mercoledì 6 giugno 2018
Secondo il New York Times avrebbe stipulato accordi con almeno 4 società tra le quali Huawei
Nuove accuse a Facebook: accordi con quattro società cinesi
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Nuova bufera su Facebook. Il social network ha siglato accordi per condivisione dei dati con almeno quattro società di elettronica cinesi inclusa Huawei, il colosso delle telecomunicazioni nel mirino dell'intelligence americana che la ritiene una minaccia alla sicurezza nazionale. A lanciare la nuova accusa il New York Times, secondo il quale gli accordi sono stati siglati nel 2010. Gli altri big cinesi coinvolti sono Lenovo, Oppo e TLC. Gli accordi sono ancora in vigore, anche quello con Huawei che facebook siimpegna però a rescindere entro la fina settimana. L'indiscrezione fa seguito ai rumors sugli accordi di Facebook per la condivisione dei dati con alcuni dei maggiori produttori di dispositivi mobili al mondo di lunedì scorso. Tutte le intese sono state raggiunte daFacebook quando puntava a promuovere il social network presso un maggior numero di utenti a partire dal 2007. Nel caso delle società cinesi, Facebook precisa che per Huawei i dati condivisi restavano sui cellulari, non sui server.Ma questo non basta a placare le polemiche: Huawei è nel mirino della politica americana da tempo, un pò come lo è ZTE, tanto che l'intelligence statunitense ha consigliato nei mesi scorsi agli americani di non acquistare cellulari Huawei, colosso che riceve miliardi di dollari da Pechino per espandersi all'estero. Fra le altre società cinesi con le quali Facbeook ha stipulato accordi c'è TLC, che ha accusato l'amministrazione Trump di avere pregiudizi nei confronti delle società cinesi. E c'è Lenovo, che ha di recente accantonato le sue ambizioni per rilevare Blackberry.

La Cina non commenta la cessione dell'accesso ai dati personali da Facebook a quattro player cinesi, come Huawei, Lenovo, Oppo e Tcl, essendo una cooperazione tra società: lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, aggiungendo di non saper nulla del caso rilanciato dal Nyt.

E' di qualche giorno fa un'altra accusa di violazione della privacy: (sempre per mano del New York Times). Facebook, avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori di smartphone, tablet e altri dispositivi mobili, permettendo loro di accedere ai dati personali di migliaia di utenti e dei loro 'amici' senza esplicito consenso. Tra i gruppi con cui il colosso di Mark Zuckerberg negli ultimi dieci anni avrebbe siglato intese ci sarebbero Apple, Amazon, BlackBerry, Microsoft e Samsung.

Dopo la vicenda di Cambridge Analytica i vertici di Facebook hanno sempre parlato di una stretta sulla raccolta di dati personali a partire dal 2015, ma avrebbero omesso di svelare alcune eccezioni. Tra queste proprio quella riguardante l’esenzioni per i produttori di smartphone, tablet ed altri dispositivi hardware.

Facebook ha dato accesso ai dati degli utenti ai costruttori di dispositivi mobili al solo scopo di portare il social network sui diversi smartphone esistenti, in un periodo in cui non c'erano i negozi di app. Lo scrive il vicepresidente di Facebook Ime Archibong in risposta al New York Times secondo il quale nel tempo FB avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori. I costruttori hanno "firmato accordi che impedivano l'uso delle informazioni" per scopi diversi, scrive, e hanno chiesto il consenso degli utenti.

La vicenda risale a dieci anni fa: nello sforzo di essere utilizzabile su qualsiasi dispositivo, quando ancora non era diffusala sua app mobile, Facebook aveva stretto degli accordi con 60 produttori di smartphone per rendere disponibili le proprie funzioni ai loro utenti; tuttavia così facendo avrebbe permesso a queste stesseaziende di accedere ai dati dei suoi iscritti, inclusi i dati dei loro amici, senza autorizzazione esplicita. E tutto questo sarebbe andato avanti anche dopo il 2015 secondo l'inchiesta del NYT.

Facebook ha fatto sapere di aver chiuso 22 di tali partnership e di stare lavorando per fornire modi alternativi per usare il suo servizio. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, il social network è sempre più nel mirino di varie autorità e Stati. La stessa Commissione federale per il commercio Usa (FTC) sta indagando per capire se l'azienda abbiao meno violato un precedente accordo sulla privacy degli utenti. Ma anche l'Unione europea, che ha da poco ascoltato il Ceo Mark Zuckerberg in un incontro coi suoi parlamentari, è sul piede di guerra, specie ora che è pienamente effettivo il nuovo Regolamento europeo sulla privacy (GDPR).

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