venerdì 23 febbraio 2024
Camerieri e cuochi i profili più richiesti da qui ad aprile. L'offerta di lavoro è cresciuta del 13% rispetto all'anno scorso. Per i ponti di primavera si prospetta il tutto esaurito
La ristorazione cerca 172mila addetti, ma trovarli è un'impresa
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La macchina del turismo si sta mettendo in moto in vista della Pasqua e dei ponti di primavera. Ma con la spada di Damocle della mancanza di personale, un problema emerso in maniera drammatica dopo la pandemia. Saranno più di 172mila le assunzioni nella ristorazione tra febbraio e aprile di quest'anno, il 13% in più rispetto allo stesso trimestre del 2023. Il dato rappresenta il 70% del totale previsto per l'intero settore del turismo, che avrà bisogno di 246mila addetti Con la bella stagione alle porte e l'arrivo delle festività, le imprese stagionali si preparano a riaprire i battenti in vista della ripresa dei flussi turistici. Il turismo è al secondo posto tra i settori più attivi nella ricerca di personale.

A mettere nero su bianco le cifre, sulla base dei dati Unioncamere-Excelsior, il Centro studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, secondo cui le aspettative sulle presenze nel mese di aprile 2024 sono positive e dovrebbero quantomeno confermare i numeri del 2023, quando toccarono quota 28 milioni.

Le professioni relative alla ristorazione sono quelle che offrono maggiori opportunità di lavoro: solo nel mese di febbraio la richiesta è stata di 40mila addetti. In testa tra le figure professionali più ricercate si confermano i camerieri, con oltre 65mila profili nel trimestre. Seguono, poi, i cuochi con 42mila assunzioni previste e i baristi con oltre 24mila posti da coprire.Nello specifico, per il 56,7% dei casi si ricerca personale che abbia già esperienza specifica nel settore a dimostrazione che si privilegia la professionalità, con una preferenza per la fascia di età tra i 25 e i 44 anni. A fronte di questi trend, poco meno di un'azienda su due (il 49,2%) lamenta ancora difficoltà nel reperimento del personale, prevalentemente per il ridotto numero di candidati. Una dinamica che, tuttavia, risulta in contrazione, seppure lieve, se confrontata con quella del 2023, quando era del 52% la quota di aziende che lamentava difficoltà di reperimento di personale.

Sono soprattutto le rertibuizioni basse e i turni di lavoro "lunghi" a scoraggiare i giovani da intraprendere un lavoro nella ristorazione collettiva. Ancora in sospeso il rinnovo del contratto di lavoro scaduto nel 2021 e che riugarda oltre un milione di lavoratori impegnati in 330mila impese del settore. La trattativa è ferma da mesi, a dicembre i sindacati si sono mobilitati con una giornata di sciopero per contestare le richieste delle associazioni imprenditoriali considerate peggiorative.

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