sabato 4 giugno 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono dati in controtendenza rispetto al comune modo di percepire il fenomeno immigrazione quelli presentati a Trento, durante l'11a edizione del Festival dell'Economia. I numeri degli economisti indicano che anche l'immigrazione può essere un “luogo della crescita”. Non solo culturale ma anche economica. Investire a livello europeo 69 miliardi per l'accoglienza di 2 milioni di migranti, ad esempio, produrrebbe un ritorno economico per l'economia continentale di 126 miliardi. L'Italia ovviamente non sfugge a questo ragionamento: “già oggi – ricorda Carlotta Sami, portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati – i migranti garantiscono 7 miliardi al sistema pensionistico italiano”.
obcYkPn8HL4;430;242
In pratica, senza il loro contributo, difficilmente lo Stato potrebbe erogare assegni e pensioni a un numero importante di nostri connazionali. Gli addetti ai lavori quindi puntano il dito contro i movimenti xenofobi e populisti che descrivono un'emergenza immigrazione: i flussi attuali – sostengono – sono tali da non poter parlare di emergenza, perché rappresentano meno dell'1% della popolazione totale del continente europeo. Per trasformare il fenomeno da problema a risorsa occorre un cambio di approccio da parte degli Stati: quelli che lo stanno facendo, come Stati Uniti e Germania, ottengono buoni risultati. Il segreto? Inserire gli immigrati in percorsi di inserimento per dotarli delle competenze richieste dal tessuto produttivo, per venire incontro alle esigenze del mercato del lavoro.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: