giovedì 9 marzo 2023
Lo sviluppo del progetto con il centro legato al Mit di Boston procede: già nel 2025 sarà pronto un impianto pilota a confinamento magnetico, per poi avviare la costruzione di una centrale
Il "tokamak" per la fusione a confinamento magnetico

Il "tokamak" per la fusione a confinamento magnetico - Eni

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Eni accelera sullo sviluppo dell’energia da fusione nucleare a confinamento magnetico. A Devens, negli Stati Uniti, l’azienda ha firmato un accordo con Commonwealth Fusion Systems (Cfs), uno spin off del Massachusetts Institute of Technology, per rafforzare l’alleanza tra le due società (Eni è entrata in Cfs nel 2018) e sviluppare più rapidamente i progetti.

La tecnologia della fusione a confinamento magnetico impiega potenti campi magnetici per isolare il plasma (un gas ionizzato ad altissima temperatura composto dalla miscela di due isotopi dell’idrogeno, il trizio e il deuterio) e farlo girare vorticosamente all’interno di una macchina a forma di ciambella (il tokamak) fino ad ottenere la fusione, che libera enormi quantità di energia.

Il vantaggio della fusione nucleare, che replica ciò che accade continuamente sul sole, è da un lato l’assenza di produzione di gas serra, dall’altro la maggiore sicurezza rispetto alla fissione nucleare alla base delle centrali atomiche oggi in funzione.

Il confinamento magnetico è una delle due grandi tecnologie di fusione nucleare su cui si sta lavorando, l’altra è quella a “confinamento inerziale”, di cui si è molto parlato lo scorso dicembre dopo il successo del test all’interno del Lawrence Livermore National Laboratory dell’Università della California: in questo caso si usano potenti raggi laser per scaldare il trizio e il deuterio contenuti in una piccolissima sfera.

Nel settembre del 2021 Cfs è riuscita a completare con successo il test su un magnete con tecnologia superconduttiva Hts, che sta per HighTemperature Superconductors, il magnete più potente del suo genere al mondo, creando un campo magnetico da 20 tesla, il più potente mai creato sulla terra. L’Hts dovrà assicurare il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica, che potrà contribuire al raggiungimento dell'energia netta da fusione in un futuro impianto dimostrativo.

Nei piani di Eni e Cfs, nel 2025 sarà operativo il primo impianto pilota di fusione a confinamento magnetico, chiamato Sparc. Questo impianto dimostrativo aprirà la strada ad Arc, che sarà grande il doppio e dovrà essere la prima centrale elettrica industriale da fusione: il programma di Cfs prevede che possa essere operativa e immettere elettricità in rete nei primi anni del prossimo decennio.

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha commentato: «Vedremo realizzata la prima centrale elettrica di Cfs basata sulla fusione a confinamento magnetico all’inizio del prossimo decennio, avendo poi davanti a noi quasi vent’anni per diffondere la tecnologia e raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050. Questo vorrà dire disporre a livello industriale di una tecnologia in grado di fornire grandi quantità di energia senza alcuna emissione di gas serra prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile fornendo un contributo sostanziale alla transizione energetica». «L’accordo di collaborazione tra Cfs e il nostro partner di lunga data, Eni, ha il grande potenziale di far progredire i nostri sforzi sulle principali sfide globali e sulle opportunità di trasformazione del panorama energetico grazie ad una fornitura illimitata di energia pulita da fusione» ha detto Bob Mumgaard, ceo di Cfs.



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