venerdì 15 giugno 2018
Il 25,7% dei giovani italiani non studia e non lavora. Un dato, riferito al 2017, che ovviamente ci posiziona ben sopra alla media europea del 14,3%
Italia peggiore nella Ue per Neet
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Triste primato per l'Italia: tra i 28 Stati membri della Ue, il nostro è quello dove la percentuale dei Neet ("not in education, employment or training"), cioè i giovani tra i 18 e i 24 anni che non lavorano e non sono inseriti in un percorso di studi, è più alta. La proporzione sul totale dei ragazzi e delle ragazze italiani in questa fascia di età è impressionante: il 25,7%, cioè uno su quattro stando alle rilevazioni diffuse oggi da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea. Un dato, riferito al 2017, che ovviamente ci posiziona ben sopra alla media europea del 14,3%, tornata ai livelli pre-crisi attraverso un percorso di miglioramento costante iniziato dal picco negativo del 2012, quando la quota a livello continentale si era spinta fino al 17,2%.

«Questa per me è un'emergenza nazionale ed è per questo che entro giugno voglio portare in Consiglio dei ministri il decreto dignità», il commento diffuso via Facebook dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, con un riferimento a quello che sarà il suo primo provvedimento. «Alcuni li conosco - prosegue parlando dei ragazzi - secondo me hanno perso le speranze sia di trovare un lavoro, e quindi non lo cercano, sia di studiare per poi lavorare».

Per dare un riferimento complessivo, gli europei di età compresa tra i 18 e i 24 sono oltre 38 milioni: il 40,4% di loro dichiara di essere impegnata in un contesto educativo, il 27,4% lavora e il 17,8% fa entrambe le cose. A restare escluso da tutte e due le opzioni è quindi un piccolo esercito di quasi 5,5 milioni di giovani: quanto l'intera popolazione della Finlandia. Sempre scorrendo la classifica per nazioni, si osserva che a seguire l'Italia nel gruppo dei peggiori sono Cipro, che col suo 22,7% vede un giovane su cinque fuori sia dallo studio che dal lavoro, la Grecia (21,4%) e la Croazia (20,2%). Fin qui i Paesi dove la quota dei Neet supera il 20%, ma sopra al 15% si posizionano anche Romania (19,3%), Bulgaria (18,6%), Spagnia (17,1%), Francia (15,6%) e Slovacchia (15,3%). Dall'altro lato della graduatoria, a primeggiare sono invece i Paesi Bassi, con un 5,3%, davanti a Slovenia (8%) e Austria (8,1%). Tra gli Stati monitorati in questa occasione, a mostrare i risultati più estremi, nel bene e nel male, sono comunque nazioni che dell'Unione Europea sono "vicine di casa". Il picco di virtù è infatti dell'Islanda, sotto al 5%, mentre sopra al 30% si spingono Turchia e Macedonia.


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