mercoledì 14 dicembre 2011
Marchionne: «Nostro dovere privilegiare Italia». Alcune decine di manifestanti hanno presidiato l'area antistante il varco principale dello stabilimento campano. Slai Cobas e Fiom contro piano del Lingotto.
Fiat, firmato l'accordo per il nuovo contratto
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​«Ribadisco qui l'impegno mio e della mia famiglia a sostenere gli sforzi di Sergio Marchionne che hanno l'obiettivo di fare Fiat-Chrysler un grande gruppo che fa grandi automobili». Lo ha affermato John Elkann aprendo a Pomigliano l'incontro per presentare la nuova Panda.La storia di Pomigliano smentisce «il luogo comune che nel Mezzogiorno non si voglia lavorare, non è vero». «Oggi - ha detto Elkann - è un giorno di festa, il nostro futuro è fatto di prodotti. Abbiamo successo e vogliamo continuare ad averlo. La Panda è un esempio concreto di questo. Qui investiamo 800 milioni di euro, è un segno concreto che l'unico modo per fare investimenti nelle auto è avere le condizioni di competitività».Quattro operai di Fabbrica Italia Pomigliano hanno consegnato al responsabile commerciale Fiat la prima Panda realizzata nello stabilimento e completamente autografata dai lavoratori. Olivier Francois ha invitato Marchionne e Elkann a firmare la vettura. «Questa è l'Italia che piace al mondo», ha commentato Francois che ha definito la Panda "determinante per il futuro della Fiat».Alcune decine di manifestanti hanno presidiato l'area antistante il varco principale dello stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco, dove il presidente del Lingotto John Elkann, e l'ad Sergio Marchionne, hanno presentato alla stampa la nuova Panda. I manifestanti, iscritti a Slai Cobas, Fiom e appartenenti al mondo dell'associazionismo e di alcuni partiti di sinistra, hanno esposto alcuni striscioni, e occupato in parte la carreggiata stradale, ma sono stati invitati dalle forze dell'ordine a lasciare la strada per consentire il passaggio ai pullman di giornalisti provenienti da Napoli.MARCHIONNE, NOSTRO DOVERE PRIVILEGIARE ITALIA«Il nostro dovere è privilegiare il Paese in cui la Fiat ha le proprie radici». Lo ha affermato Sergio Marchionne, l'ad della Fiat, presentando la nuova Panda. «La nostra scelta di fare qui la Panda - ha spiegato Marchionne - non è basata su principi economici e razionali. Lo abbiamo fatto considerando la storia della Fiat in Italia, il rapporto privilegiato con il Paese».PASSERA E FORNERO IN VISITA A POMIGLIANOI ministri dello Sviluppo Economico, Corrado Passera e del Lavoro, Elsa Fornero hanno visitato questa mattina lo stabilimento di Pomigliano della Fiat dove è stata presentata alla stampa internazionale la Panda. Ad accoglierli il presidente del Lingotto, John Elkann e l'amministratore delegato, Sergio Marchionne. I ministri sono arrivati a Pomigliano in elicottero: ad aspettarli Elkann e Marchionne che, a bordo di una Panda azzurra li hanno accompagnati al montaggio dello stabilimento, dove hanno visto la linea della Panda in funzione. Qui erano presenti numerosi manager della Fiat. Passera e Fornero hanno visto dei filmati sulla nuova vettura, sulla rinascita della fabbrica e sui programmi futuri della Fiat. Hanno stretto la mano a centinaia di lavoratori che indossano la tuta bianca, così come hanno fatto anche Elkann e Marchionne.FIAT PRESENTA NUOVA PANDA, RIPARTE POMIGLIANOHa decretato la rottura tra i sindacati, diviso i lavoratori, e dato il via all'uscita di Fiat da Confindustria. Ma la nuova Panda prodotta a Pomigliano dalla newco Fip, è anche il "motore" della speranza per 4.367 lavoratori, che dopo tre anni di cassa integrazione, e il rischio di chiusura dello stabilimento Giambattista Vico, hanno finalmente tirato un respiro di sollievo e accolto l'ad Sergio Marchionne, e il presidente John Elkann per la presentazione alla stampa dell'utilitaria costata al Lingotto 700 milioni di euro di investimento. Duecentocinquanta giornalisti italiani, e cinquecento stranieri, hanno provato su strada la vettura, su un percorso che va da Pomigliano a Napoli, e incontrato i vertici del Lingotto proprio tra gli operai al lavoro per produrre la nuova auto al posto dell'Alfa 159, ultimo modello realizzato a Pomigliano, che dopo 40 anni dice addio al marchio Alfa Romeo.FIOM SU PIEDE GUERRA, GOVERNO NON STIA A GUARDARE La Fiom intanto non si arrende e, contro il nuovo contratto che cancella la sua presenza nelle fabbriche Fiat, mette in cantiere iniziative di lotta. A metterle a punto sarà la direzione nazionale venerdì che convocherà l'assemblea dei delegati (non si sa ancora se prima o subito dopo Natale), ma già oggi la questione è stata al centro di una riunione con i segretari provinciali Fiom delle realtà dove è presente la Fiat, alla quale ha partecipato anche la leader Cgil, Susanna Camusso. Il sindacato di Maurizio Landini si rivolge al governo a cui chiede «di non stare a guardare» perché «il contratto peggiora le condizioni di lavoro e limita le libertà sindacali». A Fim e Uilm poi l'accusa di «avere accettato di ridursi a sindacato aziendale e corporativo, abdicando così alla loro storia di sindacati confederali» e di avere firmato «un accordo che cancella il contratto nazionale e di fatto estende l'accordo di Pomigliano in tutte le fabbriche, senza avere ricevuto alcun mandato dai lavoratori». A Giorgio Airaudo, responsabile Auto, non piace la decisione di fare votare sull'accordo le Rsu e non i lavoratori «come ultimo atto prima del loro scioglimento: è una foglia di fico e una violazione dell'accordo del 28 giugno che prevede il voto delle Rsu solo per gli accordi aziendali. La Fiat ha costretto alla resa con il superamento del contratto nazionale di lavoro una parte del sindacato. Per quel che ci riguarda la vertenza continua».
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