martedì 26 settembre 2023
Il nodo della mancanza di personale qualificato. Opportunità non solo per creatori e sviluppatori. L'esempio italiano di Sharing Tv
Cresce il metaverso anche nella comunicazione

Cresce il metaverso anche nella comunicazione - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Giornalismo e metaverso: una convivenza possibile. Anzi. Una nuova frontiera della comunicazione che potrebbe creare addirittura nuovi posti di lavoro. Non solo per creatori e sviluppatori. C’è chi ipotizza mondi virtuali dove l’ologramma di un giornalista siederà a tavola con noi a colazione per condurre una rassegna stampa personalizzata. O ancora: reportage immersivi ai quali potremo partecipare in prima persona grazie al nostro avatar, piattaforme digitali sulle quali leggeremo giornali e riviste attraverso visori per la realtà virtuale. Secondo il Rapporto del Reuters Institute sulle tendenze del mondo dell’informazione e dei media, gli investimenti torneranno a concentrarsi proprio sull’intelligenza artificiale (oltre che su podcast e newsletter). Considerati l’internet del futuro, i “metaversi” (non esiste un sistema standard) sono ambienti digitali aperti in cui svolgere diversi tipi di attività. Per accedervi è necessario registrarsi su piattaforme apposite e in genere possedere un visore. Il metaverso potrebbe rappresentare un’opportunità per il giornalismo per essere più immersivo, partecipato e informativo. Ma è necessario tenere conto dei rischi e criticità che potrebbe portare con sé. Primi tra tutti, quelli dell’etica e della disinformazione. Sarà infatti necessario garantire che gli stessi standard del giornalismo tradizionale valgano anche in questi mondi, dove tutto può essere facilmente manipolato. Almeno in Italia siamo ancora in fase sperimentale. Anche se Sharing Europa ha sfruttato il periodo di grave crisi operativa per studiare, approfondire, applicare e implementare i nuovi linguaggi di comunicazione e capire come riconoscere i positivi strumenti applicativi per l'informazione, la formazione e l'educazione. «In Italia - spiega Domenico Di Conza, direttore responsabile di Sharing Tv - c'è l'Università popolare Luce che ha realizzato un vero e proprio piano regolatore con la costruzione di una piazza costruita sul modello di piazza di Spagna. Abbiamo prima realizzato la sede nel metaverso di Università popolare Luce e, successivamente, gli studi televisivi, dove trasmettiamo la programmazione che vedrete presto in onda sul canale 180 del digitale terrestre nel Lazio e sul 249 nazionale in Hbbtv per i possessori di smart tv. Dagli studi del metaverso trasmettiamo alcuni format, anche in diretta in interazione con gli studi del Centro di produzione di Via Asiago 1 a Roma. L'intelligenza artificiale può essere un valido strumento di confronto tra quello che dichiarano gli ospiti e quello che, invece, afferma la scienza. Usata in questo modo l'intelligenza artificiale garantisce la qualità etica e deontologica delle produzioni, un'interazione attiva e creat..tiva con i telespettatori che diventano una parte importante della comunità delle Idee. Non ci chiamiamo Sharing TV per caso. I quasi nove milioni di contatti sulla pagina Facebook e i due milioni sulla pagina di Tik Tok sono stati raggiunti senza inserzioni a pagamento. Abbiamo dimostrato che le persone quando si sentono attivamente coinvolte e informate in modo etico non hanno difficoltà a seguire ogni iniziativa, sia attraverso i mezzi tradizionali che quelli del metaverso. Per questo siamo orgogliosi di essere la prima tv al mondo a trasmettere nel metaverso e dal metaverso, partendo da un folto numero di telespettatori». Oggi Sharing Europa e Università popolare Luce sono le prime realtà del mondo televisivo e della formazione ad aver vinto cinque dottorati di ricerca sull'intelligenza artificiale nelle scienze, nell'ambiente, nell'agroindustria e nell'ingegneria. Durante questi dottorati, gli studenti realizzeranno delle piattaforme multilinguistiche che contengono banche dati aggiornate costantemente oltre a strumenti innovativi fruibili anche nelle smart city. Se i risultati che verranno ottenuti tra 12 mesi con le Università Federico II di Napoli, l'Università della Basilicata e l'Università Mediterranea di Reggio Calabria saranno soddisfacenti il passo successivo sarà quello di uno spin off che colleghi il gruppo di lavoro con studenti e docenti di altri Atenei europei, applicando i dieci principi Unai (Nazioni Unite Academic Impact, di cui Di Conza è portavoce per l'Europa dal 10 novembre 2015). Per questo sono già partiti i progetti di studi legali, commerciali e artigianali nel metaverso, perché - insieme con i Gruppi di azione locale e le Agenzie di sviluppo - devono adeguarsi ai nuovi strumenti innovativi che rappresentano anche un risparmio di risorse economiche e strumentali. «Le risorse che ricerchiamo non sono facili da trovare nell'ambito dell'innovazione, di una cultura multitasking - continua Di Conza -. Alcune di queste le stiamo formando per step. Dal corso sul metaverso al master di I livello, fino a raggiungere il master di II livello. Nel giro di 24 mesi serviranno almeno 160 unità lavorative, a pieno regime, per competenze che oggi sono richieste sul mercato. Tali competenze oggi non sono qualificate e non sono formate secondo quelli che sono gli sviluppi sui quali si sta impostando il nuovo mercato dell'innovazione. Ben venga la concorrenza, se è realizzata con competenza e qualità. Chiunque oggi vuol partire per realizzare un progetto simile al nostro, ivi comprese le multinazionali, molto più ricche e politicamente ben rappresentate, hanno bisogno di formare capitale umano, di realizzare i piani regolatori, scegliere le piattaforme e implementarle con i sistemi tradizionali. Devono poi attivare una programmazione di gestione degli enti pubblici, delle scuole, delle Università e delle Imprese, adeguate alla piattaforma dove sviluppare questi piani di lavoro. Procedure facili da elencare e difficili da realizzare in poco tempo per farle funzionare nel tempo. Per questo sarà importante imparare una cosa fondamentale dove l'Italia è carente: fare rete, condividendo conoscenze e competenze».



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: