sabato 5 febbraio 2022
Sul sito della Banca d'Italia uno studio sull'aumento dell'imposta sul valore aggiunto nel primo semestre del 2021 nonostante la contrazione dei consumi
Effetto pandemia sul gettito Iva per merito dei pagamenti digitali
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La pandemia ha avuto un effetto collaterale positivo sul gettito Iva, che è cresciuto nonostante i consumi siano diminuiti. Per effetto di una combinazione di due fattori: innanzitutto il calo dei consumi ha colpito soprattutto i servizi (caratterizzati da aliquote Iva più basse e da una maggiore propensione all’evasione) di contro sono aumentati i pagamenti digitali sia nei negozi fisici (ai fini dell’emergenza sanitaria per evitare il passaggio di denaro) sia per la crescita esponenziale dell’e-commerce. È quanto emerge da un paper pubblicato sul sito della Banca d'Italia (ma le cui opinioni non rispecchiano quelle della banca), firmato da Francesco Berardini e Fabrizio Renzi dal titolo «Mind the gap! L’impatto (inatteso) del Covid-19 sul gettito Iva». Nell’articolo si sottolinea come ad punto percentuale di incremento nella quota di pagamenti digitali corrisponda un aumento dello 0,4% dei ricavi Iva.

I consumi degli italiani non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid ma il gettito dell'Iva nel primo semestre 2021 ha recuperato grazie agli acquisti di beni durevoli che hanno tenuto e all'incremento dei pagamenti digitali che ha compensato le spese nei servizi (negozi e ristoranti). La pandemia ha determinato un'anomalia nel comportamento di consumi e Iva. Nella crisi del debito sovrano del 2008 la spesa in beni durevoli (casa, elettrodomestici, abbigliamento etc) era crollata del 20%. Questa volta le spese in questo comparto hanno subito una breve battuta d'arresto per poi risalire. A subire il maggiore danno, per via dei lockdowd sono stati i servizi e i consumi in negozi e ristoranti, alberghi, attività, settori «con una maggiore propensione all'evasione fiscale» e con una Iva più bassa. Questo, e la forte crescita dei pagamenti digitali ha contribuito a far risalire sui grafici la curva del gettito d'Iva in maniera più veloce di quella dei consumi. Gli autori ricordano come negli scorsi anni siano stati introdotte nuove misure per ridurre i pagamenti in contanti e contrastare l'evasione che in Italia è ancora molto radicata.

«Un incentivo largo e non differenziato ai pagamenti elettronici – sottolineano Berardini e Renzi – è però efficace solo se i consumatori sono in grado di scegliere tra i differenti strumenti di pagamento senza considerare il tipo di bene o servizio che stanno acquistando». Sebbene i risultati siano preliminari l'uso degli strumenti di pagamento dovrebbe essere fortemente incoraggiato nei settori dove l’evasione fiscale è più forte.

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