martedì 12 dicembre 2017
A patto che le vendite degli spazi pubblicitari siano stati realizzati dai team locali. Anche l'Italia coinvolta
La svolta di Facebook: pagherà le tasse dove produce i ricavi
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Facebook cambia la sua strategia fiscale e in attesa di una web tax che regolamenti l'intero universo dell'economia digitale, annuncia il passaggio ad una "struttura locale" per vendere gli spazi pubblicitari e pagare le tasse. Contabilizzerà i ricavi pubblicitari nel Paese in cui li realizza (a patto che siano frutto di accordi locali) e non più nella sede internazionale di Dublino. La rivoluzione riguarderà anche l'Italia, con ogni probabilità dalla metà del 2018: i ricavi prodotti qui saranno soggetti alla fiscalità italiana.

"Riteniamo che il passaggio a una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai governi e ai policy maker di tutto il mondo che hanno chiesto una maggiore visibilità sui ricavi associati alle vendite che vengono supportate localmente nei rispettivi paesi" ha scritto nella newsroom (la sezione notizie) del social network Dave Wehner, Chief financial officer di Facebook. La società, ha aggiunto il Cfo, conta di realizzare il cambiamento nel corso del 2018, con l'obiettivo di completarlo in tutti gli uffici (una trentina in tutto il mondo) entro la prima metà del 2019. Il nuovo corso richiederà anche un'analisi delle leggi locali di ogni paese interessato. "Ogni paese è unico e vogliamo essere sicuri di realizzare questo cambiamento in modo corretto - ha spiegato Wehner -. Si tratta di un grande impegno, che richiederà risorse significative. Introdurremo nuovi sistemi e modalità di fatturazione per garantire una transizione agevole alla nostra nuova struttura".

Facebook ha avviato la trasformazione anche nel Regno Unito e in Australia, dove ora contabilizza localmente i ricavi realizzati con il supporto dei team locali. Il quartier generale di Menlo Park (California) continuerà ad essere la sede centrale di Facebook negli Stati Uniti, e gli uffici a Dublino continueranno ad essere l'headquarter internazionale. "Ottima notizia, anche gli altri colossi di internet dovrebbero fare altrettanto. Bene che si giochi d'anticipo sull'entrata in vigore della web tax, applicando il giusto principio che le tasse vanno pagate dove i profitti vengono realizzati ed i servizi venduti" ha commentato l'Unione Nazionale Consumatori.

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