sabato 2 gennaio 2021
Lunedì le rispettive assemblee daranno il via libera definitivo alla creazione del 4° Gruppo mondiale. In Polonia la prima sinergia, con tre modelli Fca costruiti su piattaforma Peugeot
La sfida di Fca e Psa: Stellantis scalda i motori
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Dopo anni di trattative iniziate da Sergio Marchionne, l’uomo che non ha fatto in tempo a veder realizzato il suo grande progetto, lunedì le assemblee degli azionisti di Fiat-Chrysler e di Psa Peugeot-Citroen, attraverso le rispettive assemblee dei soci, daranno il via libera definitivo al progetto di fusione tra il Gruppo italoamericano del Lingotto e quello francese. Ufficializzando cioè la creazione di Stellantis, il nuovo colosso mondiale dell’automobile da 180 miliardi di euro di fatturato, 400mila dipendenti e 8,7 milioni di vetture prodotte l’anno, in un’operazione che dovrebbe concludersi entro la fine di gennaio con la quotazione del nuovo Gruppo a Milano, Parigi e New York e la fissazione della sede legale ad Amsterdam.

Ufficialmente si tratta di un’aggregazione paritetica tra le due società, ma nei fatti l’operazione è un’acquisizione di Fca da parte di Psa. Non solo perché i documenti ufficiali depositati presso le autorità olandesi che impongono che sia esplicitato un compratore e un venditore dicono nero su bianco che è Psa a comprare Fca. Ma soprattutto per la composizione del futuro Cda, con 5 membri di nomina Psa e 5 di nomina Fca, ma con il Ceo designato Carlos Tavares (attuale ad di Psa) che fa pendere il piatto della bilancia dalla parte francese. E proprio nelle mani dell’abile manager di origini portoghesi che cinque anni fa salvò Peugeot-Citroen dal fallimento rilanciandola sul mercato che sta il futuro strategico di Stellantis, pronta a diventare il quarto gruppo mondiale dell’auto.

Tavares sarà impegnato su due fronti: il completamento nei prossimi mesi del piano 'Push to pass' di Psa, funzionale all’inglobamento di 14 marchi automobilistici e di due per i servizi (mobilità con Free2Move e post vendita con Mopar) della nuova società che diventerà un vero gruppo globale per dimensioni e piattaforme, con stabilimenti sparsi in tutto il mondo: Francia, Italia, Germania, Polonia, Serbia, Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile, Argentina, Turchia, India e Cina. La sfida da vincere è sostanzialmente quella tecnologica: con 33mila addetti alla ricerca e sviluppo raggruppati nella nuova realtà, Stellantis potrà accelerare la trasformazione delle sue auto, puntando sull’elettrificazione di tutta la gamma in un piano che per unire realtà diverse tra loro impiegherà comunque non poco tempo. I due Gruppi confluiti hanno annunciato di aspettarsi 5 miliardi di sinergie in 4 anni che deriveranno in gran parte dalla possibilità di condividere le spese di sviluppo e dal potenziamento della rete di vendita.

Una delle priorità del nuovo colosso sarà quella di migliorare la propria penetrazione sul mercato cinese, indispensabile terreno di confronto per la quantità di vetture assorbite, dove sia Psa sia Fca sono attualmente penalizzate da numeri molto bassi. E al tempo stesso sfondare sul mercato americano, dove Fca ha già ottime performance grazie a Jeep e Ram, ma Psa è praticamente assente. Non casuale in quest’ottica è stata la scelta di Mike Manley, attuale numero uno di Fca, statunitense di passaporto, di esperienza e di logistica operativa, piazzato a gestire gli interessi americani del Gruppo.

Nel frattempo i marchi del nuovo Gruppo continueranno le singole attività di lancio di nuovi prodotti e restyling dei modelli già in gamma. Per Fca, tra anteprime e rinnovamenti, saranno 16 nei prossimi mesi, a partire dalle novità Alfa Romeo Tonale, Fiat Ducato elettrico, Fiat Tipo ibrida, Fiat 500X ibrida e Jeep Renegade ibrida, e tre Maserati: MC20, Grecale e Levante ibrida. Psa proporrà invece le nuove Citroën C4 ed e-C4, Opel Mokka e Astra, DS 4 e DS 9, la sportiva Peugeot 508 PSE e aggiornamenti vari. Il secondo obiettivo sarà quello di gestire i singoli marchi in maniera omogenea, sfruttando le sinergie ed evitando quelle sovrapposizioni che preoccupano non poco in prospettiva occupazionale. Tavares ha già chiarito che punterà tutto sulla valorizzazione della specificità di ogni brand, in uno schema circolare nel quale Fiat, Citroen e Opel sono e saranno i marchi di volume, Lancia quello che esprime l’italianità e Ds lo stile francese, Peugeot un posizionamento più alto rispetto al passato, Alfa Romeo la sportività e Maserati il lusso.

Argomento fondamentale sarà quello delle piattaforme. È di pochi giorni fa l’annuncio di Fca che investirà 2 miliardi di euro nel suo stabilimento di Tychy, in Polonia, dove attualmente vengono costruite Fiat 500 e Lancia Ypsilon, per prepararlo alla produzione di tre nuovi modelli a marchio Jeep, Fiat e Alfa Romeo che disporranno anche di motorizzazioni solo elettriche. Si tratta con ogni probabilità di tre piccoli Suv che per la prima volta verranno costruiti sulla piattaforma CMP di Peugeot, e rappresenteranno la prima vera interazione tra Fca e Psa.

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