martedì 8 marzo 2022
Dal 11 marzo sulle strade della Toscana la manifestazione riservata alle auto classiche guidate solo al femminile. Con un messaggio per le donne ucraine
"Eva al volante", pace e motori all'insegna delle donne
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Una carovana di splendide auto d'epoca, tutte rigorosamente guidate al femminile e con a bordo un messaggio di pace particolarmente urgente in questi giorni terribili. Dall’11 al 13 marzo il mondo delle auto storiche si tingerà di rosa grazie all’evento “Eva al volante”. Una manifestazione organizzata dall'ASI,lAutomotoclub Storico Italiano con sole donne alla guida di vetture classiche, che quest’anno andranno alla scoperta della Toscana viaggiando sulle favolose strade tra Firenze e Siena. Il programma offre un bel mix di piacere “on the road”, di cultura e di benessere. L’evento farà base a San Gimignano e da qui gli equipaggi partiranno alla volta di Siena e Firenze. Sono previste visite guidate nei centri storici delle città e anche al Museo Gucci. Per aggiungere un po’ di pepe ai trasferimenti in auto saranno allestite alcune prove di precisione cronometrica.

“Eva al volante” vuole celebrare lo stretto rapporto tra le donne e le automobili. Un amore che risale alle origini delle automobili stesse, grazie alle pioniere che si cimentarono alla guida negli ultimi anni del 1800 e all’inizio del 1900. Un legame che si è via via consolidato nei decenni successivi grazie alle competizioni, nelle quali molte intraprendenti e battagliere signore si sono espresse con successo. Non si può ignorare, infine, l’aspetto più “glamour” e di costume che ha sempre unito i due mondi: anche in questo caso si tratta di un matrimonio lungo e fortunato che ha coinvolto tutti gli aspetti della società, in tutto il mondo: il cinema, la musica, la moda e l’arte in ogni forma. Anche l’automobile ha sempre amato la donna, celebrandone “la grazia, la snellezza, la vivacità, la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza”, come scrisse Gabriele D’Annunzio in un suo memorabile messaggio inviato il 18 febbraio 1920 al Senatore Giovanni Agnelli, dopo aver provato una Fiat 509 e aver quindi definito, per la prima volta, l’automobile al femminile.

Maria Teresa De Filippi al volante di Maserati F1

Maria Teresa De Filippi al volante di Maserati F1 - .

Madrina dell'evento sarà Prisca Taruffi, giornalista, pilota di rally e istruttrice di guida sicura: "Lo annunciamo in un giorno davvero speciale come l'8 marzo, Festa della Donna - ha sottolineato - e sarà un piacere vivere e condividere l'amore per l'auto storica con tante persone, ma è anche l'occasione per accendere i motori pensando alle migliaia di donne ucraine che stanno soffrendo qualcosa di indicibile, insopportabile e ingiusto. Stanno subendo una guerra, stanno abbandonando il loro Paese, i loro mariti e i loro affetti. Abbiamo il dovere di sensibilizzare il mondo intero su questa tragedia, apportando ogni genere di sostegno, morale e materiale". Per questo ogni equipaggio partecipante a Eva al Volante è portatore di un messaggio di solidarietà nei confronti delle donne ucraine, applicato sulle vetture e scritto in doppia lingua (italiano e ucraino) affinché la manifestazione si trasformi in un lungo corteo di pace. Al fianco di Prisca Taruffi, a bordo di una sportiva Lancia Aurelia B20 GT del 1954, c'è un altro nome noto nel panorama motoristico e sportivo italiano: quello di Giada Michetti, Segretario Nazionale dell'Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d'Italia e in passato ai vertici dell'ormai mitico Motor Show di Bologna.

La storia delle automobiliste italiane è ricca di figure quasi leggendarie. Ad esempio, la contessa veneziana Elsa Albrizzi, grande appassionata di fotografia e delle nuove tecnologie di fine '800, non rimase certo indifferente alla nascita dell’automobile, verso la quale nutrì una profonda passione. Organizzò raduni automobilistici nella sua residenza estiva di Este, ma soprattutto, nel 1899, fondò il Club Automobilisti Veneti diventandone la prima presidente e ideando una “Prova di resistenza per veicoli automobili, province venete”: una sorta di competizione ante litteram su un percorso di ben 172 km tra Padova, Vicenza, Thiene, Bassano e Treviso.

La siciliana Francesca Mirabile Mancusio, nata nel 1893 a Caroni, nel messinese, fu la prima donna italiana a conseguire la patente di guida nel 1913 dopo aver superato un vero e proprio esame pratico di idoneità sulla tortuosa strada che da Palermo sale al Monte Pellegrino. La licenza originale e la prima auto della Mancusio – una Isotta Fraschini del 1909 - sono oggi conservate presso il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Altra appassionata delle quattro ruote fu niente meno che la Regina Margherita di Savoia, sul trono d’Italia insieme a Re Umberto dal 1878 al 1900, poi incoronata Regina Madre dopo l’uccisione del consorte per mano dell’anarchico Bresci. Sua Maestà non si negò una vera e propria scuderia di automobili, adatte alle diverse occasioni e soprannominate una ad una: “Palombella” per i servizi ufficiali a Roma, “Stornello” per la dama di servizio, “Allodola” per i reali principi, “Alcione” per le brevi passeggiate, “Passero” per la real corte. La sua marca preferita era l’Itala, ma il “garage reale” comprendeva anche Fiat, Rapid e Talbot.

Dalle nobili si passa alle sportive e tra queste va citata la prima donna della Formula 1: è l’italianissima Maria Teresa De Filippis, che debuttò al Gran Premio del Belgio nel 1958 al volante della Maserati 250F. Nella stessa stagione affrontò altri tre GP a Monaco, in Portogallo e a Monza. Nel 1959 disputò solamente le qualifiche del Grand Prix di Monaco, per poi ritirarsi dalle competizioni in seguito alla morte dell’amico Jean Behra durante il Gran Premio di Germania. Altre due note pilotesse italiane sono state Ada Pace, Lella Lombardi (l’unica ad aver conquistato qualche punto iridato in Formula 1) e Giovanna Amati.

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