sabato 14 gennaio 2012
​La Penisola, con il 42,6%, si piazza alle spalle di Belgio (46,4%), Francia (44,5%) e Austria (43,7%). Se si guarda all'intera Unione europea, scende al sesto posto, visto che comunque resta ancora lontana dal livello della Danimarca (48,5%), salda sul gradino più alto del podio, e della Svezia (46,3%).
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​L'Italia si conferma tra i Paesi europei dove è più alto il peso di tasse e contributi sul Pil. Infatti, nonostante la pressione fiscale nel 2010 sia calata al 42,6%, dal 43,1% del 2009, la posizione ricoperta nella classifica europea è rimasta immutata. La Penisola continua a piazzarsi quarta in Eurozona, alle spalle di Belgio (46,4%), Francia (44,5%) e Austria (43,7%). Se si guarda all'intera Unione europea, l'Italia scende al sesto posto, visto che comunque resta ancora lontana dal livello della Danimarca (48,5%), salda sul gradino più alto del podio, e della Svezia (46,3%).Nella lista stilata da Eurostat, pubblicata nel recente rapporto Tax revenue in the European Union, ad avere una pressione fiscale sopra la media sia di Eurolandia (40,2%) sia dell'Unione a 27 (39,6%) c'è anche la Finlandia (42,3%). Molto più lunga è invece la lista degli stati membri che scontano un livello di imposizione inferiore ai livelli medi del Vecchio Continente, si comincia con la Germania (39,5%) per finire con Bulgaria, Lituania (entrambe 27,4%) e Lettonia (27,5%).Analizzando la graduatoria, quindi, a superare l'Italia sono i "soliti" Paesi scandinavi, ovvero gli Stati che vantano sistemi di welfare tra i più evoluti, strutture che storicamente e inevitabilmente richiedono un maggiore ricorso alla fiscalità generale. Anche Belgio e Austria sono considerati tradizionalmente Paesi ad alta fiscalità. Quanto alla Francia, pur risultando sempre tra i Paesi leader in fatto di pressione fiscale, ha messo a segno uno scatto proprio nel 2010, passando alla seconda posizione tra i membri dell'eurozona e in quarta se si considera l'Unione europea al suo completo. Al contrario, tutt'altro sistema sembra vigere nei Paesi baltici, visto che occupano gli ultimi posti della classifica Eurostat. Bassi tassi si riscontrano anche nei Paesi della Penisola iberica, Spagna (32,9%) e Portogallo (34,8%), per non parlare dell'Irlanda (29,8%), che punta proprio su un ridotto livello di tassazione per attrarre capitale. Per il 2011 e 2012 forse la classifica cambierà sopratutto per l'Italia, che potrebbe salire di posizione viste le ultime previsioni sul livello di pressione fiscale, sia il Centro studi di Confindustria che la Banca d'Italia hanno, infatti, parlato di un tasso che si potrebbe assestare introno al valore record del 45%.
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