mercoledì 6 luglio 2022
In tre anni si è passati da 18mila a 37mila. La nuova sussidiarietà raggiunge le 18mila unità. Un Osservatorio interattivo per il monitoraggio delle politiche attive
Crescono gli iscritti ai corsi di formazione professionale

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Nel 2020 la partecipazione alla filiera Iefp-Istruzione e formazione professionale portata avanti dai centri accreditati registra una lenta e costante progressione (+1,1%), crolla quella degli Istituti professionali (-29,8%). Vola il sistema duale che in tre anni raddoppia le iscrizioni, passando da oltre 18mila a oltre 37mila e superando poi le 42 mila unità per l’anno 2020-2021. La sussidiarietà complementare va progressivamente scomparendo, sostituita dalla nuova sussidiarietà, che raggiunge le 18mila unità. È quanto emerge dal XIX Rapporto di monitoraggio del sistema di istruzione e formazione professionale e dei percorsi in duale nella Iefp a.f. 2019-2020 realizzato dall’Inapp-Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche per conto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. «In tale contesto – spiega Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp - il gap tra domanda e offerta di competenze delle professioni riconducibili alle qualifiche e diplomi Iefp rappresenta un elemento di criticità nello sviluppo del sistema. Pur con le dovute cautele legate al raffronto di dati di natura differente, secondo le ultime stime persiste uno scarto molto pronunciato tra fabbisogno ed offerta. Tale dato, allarmante per molti versi, evidenzia da un lato le grandi potenzialità, ma d’altro lato la necessità di profondi aggiustamenti nel sistema Iefp e nella filiera lunga della formazione tecnico-professionale. Per consentire un miglioramento degli esiti occupazionali a conclusione di tali percorsi formativi occorrerebbe maggior ossigeno al sistema, in termini di risorse finanziarie; una forte assunzione di responsabilità da parte delle Amministrazioni nell’adeguare l’offerta formativa rispetto alle figure più richieste dal mercato e un efficiente sistema di orientamento coerente con l’evoluzione dei fabbisogni di competenze emergenti da uno scenario economico e sociale in rapida trasformazione». Il totale di iscritti ai percorsi di Iefp, nel triennio e quarto anno, è pari a 250.194 unità, con una flessione della partecipazione del 13,1% rispetto all’anno formativo precedente. Tendenza che si conferma anche rispetto al solo triennio, le cui iscrizioni ammontano a 230.811 (-14,3%). In continuità con i dati dell’anno precedente, la riduzione della partecipazione al sistema di Iefp è esclusivamente a carico dei percorsi attivati all’interno degli Istituti professionali, dove si registra una flessione del 30,3%. Particolarmente colpite risultano le due tipologie tradizionali di sussidiarietà, quella integrativa che diminuisce del 41,7% e la complementare (-48,4%). Quest’ultima, com'era nelle intenzioni del legislatore, si estingue progressivamente, sostituita dalla nuova sussidiarietà (ex decreto n. 61/2017), che supera le 18mila unità. Si conferma il divario territoriale che caratterizza il sistema Iefp, con le regioni del Nord dove prevalgono le iscrizioni presso i centri accreditati, e quelle del Centro, Sud e Isole dove prevalgono i percorsi attivati negli Istituti professionali. La scelta degli iscritti ai percorsi di Iefp realizzati in modalità "ordinaria" premia ancora la qualifica di operatore alla ristorazione (52.802 iscritti) seguita dall’operatore del benessere (41.117 iscritti), di seguito con ampio distacco si collocano quella di operatore meccanico (16.704 iscritti), operatore elettrico (15.497 iscritti) e operatore per la riparazione dei veicoli a motore (14.595 iscritti). Il numero complessivo dei qualificati è stato pari a 66.105 unità (dato fornito successivamente alla pubblicazione del rapporto, grazie ad una seconda rilevazione che ha acquisito le informazioni sugli esami svoltisi in grande ritardo a causa dell’emergenza pandemica). Il dato comprende 34.677 giovani qualificati nei centri di formazione professionale, 27.374 negli Istituti Professionali in modalità integrativa e 4.054 in modalità complementare. La distribuzione dei qualificati per figura professionale conferma l’ordine rilevato nelle precedenti rilevazioni: operatore della ristorazione (25,4% del totale dei qualificati), operatore del benessere (16,4%) e operatore meccanico (8,6%). I diplomati sono invece 15.250, di cui quasi 14 mila (13.695) nelle Istituzioni formative e 1.555 in sussidiarietà complementare. La ripartizione per figura professionale si mostra in linea con gli anni precedenti: al primo posto, il tecnico dell’acconciatura, al secondo posto il tecnico dei trattamenti estetici, al terzo posto il tecnico della cucina.

Osservatorio interattivo per il monitoraggio delle politiche attive

Dal 2018 Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane-Formazione aggiornamento professionale) con i professionisti della ricerca confluiti in Pts, promuove un’indagine che mette in parallelo le Pal-Politiche attive del lavoro e la formazione professionale attraverso i bandi statali e regionali che li finanziano. Questa esperienza e l’attento lavoro che ricercatori e uffici dei centri di formazione professionale di costante ricerca dei bandi a fine di poter attivare servizi formativi sul territorio, sono un impegno prezioso che non tutti gli enti di formazione e orientamento sono in grado di sviluppare. Si è quindi deciso di mettere a disposizione di tutti questo costante monitoraggio in un portale che diventa quindi strumento di lavoro. L’analisi è stata realizzata su un patrimonio informativo di 276 avvisi pubblicati nel 2021 (dalle 19 regioni più le Province autonome di Trento e Bolzano) di cui 169 relativi alle politiche della formazione e 107 alle Pal-Politiche attive del lavoro. Con un totale di 39 Avvisi il Lazio è la regione che ne ha pubblicati in numero maggiore, seguita da Emilia-Romagna (28), Veneto e Marche (22), Lombardia (20), Valle d’Aosta (16). Le regioni, invece, con un numero ristretto di avvisi sono state: la Provincia Autonoma di Trento (2), Puglia e Umbria (3). Le Regioni che hanno pubblicato più avvisi di Pal sono state Marche, Lombardia, Basilicata e Piemonte, mentre le altre restanti hanno prodotto avvisi riguardanti la formazione professionale. Gli stanziamenti complessivi riguardanti la formazione sono stati nel 2021 di 977.628.757,62 euro (contro 1.104.492.839,81 del 2020), mentre quelli relativi alle Pal sono 525.486.609,96 (contro 741.762.434,66 del 2020). Nel 2020 gli avvisi rilevati sono stati 265, 11 in meno rispetto al 2021. Gli avvisi rivolti alla formazione professionale sono stati 182, mentre 83 quelli rivolti alle Pal. Questi dati, però, vanno letti considerando la situazione eccezionale che ha caratterizzato il 2020 dovuta alla pandemia: in ambito di formazione professionale sono stati molti i bandi regionali volti a sostenere la didattica online; inoltre, il blocco dei licenziamenti e delle attività produttive non hanno favorito l’intervento a favore dell’inserimento lavorativo. Interessante come invece nel 2021 ci sia stato un aumento degli Avvisi proprio a favore delle Pal (107) e una diminuzione di quelli dedicati alla formazione professionale (169). L’Osservatorio evidenzia come il sistema della formazione professionale abbia sicuramente fatto dei passi avanti, ma si riafferma l’eterogeneità dei contesti regionali: in alcune regioni il sistema è radicato ed integrato e concorre insieme al mondo dell’istruzione e dell’alta formazione alla formazione delle giovani generazioni; altre mostrano, invece, o una certa discontinuità negli interventi o demandano parti della filiera professionalizzante; infine altre ancora, hanno parzialmente colto le opportunità in termini di finanziamenti anche per creare un vero e proprio sistema Iefp. Nel caso della formazione non ordinamentale invece emerge ancora un sistema generale poco strutturato e che si adatta più alle esigenze dei territori. Gli effetti della crisi sanitaria si sono riversati soprattutto sulle Pal: la presenza di sistemi con orientamenti così diversi riconferma come nel nostro paese sia molto arduo definire un modello nazionale di Pal: le regioni tendono a definire modelli molto diversi che seguono logiche di intervento settoriali e/o territoriali o, addirittura, che perseguono la risoluzione di problematiche contingenti, senza alcun intervento di carattere sistemico. È unanime la volontà di collaborare in maniera coesa da tutti i soggetti presenti al seminario, nella convinzione che il Pnrr rappresenti un’opportunità per investire finanziamenti importanti, al fine di consolidare, da un lato, le azioni di sviluppo già intraprese e di apportare, dall’altro, innovazioni all’interno del mondo formativo e del lavoro. L’Osservatorio interattivo è fruibile gratuitamente (http://osservatoriodigitale.ptsclasplatform.it/) e offre un puntuale aggiornamento sulle possibilità offerte dai fondi pubblici.

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