martedì 12 settembre 2023
Secondo le nuove stime dell'Agenzia internazionale dell'energia il calo del consumo di idrocarburi arriverà prima del 2030. Ma non è detto che basti a centrare l'obiettivo di emissioni 0 per il 2050
Un impianto petrolifero in Texas

Un impianto petrolifero in Texas - Reuters

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L’atteso “picco” delle fonti fossili è ormai molto vicino. Secondo le proiezioni che l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) pubblicherà il mese prossimo nella nuova edizione del suo World Energy Outlook, i consumi globali di petrolio, gas naturale e carbone raggiungeranno tutti il loro massimo storico prima del 2030, per poi iniziare a diminuire. «Stiamo vedendo l’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili e dobbiamo prepararci per l’era successiva» ha annunciato Fatih Birol, direttore della Iea, in un intervento pubblicato sul Financial Times in cui anticipa alcuni dei risultati del rapporto.

L’Agenzia internazionale dell’energia si occupa di fare analisi e attività di coordinamento sui temi energetici per un gruppo di trentun Paesi membri dell’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo. Ne fanno parte tutte le maggiori economie sviluppate, non la Cina e l’India che ad oggi sono solo nazioni “associate” alla Iea. Tradizionalmente, l’agenzia fa da contrappeso all’Opec: la Iea rappresenta i grandi consumatori di energia, l’Opec è il cartello dei grandi esportatori, guidati dall’Arabia Saudita. In entrambi i casi scriviamo in generale “energia” ma concretamente parliamo soprattutto di gas e petrolio, che assieme al carbone fanno quasi l’80% del consumo energetico complessivo mondiale.

Era da qualche anno che l’agenzia ripeteva in ogni edizione del World Energy Outlook che il picco del consumo di idrocarburi si stava avvicinando e poteva arrivare attorno al 2030. Ora ci siamo davvero: «Il report di quest’anno, che sarà pubblicato il mese prossimo, mostra che il mondo è sull’orlo di una svolta storica – scrive il direttore Birol –. Basandosi solo sulle impostazioni politiche odierne dei governi di tutto il mondo, anche senza alcuna nuova politica climatica, la domanda per ciascuno dei tre combustibili fossili è destinata a raggiungere il picco nei prossimi anni. È la prima volta che in questo decennio è visibile un picco della domanda per ciascun combustibile, prima di quanto molti si aspettassero».

La principale spinta verso questo passaggio storico arriva dallo sviluppo del solare e dell’eolico, tecnologie sulle quali quasi ovunque nel mondo si stanno facendo investimenti massicci, nell’ordine dei 1.500 miliardi di dollari all’anno secondo le ultime stime della stessa Iea. Salvo imprevedibili impennate stagionali, anche Cina e India, grandi consumatori di carbone, nei prossimi anni vedranno diminuire l’utilizzo della più inquinante delle fonti fossili: da un lato per sostituirla con rinnovabili e nucleare, dall’altro (nel caso cinese) il calo dei consumi di carbone è frutto anche della frenata dell’economia. Sulla riduzione dell’impiego di petrolio c’è l’effetto poderoso della diffusione di soluzioni per la mobilità alternative. A partire delle auto elettriche, che continuano a crescere, in particolare in Cina, mercato che vale più o meno 2 milioni di macchine al mese (cioè circa il 40% in più delle immatricolazioni che l’Italia fa in un anno). Per quanto riguarda il gas, tradizionalmente considerata la fonte fossile che può accompagnare la transizione energetica, secondo i calcoli dell’agenzia “l’età dell’oro” iniziata nel 2011 si avvicina al termine: anche in questo caso c’è l’effetto rinnovabili, che possono sostituire il metano anche nel riscaldamento delle abitazioni, ma anche il taglio obbligato dei consumi in Europa in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La Iea, con realismo, ricorda anche che nonostante l’avvicinarsi di questo “picco” il consiglio è quello di proseguire con gli investimenti su progetti di produzione di gas e petrolio per garantire al mondo l’energia di cui avrà bisogno nei prossimi anni ed evitare tensioni pericolose come quelle che abbiamo conosciuto negli ultimi anni.

Il declino dei consumi di idrocarburi non è comunque sufficiente per raggiungere l’obiettivo globale di emissioni zero entro il 2050 che secondo gli scienziati potrebbe consentire di contenere a un grado e mezzo l’aumento medio delle temperature globali. Il contributo del mondo dell’energia a questa sfida è decisivo, dal momento che il settore genera circa tre quarti dei gas serra a livello mondiale.

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