Massimo Vespia, segretario generale della Fns Cisl - Archivio
«Sono stati mesi di intensa attività: è stato faticoso, ma estremamente formativo, un punto di osservazione privilegiato che mi ha consentito di crescere, ascoltando e prendendo esempio da molti delle lavoratrici e dei lavoratori su come agire al meglio nelle nostre due categorie che ci pregiamo di rappresentare, i Vigili del fuoco e la Polizia penitenziaria». Lo sostiene Massimo Vespia, segretario generale della Fns-Federazione nazionale della sicurezza Cisl, in vista del IV Congresso Esserci per cambiare, che si tiene dal 5 al 7 aprile a Tivoli Terme (Roma). È prevista la partecipazione della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, del capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio e del sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia. Oltre che del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra.
Come avete vissuto i mesi della pandemia?
La Cisl ha dimostrato che il sindacato è responsabilità e che sarebbe stato un inutile esercizio di ipocrisia voler continuare a difendere il mondo del lavoro senza mettere al primo posto la tutela della salute dei lavoratori. Lo hanno compreso bene le donne e gli uomini dei Vigili del fuoco e della Polizia penitenziaria che, pur di garantire un servizio indispensabile al Paese durante tutte le fasi della pandemia, hanno pagato un prezzo alto, altissimo in termini di vite umane e sacrifici costanti. Vi è una lezione umana della pandemia che non va rimossa. Non è possibile dimenticare i morti, i medici, gli operatori sanitari e il nostro personale: tutti si sono prodigati in una lotta impari.
E ora la guerra tra Russia e Ucraina…
Le tragiche informazioni provenienti dal fronte, l’orrore che proviamo per le atrocità belliche che si susseguono rischiano di farci mettere tra parentesi l’urgenza di continuare ad aiutare le tante persone vulnerabili che sono state messe a dura prova durante l’epidemia. I prossimi mesi e anni dovranno essere permeati dagli sforzi per sostenere queste persone e le loro famiglie a integrarsi nuovamente nella società, a realizzare il loro potenziale, a partecipare attivamente alla vita familiare, lavorativa, sociale, indispensabile per lo sviluppo della loro personalità, uscendo così dalla discriminazione e solitudine che la pandemia ha generato.
Può tracciare un bilancio della sua segreteria?
Abbiamo lanciato un considerevole piano formativo rivolto ai nostri quadri e dirigenti che ci ha consentito di erogare formazione a distanza per più di 800 delegati su molteplici argomenti con un solo intento: fornire ai nostri rappresentanti nei luoghi di lavoro quella “cassetta degli attrezzi” per poter svolgere al meglio la propria attività, trasformando, di fatto, la formazione in un efficace strumento di informazione per le colleghe e i colleghi che chiedono risposte sempre più immediate. Abbiamo stipulato, inoltre, convenzioni con istituti di formazione di carattere nazionale per garantire ai nostri associati una serie di percorsi, a costi contenuti, per la preparazione ai concorsi banditi dalle nostre amministrazioni. Abbiamo migliorato la comunicazione, attraverso la creazione di un nuovo e più funzionale sito internet e reso ancora più evidente la presenza della Fns Cisl nei canali social con aggiornamenti continui sullo svolgimento di riunioni e di svariate attività di spiccato interesse territoriale. Abbiamo investito sulla capacità di patrocinare i nostri lavoratori in modo più consistente nel corso dei procedimenti disciplinari e garantito una serie di nuove e immancabili tutele come l’assistenza legale gratuita e il rinnovo del polizza di colpa grave.
E poi il rinnovo del contratto dei Vigili del fuoco…
Un evento a dir poco storico, mai verificatosi finora, che ha visto tre organizzazioni sindacali stringere una intesa che ha posto al centro delle proprie rivendicazioni i reali fabbisogni del personale che rappresentano. Siamo riusciti a far passare la linea secondo la quale vi era la necessità di recuperare economie non riconosciute al personale più giovane (rimasto fuori dalla ripartizione dei 165 milioni di euro) e al personale più anziano (penalizzato dal “riassorbimento” della maggiorazione dell’indennità di rischio sempre per effetto delle decisioni unilaterali dell’amministrazione assunte nel processo di armonizzazione stipendiale). Attraverso l’istituzione di nuove indennità è stato possibile riscattare queste due fasce di personale (si vedano gli scaloni retributivi ideati a 8–20–25 anni) e creare altre voci accessorie che prevedessero un incremento in tal senso. Altrettanta attenzione è stata riservata alla parte normativa: è stato salvaguardato il patrimonio di tutele e di diritti del personale e addirittura si è riuscito ad ampliarlo con nuove forme di assistenza al personale. Sul piano previdenziale, contestualmente, anche se fuori dalle trattative contrattuali è stato introdotto l’istituto dei sei scatti stipendiali e nuove misure di previdenza compensativa. Seguiremo con altrettanta attenzione anche gli sviluppi relativi al tema della previdenza complementare, sebbene questi ancora una volta tardino concretamente a palesarsi.
Più difficile la situazione nella Polizia penitenziaria?
Abbiamo sollecitato ripetutamente la ministra della Giustizia e il Consiglio dei ministri a completare con assunzioni straordinarie la dotazione organica decretata fin dal 2017 del personale della Polizia penitenziaria: mancano oltre 5mila unità. Altro tema particolarmente delicato è quello dei suicidi tra il personale della Polizia penitenziaria: tre dall’inizio del 2022, la media di uno al mese. Lo scorso anno sono stati cinque, sei nel 2020, mentre erano stati 11 nel 2019, per un totale di 168 dalla fine del 1990. La Fns Cisl ha denunciato da anni questi numeri e chiesto interventi diretti per risolvere alla radice la grave problematica. Altrettanto rilevante è la questione delle aggressioni quotidiane al personale negli istituti. Troppe promesse senza reali misure in grado di arginare tale criticità. Pretendiamo la giusta attenzione da parte delle istituzioni. Anche tra i Vigili del fuoco il fenomeno dei suicidi è in preoccupante crescita. Manca un vero e proprio supporto psicologico del Dipartimento in grado di assistere i colleghi nella gestione della sindrome burnout (forma di stress correlato).