venerdì 29 aprile 2011

Rispetto alla rilevazione di settembre 2010, l’indice generale a marzo 2011 è cresciuto di oltre 2 punti arrivando a quota 37 e superando il livello raggiunto ad aprile 2009. In grande crescita il sotto-indice della fiducia nelle imprese che entra finalmente in territorio positivo con 52 punti

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Spunta un pallido sole anche se qualche nube continua a oscurare l’orizzonte del mercato del lavoro in Italia. Dopo due anni i lavoratori italiani sembrano essere più ottimisti.

Il dato generale dell’Indice di fiducia dei lavoratori dipendenti italiani - realizzato da Gi Group in collaborazione con OD&M Consulting - è cresciuto a marzo di 2,1 punti rispetto a settembre 2010, arrivando così a 37 punti su una scala da 0 a 100.  Un valore generale non ancora certo positivo, ma che per la prima volta supera la quota “psicologica” dei 36 punti, livello raggiunto nella rilevazione di aprile 2009.

L’Indice di fiducia dei lavoratori dipendenti italiani – giunto alla sua quinta edizione - è una rilevazione statistica nazionale semestrale basata su 3.700 lavoratori dipendenti rappresentativi di tutte le categorie professionali e sull’intero territorio italiano. Sono diplomati (35%) e laureati (32%) e appartenenti ad una fascia d’età compresa per lo più tra i 41 e i 50 anni (36%) e nella fascia 31-40 anni (41%). In costante crescita l’ottimismo dei giovani under 31 (40 punti, + 1,7 rispetto a settembre 2010 e + 1,3 da aprile 2009), mentre per la prima volta, flette la fiducia dei dirigenti (41 punti, - 0,70 rispetto a settembre).

Delle quattro aree che compongono l’Indice generale, rispetto settembre 2010 è decisamente positiva per la prima volta la fiducia verso l’impresa (52 punti, + 4)  e molto alto anche il livello di ottimismo nel mercato del lavoro (46 punti, + 6). Stabile, ma su valori molto più bassi, invece, la fiducia nella propria situazione personale (28 punti), mentre in costante flessione da aprile 2009 quella nelle istituzioni nazionali e sovranazionali (20 punti, - 3 rispetto a settembre 2010, - 7 da aprile 2009).

“I dati dell'indice di fiducia dei lavoratori ci danno un quadro composito - afferma Stefano Colli-Lanzi, Amministratore Delegato di Gi Group – La fiducia nel mercato del lavoro è in aumento e questo ci rinfranca, in quanto come intermediari, a partire dalla crisi, abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato ad ampliare  il nostro ruolo. Da erogatori di flessibilità per le aziende siamo arrivati ad offrire percorsi di carriera, formazione, percorsi di reinserimento professionale a persone che sono state espulse dal mercato del lavoro. Tutto ciò fa si che le persone vedano un mercato del lavoro più efficiente ed in grado di offrire più opportunità. La fiducia nell'impresa, che per la prima volta è superiore al valore di 50, dimostra anche che la dicotomia azienda-lavoratore, interpretata  in modo prettamente ideologico, non ha più senso di esistere; imprenditori e lavoratori sono pronti a lavorare insieme per il bene dell'azienda; questo significa dare il via ad una contrattazione di secondo livello più estesa. Permangono bassi i valori su istituzioni e situazione personale; per quest’ultima ritengo che il livellamento del valore verso il basso sia figlio di un periodo di transizione in cui tutti i lavoratori si trovano: mi riferisco al passaggio che il nostro mercato del lavoro sta facendo dal concetto di posto fisso a quello di "occupabilità" o employability: un passaggio anche culturale in cui non è più il sistema a garantire al lavoratore stabilità, ma è l'individuo stesso che deve mettere a frutto le proprie competenze, appoggiandosi su un mercato del lavoro strutturato e su intermediari professionali”.

In calo invece la fiducia nel governo, sindacati e Unione Europea di migliorare la situazione del mercato del lavoro (rispettivamente 14,97 e 15,52 punti i primi due soggetti).

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