venerdì 13 marzo 2020
Dal 2018 balzano al +38%, sono il 18% del totale e il 32% degli under 35. Tra le regioni più "rosa": Molise (26,9%), Sicilia (25,2%), Lazio (23,2%)
In aumento le dirigenti private
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La strada è ancora lunga, ma la rincorsa continua. Infatti, nel 2018, ultimo dato disponibile Inps, le donne sono il 17,6% dei dirigenti privati (erano il 17,1% l’anno precedente), ma ben il 31,5% tra gli under 35 e il 28,1% tra gli under 40. La crescita, in atto da anni, è continuata anche nell’ultimo periodo, che ha visto negli anni scorsi i dirigenti in calo per la forte crisi. Infatti, dal 2008 al 2018 i dirigenti privati sono diminuiti del 4,2%, -10,3% gli uomini e +32,7% le donne. Anche nell’ultimo anno, dove i dirigenti sono invece tornati a crescere in modo più sostenuto (+0,8%% 2018/2017) sono aumentate quasi solo le donne (+3,9%), a fronte del +0,2% degli uomini. Questi i dati dell’ultimo Rapporto donne Manageritalia, atteso e puntuale ogni anno in occasione della festa della donna. La rincorsa delle manager "rosa" continua quindi con forza e il peso che hanno tra i dirigenti under35 (31,5%) e under40 (28,1%) ben ci rappresenta il prossimo futuro.

Tra le regioni più "rosa" spiccano sul podio Molise (26,9%), Sicilia (25,2%) e Lazio (23,2%), seguono Basilicata (21,4%) e Lombardia (19,6%). A fondo classifica troviamo terzultima la Calabria (11,3%) e addirittura sotto il 10% di peso femminile Abruzzo (8,8%) e Trentino-Alto Adige. E se, nelle regioni e province più piccole, spesso il limitatissimo numero di dirigenti e le imprese familiari possono incidere non poco, in Lombardia e nel Lazio e nelle province più economicamente avanzate il fenomeno è lampante e incessante. Naturalmente la Lombardia (9.620 donne dirigenti 47,9% del totale nazionale) è trascinata da Milano (7.760, 38,6% del totale nazionale) e insieme sono rispettivamente regione e provincia con la maggiore presenza numerica di donne dirigenti, seguono Lazio (4.095, 20,4%) e Roma (3.961, 19,7%).

La crescita delle donne dirigenti è supportata e rafforzata anche dai numeri dei quadri privati, manager a tutti gli effetti e vero serbatoio per la futura dirigenza. Qui oggi le donne sono il 29,9% a livello generale, il 36% tra gli under 35 e il 34,4% tra gli under 40. Lazio (34,2%), Sardegna (33,5%) e Lombardia (31,6%) si confermano le regioni più rosa. In questo caso i quadri, cresciuti del 17% dal 2008 al 2018, vedono le donne al +40 e gli uomini al + 9,3%.

«Le donne manager – commenta Luisa Quarta, coordinatrice Gruppo Donne Manager Manageritalia Lombardia – sono in continuo aumento da anni, perché tra i giovani che entrano nel mondo del lavoro hanno livelli formativi pari quando non superiori agli uomini, ma anche per un miglioramento, sia pur ancora debole, della cultura del merito e del valore della diversity nelle aziende e nella società. C’è tanto da fare e noi da anni lavoriamo per favorire prima di tutto un cambiamento culturale, ma agiamo anche con azioni concrete quali Un Fiocco in Azienda, un programma concreto per aiutare genitori e aziende ad affrontare serenamente la maternità e facilitare il rientro in azienda delle mamme».

«Proprio questa sventurata crisi stressa alcuni problemi – aggiunge Quarta – ed evidenzia alcune opportunità. Sul fronte positivo, essere riusciti a mettere tante persone a lavorare da casa evidenzia come si possa farlo, superando barriere culturali, di mentalità e normative come avvenuto nell’emergenza. Certo, bisognerà farlo meglio passando non tanto a un lavoro da casa o telelavoro, che è quello che tanti stanno facendo oggi, ma ad un vero smart working. Cioè deve cambiare anche e soprattutto l’organizzazione del lavoro, facilitata dalla normativa e spinta dalle necessità competitive delle aziende. Un passo ormai non più rimandabile che avrà notevoli vantaggi in termini di worklife balance, benessere, produttività e competitività per persone e aziende. E qui noi manager qui abbiamo tanto da fare e da dare».

«Resta poi il fatto – chiude Quarta – che questo non basta, perché come evidenziato e estremizzato dalla chiusura delle scuole i carichi familiari sbilanciati quasi solo sulla donna, non possono avere quale supporto solo i nonni che non tutti hanno e nella vita sempre più mobile di oggi tanti hanno lontani. Prendiamo quindi atto che, più che la parità delle donne, dobbiamo gestire a vantaggio di tutti, anche delle aziende e dello sviluppo economico il valore della diversity e quello simmetrico di una società che con un aggiornamento rapido ed efficace di cultura e servizi a supporto crei davvero pari opportunità, perché ciascuno si possano esprimere a tutto vantaggio della collettività».



Proprio sulla “affermazione della diversità come normalità” lavorano da tempo il Gruppo Donne Manager di Manageritalia Milano e gli altri gruppi presenti sul territorio all’interno delle Associazioni dell’organizzazione dei manager del terziario. Forte di questa mission il Gruppo Donne Manager di Manageritalia Milano, che ad aprile festeggerà 23 anni dalla sua nascita, ha in serbo una serie di sorprese per nulla normali.



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