venerdì 11 febbraio 2011
L’Agenzia delle Entrate ha presentato i risultati assieme ai vertici di Inps ed Equitalia. Minori compensazioni per 6,6 miliardi. Il direttore Befera: «Meno tasse se cambia cultura».
- Milleproroghe: rispunta la tassa sul cinema
COMMENTA E CONDIVIDI
Ancora un passo avanti nella lotta agli evasori fiscali. Il 2010 è stato un nuovo anno con un bottino da primato, in questo campo: la somma effettivamente recuperata e incassata ammonta infatti a 25,4 miliardi di euro fra imposte, tasse e contributi evasi. «L’evasione si sta riducendo strutturalmente, seppur di poco» e nel 2011 si conta di «incassare sicuramente di più, i primi dati lo confermano», ha affermato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che ha presentato i risultati nella sede dell’agenzia in una conferenza congiunta con i vertici di Inps ed Equitalia, a dimostrare anche visivamente come l’efficacia dell’azione sia dovuta al maggior scambio di dati con chi si occupa dei contributi previdenziali e con le strutture della riscossione.Il dato dei 25,4 miliardi infatti è complessivo e si compone dei 17,1 miliardi recuperati dalle Entrate, dei 6,4 dovuti all’opera dell’Inps (anche qui un primato assoluto, a +12% sul 2009; basti ricordare che 4 anni fa, nel 2006, furono solo 2,3) e del miliardo e 900 milioni rastrellato da Equitalia fra le tasse dovute ad altri enti (+19%, ma la società segna nel complesso riscossioni per 8,9 miliardi). Befera ha commentato che un risultato simile, ottenuto «a parità di controlli», non era mai stato raggiunto prima. Nel 2009, i tre istituti assieme avevano recuperato 16,4 miliardi, quindi 9 in meno. In realtà, più dei due terzi di questo maxi-recupero è dovuto a una sola voce: la stretta operata sulle compensazioni, in particolare quelle Iva. Solo qui sono stati recuperati 6,6 miliardi, con un crollo dai 28,3 miliardi del 2009 a quota 21,7, tornando in pratica ai livelli del 2005. Quello delle compensazioni illecite fra imposte da pagare e rimborsi fraudolenti (più di 20mila l’anno scorso) è il fenomeno su cui le Entrate stanno puntando i fari. Negli anni scorsi avvenivano praticamente senza controlli e così era facile compensare e versare meno del dovuto. È stato poi sottolineato anche l’aumento della compliance, cioè dell’adeguamento spontaneo dei contribuenti alle tasse da pagare, con un indice salito dell’11%. Riprova, secondo Befera, che lo sforzo congiunto dei tre istituti «comincia a mordere questa grande mela marcia dell’evasione».Pur avendo cominciato ad aggredire quella mole strutturale di evasione che si stima attorno almeno ai 100 miliardi annui, Befera ha sostenuto tuttavia che «se non cambia la mentalità per cui chi evade è più furbo degli altri, allora non si potrà parlare di possibilità di ridurre le imposte». Anche non pagare il canone Rai, ha ricordato Befera, «è evasione, perché quella è una tassa». Un contributo alla lotta potrebbe venire anche dal federalismo («Ci sarà una maggior capacità degli enti locali di collaborare»). Soddisfatto è anche il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua («Siamo riusciti a superare i 6 miliardi che ci eravamo prefissi») che ha evidenziato l’importanza del contrasto al lavoro nero «con i 70mila lavoratori "in nero" scoperti». Per Equitalia, il direttore Marco Cuccagna ha ricordato infine che «il nostro è un mestiere difficile, stretto fra leggi che obbligano alle azioni esecutive e la comprensione delle difficoltà dei cittadini».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: