giovedì 16 settembre 2010
Oggi il Gruppo si divide in due. L'assemblea degli azionisti convocata di Torino darà l'ok all'operazione di scissione dell'auto dai trattori Cnh e dai camion Iveco, con la nascita di due società autonome operative da gennaio 2011: la più grande trasformazione del gruppo negli ultimi decenni.
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Parola ai soci Fiat. L’assemblea ordinaria e straordinaria del Lingotto è chiamata oggi a votare la «scissione dei business veicoli industriali, macchine agricole e per le costruzioni e relativi motori e trasmissioni». In altre parole lo «scorporo» (o «spin-off», come lo chiamano i tecnici) dell’Auto dal resto della galassia Fiat. Operazione approvata dal Consiglio di amministrazione il 21 luglio e che prevede l’ok dell’assemblea essendo di fatto una scissione societaria. Con il «sì» degli azionisti nasceranno due società, entrambe quotate in Borsa: dentro alla prima scatola entreranno Fiat Group Automobile, Maserati, l’85% della Ferrari, la partecipazione in Chrysler, la componentistica (Magneti Marelli, Teksid e Comau) e i «motori» prodotti da PowerTrain. In Fiat Industrial, la seconda scatola, ci saranno invece Cnh (macchine agricole), Iveco (camion) e Fpt Industriale & Marine (attività di motori e trasmissioni per autovetture e veicoli commerciali leggeri).Secondo la tempistica indicata dall’Ad Sergio Marchionne in aprile durante l’Investor Day, il completamento dello scorporo e la quotazione delle due società sono previsti per fine anno. Lo scorporo non ha effetti finanziari e patrimoniali per gli azionisti della Fiat, che riceveranno infatti un’azione «Fiat» e una «Fiat Industrial» per ogni titolo posseduto di Fiat SpA.Fiat Industrial ha già ricevuto un impegno formale da parte di un pool di anche (Barclays Capital, Bnp Paribas, Citi, Crédit Agricole, Intesa Société Génerale, Royal Bank of Scotland e Unicredit) per un nuovo finanziamento da 4 miliardi di euro che il Lingotto si aspetta «possa essere finalizzato prima della data di scissione». Il nuovo finanziamento comprende un prestito ponte da 2,5 miliardi e linee di credito revolving da 1,5 miliardi.Le due società post-scorporo dovrebbero vedersi ripartiti in modo paritetico i debiti , anche se nel bilancio pro-forma 2009 dei 4,4 miliardi di indebitamento netto relativo alle attività industriali, 741 milioni resterebbero in Fiat e 3,67 miliardi (83%) andrebbero all’Industrial. Fiat ha in ogni caso la necessità di rifinanziare il debito in scadenza quest’anno, un debito composto da circa 3,4 miliardi di prestiti bancari, 500 milioni di bond e 800 milioni di altri strumenti finanziari. Secondo quanto riportava ieri Il Sole 24 Ore, la Consob avrebbe chiesto a Torino maggiori dettagli proprio sui debiti. Alle integrazioni verbali che eventualmente fornirà Marchionne seguiranno quelle scritte, in modo da aggiornare il documento informativo sullo scorporo datato 4 settembre con i dati semestrali e indicazioni sulla chiusura dell’esercizio in vista della quotazione separata dei due titoli.«L’azienda si sta riorganizzando a livello internazionale e anche nazionale – ha commentato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni – ma il problema vero è se Fiat in questo momento cruciale farà gli investimenti che abbiamo pattuito, i 20 miliardi di euro. Noi vigileremo perché ciò avvenga e spero lo faccia tutto il sindacato e la politica».
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