.

Secondo la survey, si può considerare che il livello medio di soddisfazione dei profili tech è particolarmente alto. In effetti, ben il 72% dei rispondenti ha attribuito un punteggio tra 8 a 10 al proprio lavoro, considerando di esso tutti gli aspetti: dai ritmi di lavoro, al work-life balance, fino al salario. Tuttavia, il 28% rimanente ha espresso valutazioni inferiori o anche particolarmente negative, lamentando principalmente di avere ritmi di lavoro estremamente intensi. Spesso questo si verifica per profili tech che operano in aziende di grandi dimensioni - e, quindi, nelle quali è verosimile che i volumi siano molto elevati - e che per il 75% ha competenze relative alla cybersecurity, oltre al puro sviluppo software e programmazione. Ciò che verrebbe cambiato, quindi, non ha a che vedere con l’aspetto salariale o contrattuale della propria posizione lavorativa - elementi che molto probabilmente sono positivamente influenzati dalla scarsità di offerta rispetto alla domanda. Diversamente, invece, il dito viene puntato verso aspetti qualitativi e soprattutto verso i ritmi così tanto intensi da influire negativamente sulla qualità complessiva della vita, sulla produttività e sulla concentrazione.

A caccia di soluzioni

Anitec-Assinform - l’associazione di Confindustria che raggruppa le aziende Ict in Italia - e Rete Fondazioni Its Italy - l'associazione che rappresenta il sistema degli Its Academy - hanno siglato un Protocollo d'intesa, consolidando una partnership strategica volta a promuovere la formazione, l'occupazione e la diffusione della conoscenza nel settore dello sviluppo software. L'accordo rappresenta un importante passo avanti nell'ottica di una collaborazione sinergica tra il mondo dell'istruzione tecnica e le imprese dell'Information and Communication Technology. L’accordo è finalizzato a: promuovere attività di collaborazione attraverso un costante confronto sui fabbisogni occupazionali del settore Ict; l’avvio di iniziative specifiche di orientamento per avvicinare e attrarre nuovi candidati ai percorsi formativi professionalizzanti nel campo dello sviluppo software; promuovere la reciproca conoscenza e l’integrazione tra le Fondazioni Its e le aziende associate ad Anitec-Assinform. Il Protocollo d'Intesa prevede, inoltre, la realizzazione di progetti, l’attivazione di tirocini e di attività di comunicazione comuni, con l'obiettivo di favorire la crescita delle competenze digitali e l'innovazione nel settore Ict. Ciò contribuirà a consolidare le competenze digitali di giovani e giovanissimi, anche nell’ottica di ridimensionare il gender gap in ambito Stem, favorendo lo l’innovazione e lo scambio di esperienze tra scuole, imprese e istituzioni.

«La partnership con Rete Fondazioni Its Italy è per noi fondamentale e si colloca nel quadro delle iniziative dell’associazione sui temi della formazione delle competenze digitali. Ormai da tempo stiamo cercando di rafforzare le collaborazioni tra imprese e istituzioni formative, per mettere a disposizione dei giovani il know-how e le competenze delle nostre aziende – commenta il presidente di Anitec-Assinform Marco Gay -. Molti nostri associati sono già attivi in diverse Fondazioni Its e con questa partnership avremo la possibilità di mettere a sistema le attività e creare nuove iniziative di formazione e di orientamento su tutto il territorio nazionale. Gli Its sono attori strategici per lo sviluppo delle competenze Ict: solo nel 2023 sono state oltre 40mila le offerte di lavoro per figure specialistiche Ict, ma solo 9mila di queste sono state coperte. È, quindi, evidente che dobbiamo lavorare tutti insieme per assicurare ai giovani di essere occupati oggi e in futuro e alle imprese di poter contare su competenze ICT qualificate per poter essere competitive».

«Sono particolarmente soddisfatto della partnership che inizierà con la firma dell’accordo che rappresenta un'importante collaborazione sinergica tra il mondo gli Its delle imprese dell'Ict - afferma Il presidente di Rete Fondazioni Its Italy, Guido Torrielli -. Infatti, questo accordo consentirà di promuovere iniziative per la formazione sui temi dell'innovazione nel settore Ict per favorire ulteriormente l'integrazione tra le Fondazioni Its e le aziende associate ad Anitec-Assinform e per sviluppare progetti nell'ambito degli stage degli studenti, utilizzando strumenti come la piattaforma Formati con Noi».

L'accordo, della durata di tre anni, sarà soggetto a valutazioni periodiche per garantire il conseguimento degli obiettivi prefissati.

Prosegue anche l’impegno di Adecco per colmare il divario di competenze nel settore It e offrire le competenze necessarie ad affrontare le sfide digitali del domani. La società specializzata Digital & Technologies di The Adecco Group che sviluppa e valorizza il capitale umano e Mylia, brand di The Adecco Group che si occupa di formazione e sviluppo per individui e aziende, presenteranno il 14 febbraio, alle ore 12, il live webinar gratuito Quali saranno le skill imprescindibili nel settore del software? dedicato alle aziende attive nel settore informatico. In un contesto in cui il disallineamento domanda-offerta nel mondo del lavoro, soprattutto in ambito It, è molto diffuso, il webinar ha l’obiettivo di fornire alle aziende una panoramica delle competenze fondamentali da sviluppare nel settore del software e offrire consulenza sulle buone pratiche per attrarre e mantenere le competenze nel mercato del lavoro.


Prove di dialogo e valori emersi

Il dialogo con le nuove generazioni è essenziale per creare un futuro dove benessere e valori condivisi sono alla base della strategia di crescita di un’azienda. Questo il punto di vista di Amajor - Hr Company della provincia di Padova - che con il progetto Amajor for Future mira a creare un dialogo concreto tra i giovani e le aziende per costruire un ambiente stimolante e dinamico. Come lo fa? Coinvolgendo giovani e comunità - dove per comunità si intende anche quella aziendale - in un progetto che si avvale di strumenti tecnologicamente evoluti per una lettura del mondo young e un’analisi oggettiva con cui misurare e programmare azioni di sviluppo organizzativo. Lo strumento di indagine utilizzato è un software digitale, basato su algoritmi matematici per la rilevazione di abitudini operative delle nuove generazioni, avviato nel 2020 dal reparto Ricerca & Sviluppo di Amajor e ottimizzato in due anni e mezzo di sperimentazioni, che si presenta sotto forma di questionario: il Questionario Young. Allineamento valoriale, possibilità di essere ascoltati e serenità, attenzione e valore al proprio tempo, sono solo alcuni degli aspetti che sono emersi dal Questionario Young sulle abitudini operative somministrato a oltre 500 ragazzi tra i 20 ed i 35 anni provenienti da licei, Its ed Università del Nord Italia.

Il Questionario Young ha evidenziato che il 71% dei ragazzi (tutti appartenenti alla Gen Z e Millennial) ha una spiccata propensione al pensiero strategico (Strategy planning): mirano all’obiettivo finale e organizzano le risorse per ottenerlo. Sempre il 70% di loro riesce a collegare aspetti di aree diverse per arrivare al risultato desiderato (Systemic Thinking). Il Work Life Integration è uno dei tratti più spiccati con una percentuale che si attesta al 98%. Per questa generazione la vita privata e il lavoro sono in connessione e, di conseguenza, il desiderio è proprio quello di un impiego che li faccia sentire realizzati. Tra i tratti che invece risultano più deboli e che quindi richiedono un miglioramento ai fini del contesto lavorativo, ci sono l’Espansivity (98%) - una forte difficoltà a comunicare in maniera efficace al primo approccio - e il Closeness (94%) - la tendenza a chiudersi verso loro stessi di fronte ad un conflitto relazionale. Questi dati forniscono un’indicazione chiara sugli aspetti rilevanti per le nuove generazioni all’interno del contesto lavorativo: l’allineamento valoriale, che deriva dal desiderio di avere un impiego che li faccia sentire realizzati; la richiesta di poter sperimentare nuove idee in un ambiente collaborativo ed il bisogno di una formazione continua e di attività che favoriscono il rapporto coi colleghi per sopperire alle difficoltà relazionali evidenziate.


L’analisi che emerge dal questionario viene poi affinata e arricchita con workshop interattivi in cui i ragazzi rielaborano i risultati all’interno di una più ampia visione valoriale e personale, utile a guidare la propria realizzazione professionale a 360 gradi.

Il Questionario Young è dunque la base oggettiva di un metodo in grado di fornire alle imprese una lettura approfondita delle dinamiche, delle speranze e delle paure che motivano Gen Z e Millennial, permettendo loro di migliorare le proprie strategie di attraction, selezione e retention, e supportare i ragazzi nel mondo del lavoro. Il Questionario Young può essere utilizzato anche dagli Istituti per le attività di orientamento, per comprendere al meglio come valorizzare i ragazzi e aiutarli ad indirizzare in modo funzionale il proprio potenziale nel contesto lavorativo.

Nel progetto Amajor for Future sono stati coinvolti numerosi istituti scolastici, ma anche aziende che hanno voluto entrare a far parte di un ecosistema dove al centro ci sono le persone. Realtà, tra le tante, come Tecnostile Contract Srl SB, Onda SpA e Gruppo Grendi hanno utilizzato all’interno delle loro strutture il Questionario Young. L’obiettivo è stato quello di ascoltare i ragazzi per definire al meglio il ruolo di ciascuno, a volte operando una vera e propria riorganizzazione aziendale. Oltre a definire l’esigenza di ingresso di nuove figure in organico.

Un caso di spicco del progetto Amajor for Future è quello rappresentato dall’azienda Tecnostile che, oltre ad aver utilizzato il Questionario Young, ha partecipato ad incontri con gli studenti dell’Itsd Red Academy e dell’Università degli Studi di Ferrara, a cui ha fatto seguito l’assunzione di tre ragazzi e l’avvio di un progetto di stage per lo svolgimento di una tesi di laurea. L’inserimento e la riorganizzazione operata nell’azienda sono avvenuti in maniera armonica e funzionale tra figure senior e junior: un incontro tra generazioni reso possibile dal dialogo e dalla condivisione di valori ed obiettivi tra i partecipanti, per un’integrazione efficace volta al benessere dell’azienda e della singola persona.

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