mercoledì 12 gennaio 2011
Aspri scambi di battute davanti ai cancelli della fabbrica di Mirafiori durante una visita di Vendola. Il Lingotto organizza assemblee con gli operai per illustrare il contenuto dell'intesa. Insorge la Fiom: «Ai lavoratori viene chiesto come voteranno». Berlusconi punta sul sì. Leader Cgil: «Sue parole un danno per l'Italia». Urne aperte domani fino alle 22.
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Ultime battute per Mirafiori, oggi è la vigilia del referendum sull'intesa sottoscritta da Fiat con Fim, Fismic, Ugl, Uilm, ma non con la Fiom. Urne aperte domani fino alle 22. Forte tensione, urla, liti e slogan all'arrivo del leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola ai cancelli di Mirafiori a causa di una contestazione organizzata dai sindacalisti della Fismic. Dapprima alcuni aderenti a questo sindacato hanno urlato davanti a fotografi e telecamere, intimando a Vendola di andarsene, «perché il comunismo è finito». Poi hanno mostrato fotocopie di un articolo de Il Giornale critico nei confronti del leader di Sel. Questa decina di attivisti è stata fronteggiata da altrettanti sostenitori di Vendola e tra i due schieramenti sono volati insulti, minacce e qualche sputo.VENDOLA: «REFERENDUM È UNA PORCATA»«Un referendum come questo è una porcata per usare la celebre espressione di Calderoli». Lo afferma il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola ai cancelli di Mirafiori a proposito della prossima consultazione sull'accordo alle Carrozzerie. «Bisogna avere rispetto di tutti i lavoratori - ha aggiunto Vendola - comunque voteranno e io non voglio parlare di un orientamento al referendum perché decidono i lavoratori». «Il governo non è assente, il governo che avrebbe dovuto svolgere il ruolo dell'arbitro tra le due squadre è invece sceso in campo a gamba tesa dalla parte di Marchionne», ha aggiunto il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, in merito al prossimo referendum sull'accordo Fiat. «Questo è davvero un fatto gravissimo, inaudito - ha aggiunto Vendola - perché snatura anche le relazioni industriali nel momento in cui il Governo scende in campo contro i lavoratori».BERLUSCONI SI SCHIERA CON MARCHIONNENel caso in cui il referendum bocciasse l'intesa raggiunta «le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri Paesi». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, commentando l'accordo raggiunto tra Fiat e sindacati. Il premier, nel corso della conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è comunque augurato «che la vicenda possa avere esito positivo».CAMUSSO: «PAROLE BERLUSCONI-MARCHIONNE DANNO PAESE»«Il presidente del Consiglio sta facendo una gara con l'amministratore delegato della Fiat tra chi fa più danno al nostro Paese». Lo afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, commentando le parole del premier, Silvio Berlusconi, secondo cui se passa il no al referendum di Mirafiori ci sono buoni motivi per lasciare l'Italia.BERSANI, BERLUSCONI SI VERGOGNI PENSI ALL'ITALIA«Berlusconi non se ne accorge perché è un miliardario ma noi paghiamo a lui uno stipendio che gli sembrerà misero per occuparsi dell'Italia e fare gli interessi del Paese e non per fare andare via le aziende». Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani giudica «vergognose» le parole del premier Silvio Berlusconi per il quale è comprensibile che la Fiat lascia l'Italia se al referendum non passa l'accordo.FIOM ACCUSA AZIENDA: «ASSEMBLEE PER CHIEDERE DI VOTARE SI'»«I dirigenti della Fiat stanno incontrando gruppi di lavoratori per spiegare l'accordo, ma di fatto per chiedere di votare sì». A dirlo è il responsabile del settore auto della Fiom Giorgio Airaudo, che accusa la Fiat di fare sindacato svolgendo le proprie assemblee. La Fiat ha risposto che «è nelle sue prerogative» spiegare un accordo che l'azienda ha firmato. «Da questa mattina, alle Carrozzerie di Mirafiori - afferma Airaudo - si sta verificando un fenomeno singolarissimo. La produzione viene fermata dall'azienda e gruppi di lavoratori vengono riuniti dalla gerarchia aziendale che spiega loro, a modo suo, i contenuti dell'accordo separato del 23 dicembre. In pratica, la Fiat sta facendo le sue assemblee».
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