mercoledì 25 maggio 2011
Brasile, Russia, India Cina e Sudafrica sollevano la propria voce e esprimono preoccupazione di fronte alla possibilità che sia di nuovo un europeo a guidare il Fondo monetario internazionale dopo Strauss-Kahn.
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I Paesi cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India Cina e Sudafrica), sollevano la propria voce e esprimono preoccupazione di fronte alla possibilità che sia di nuovo un europeo a guidare il Fondo monetario internazionale dopo Strauss-Kahn. In una nota scrivono: «Siamo preoccupati per le recenti dichiarazioni pubbliche rese da alti funzionari europei sulla volontà dell'Europa di mantenere un loro membro al posto di direttore del Fmi. Diversi accordi internazionali hanno spinto perché ci sia un autentico processo trasparente basato su criteri di merito e di selezione competitiva del Managing Director del Fmi e delle altre posizioni di rilievo nell'organigramma delle istituzioni di Bretton Woods - proseguono -. La situazione richiede l'abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo».Secondo i Brics, la convenzione secondo cui la selezione del direttore generale del Fmi «è fatta, in pratica, sulla base della nazionalità mina la legittimazione del Fondo stesso. A loro giudizio, in particolare, il prossimo direttore generale «dovrebbe non solo essere una persona fortemente qualificata, con un solido background tecnico e acume politico, ma anche una persona impegnata a continuare il processo di cambiamento e riforma dell'istituzione, per adattarla alle nuove realtà dell'economia mondiale».Le recenti prese di posizione di alcuni alti rappresentanti europei, aggiungono i Brics, «contraddicono inoltre gli annunci pubblici fatti da Jean-Claude Junker nel 2007 - quando venne nominato Strauss-Kahn - secondo cui "il prossimo direttore generale del Fondo monetario non sarà certamente un europeo"».In sostanza il gruppo di Paesi dice di ritenere che «se il Fondo deve avere credibilità e legittimità, il suo direttore dovrebbe essere selezionato dopo un'ampia consultazione con i Paesi membri». A loro avviso, in particolare, tale ruolo andrebbe affidato alla «persona più competente, indipendentemente dalla sua nazionalità». Inoltre, concludono i Brics, «pensiamo anche che un'adeguata rappresentanza dei mercati emergenti e dei Paesi membri in via di sviluppo nel management del Fondo sia critica per la sua legittimazione ed efficacia».
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