giovedì 27 ottobre 2022
Prosegue la stretta sulla politica monetaria dell'istituto centrale per constrastare la salita dell'inflazione. Istat: ad ottobre nuovo calo per la fiducia di consumatori e imprese
La presidente della Bce Christine Lagarde

La presidente della Bce Christine Lagarde - Reuters

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Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di innalzare di 75 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 2%, al 2,25% e all'1,5%. La decisione è stata presa con l'obiettivo esplicito di contrastare l'inflazione, nonostante il pericolo recessivo sull'Eurozona sia sempre più imminente.

Non solo, come avverte la presidente della Bce Christine Lagarde, la Bce potrebbe dover alzare i tassi ancora in "diverse riunioni". Parole che mettono in forse l'ipotesi che dopo un nuovo rialzo a dicembre la Bce sia destinata a prendere una pausa.
Lagarde si è rifiutata di indicare il tasso "terminale", quello a cui la Bce intende fermarsi, spiegando che dipenderà dai dati e sulla base di valutazioni fatte a ciascuna riunione del Consiglio direttivo: "Ad un certo punto dovremo naturalmente identificare il tasso che porti l'inflazione all'obiettivo del 2%".

Se le Borse, avendo già assorbito il colpo nei giorni scorsi, hanno reagito senza particolari scossoni alla mossa della Bce. Ancor prima del rialzo dei tassi l'Istat aveva riferito un nuovo calo della fiducia di imprese e consumatori. Per quanto riguarda le imprese, siamo al quarto mese consecutivo di calo: a ottobre l’indice è passato da 105,1 a 104,5. Il clima di fiducia peggiora in tutti i comparti (nel settore manifatturiero l'indice passa da 101,2 a 100,4, nelle costruzioni da 159,5 a 157,5 e nel commercio al dettaglio da 110,5 a 108,7) ad eccezione dei servizi di mercato dove l'indice rimane sostanzialmente stabile, passando da 95,8 a 95,9.

La fiducia dei consumatori è ai minimi da maggio 2013

La fiducia dei consumatori è ai minimi da maggio 2013 - Ansa

Nel comparto manifatturiero si rileva un peggioramento dei giudizi sulla domanda e un incremento delle giacenze di prodotti finiti, mentre sono in leggero miglioramento le attese sulla produzione. Nelle costruzioni si registra un peggioramento dei giudizi sugli ordini mentre le aspettative sull'occupazione presso l'impresa sono in aumento. Per quanto riguarda il comparto dei servizi di mercato, le attese sugli ordini e i giudizi sull'andamento degli affari registrano un miglioramento mentre il saldo dei giudizi sugli ordini diminuisce. Nel commercio al dettaglio, infine, tutte le componenti registrano un deterioramento, che riguarda essenzialmente la distribuzione tradizionale.

Per quanto riguarda invece l'indice di fiducia dei consumatori, si stima un peggioramento di tutte le variabili ad eccezione delle attese sulla situazione economica del Paese. Il clima corrente e quello personale registrano i cali più accentuati passando, rispettivamente, da 96,9 a 91,0 e da 99,3 a 94,3; il clima economico e quello futuro subiscono flessioni più contenute (rispettivamente da 81,3 a 77,6 e da 91,8 a 88,8).


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