mercoledì 29 novembre 2023
L'indagine di Assogomma sui primi 9 mesi dell'anno: conti in ribasso per il 50% delle aziende. Contrazioni anche nel settore dell'auto
Fatturato in calo e riciclo difficile, la gomma italiana non sta bene
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Fatturato in calo e riciclo sotto le potenzialità: il settore della gomma in Italia non sta benissimo. Le industrie italiane confermano, anche per i primi nove mesi del 2023, le difficoltà di una situazione produttiva e commerciale che è fortemente influenzata dall'incertezza per le crisi belliche in atto, dagli elevati costi delle materie prime e dell'energia oltre che dalla contrazione dei mercati di riferimento. E' quando risulta da un'indagine che Assogomma - che rappresenta l’industria della gomma ed in particolare degli articoli tecnici e che fa capo a Confindustria - ha realizzato in novembre presso i suoi iscritti per valutare l'andamento del settore ed evidenziare criticità e opportunità.

"L’outlook economico negativo e la dinamica dei costi generalmente in crescita - ha detto Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma - si riflettono sulle marginalità e stanno costringendo le Imprese a fare ricorso alla Cassa integrazione, un trend questo che proseguirà sino alla fine dell’anno". In dettaglio, l'indagine ha evidenziato che circa la metà delle aziende intervistate hanno avuto un fatturato dei primi nove mesi del 2023 in calo rispetto al 2022. Oltre la metà di queste (53%) accusa addirittura un calo a doppia cifra. Un terzo delle aziende ha invece aumentato il proprio fatturato. Nello specifico la produzione complessiva è scesa del 6% rispetto allo scorso anno, e l'aumento medio del fatturato (+10%) non influisce sui ricavi in quanto è legato unicamente ai costi di materie prime ed energia.

Per quanto riguarda il settore dell'auto (in ogni vettura sono presenti circa 70 kg di gomma, metà dei quali utilizzati per i pneumatici), "nonostante si sia registrata una crescita delle immatricolazioni - ha sottolineato Bertolotti - anche l’automotive ha mostrato contrazioni in oltre 40% dei casi. Sopratutto perché situazione economica e incertezze sulle scadenze legate alla transizione ecologica hanno rallentato, se non bloccato, il mercato del ricambio".

L'indagine ha evidenziato anche un netto accorciamento del portafoglio ordini presso le industrie rispetto ad alcuni mesi fa. Per il 69% degli intervistati i carico d’ordini copre un periodo di lavoro inferiore alle 8 settimane. E di questi 43% ha addirittura ordini che coprono solo tra 2 e 4 settimane. "Ciò è legato ad una domanda in calo o al più stabile - ha precisato il direttore di Assogomma - nella totalità dei settori di destinazione finale del prodotto, con la parziale eccezione degli ambiti aeronautico e bellico che restano vivaci". Il costo del gas ha avuto un impatto differenti tra azienda ed azienda a seconda della tipologia e del periodo dei contratti in essere. Tuttavia - segnala lo studio di Assogomma - il 63% degli intervistati dichiara aumenti della bolletta fino al 60%, mentre il restante 27% segnala riduzioni comprese fino al 20% ed oltre.

Anche per quanto riguarda l’energia elettrica si ha una spaccatura del campione a conferma dei diversi contratti in essere il 63% degli intervistati ci sono stati aumenti compresi fino ed oltre il 60% mentre l'altro 37% registra diminuzioni fino al 30%. Bertolotti ha sottolineato infine che l'Italia è inspiegabilmente in ritardo sulla possibilità di riciclare preziosi materiali dal recupero dei pneumatici auto e camion. "Potremmo ridurre le importazioni del carbon black che è uno dei componenti principali delle gomme - ha detto - utilizzando come in Germania e altri Paesi il trattamento con pirolisi. Ma nel nostro Paese ciò che si recupera è un rifiuto e non una opportunità".

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