Con l’accordo sulla parte economica, raggiunto ieri, si è finalmente completato l’iter per il rinnovo del contratto edilizia artigianato, scaduto più di tre anni fa. Con l’intesa sottoscritta si riallineano per la prima volta nel settore tutti i contratti dell’edilizia, sia sul versante salariale che su quello della bilateralità e del welfare che, per gli edili, è contrattuale. Questo era l’ obiettivo dichiarato dalle organizzazioni sindacali di categoria sin dalla presentazione della piattaforma e che è stato uno dei motivi principali del confronto lungo e serrato fra le parti sedute al tavolo della trattativa. Un unico fondo sanitario per tutto il settore dell’edilizia. Un’unica visione strategica della bilateralità con stessi costi, aumenti sui minimi tabellari che confermano l’autorità salariale dei contratti nazionali, sono i pilastri di questa stagione contrattuale. A siglare l’accordo, che interessa circa 400mila addetti che lavorano in centinaia di migliaia di imprese, sono stati i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, e le controparti Anaepa Confartigianato, Cna, Fiae Casartigiani e Claai.
«Per il calcolo dell’aumento retributivo - spiegano le segreterie nazionali - è stato utilizzato un metodo che omogeneizza le tabelle contrattuali dell’artigianato con quelle degli altri contratti dell’edilizia, al fine di evitare fenomeni di dumping contrattuale e di evitare concorrenza all’interno di uno stesso luogo di lavoro. Al parametro 130, operaio specializzato, punto di maggiore addensamento nell’artigianato, l’aumento è pari a 68 euro. Inoltre le parti hanno deciso di aumentare di due euro al I livello il contributo alla previdenza complementare nazionale, Prevedi, già a partire dal 1° marzo prossimo. Aumento che al settimo livello sarà di 4,10 euro al mese. Gli aumenti salariali si aggiungono alle intese raggiunte nel maggio del 2019 su bilateralità, Fondo sanitario, Fondo pensione e Fondo giovani. Abbiamo ottenuto il potenziamento del Fondo nazionale per il ricambio generazionale che prevede il pensionamento anticipato degli operai con determinati requisiti contributivi. Le parti hanno inoltre deciso l’istituzione di un Fondo per incentivare l’occupazione giovanile, anche al fine di qualificare sempre di più il settore».
«Altra novità importante - proseguono Feneal, Filca, Fillea - riguarda la costituzione del Fondo nazionale paritetico per l’assistenza sanitaria integrativa a favore di tutte le maestranze e degli impiegati che valorizza ancora di più la funzione del sistema bilaterale tradizionale in materia di welfare. Il percorso che ha permesso di arrivare all’atteso rinnovo è stato lungo e complesso, e non sono mancati momenti di forte tensione, come nel luglio del 2018, quando le associazioni artigiane hanno interrotto le trattative. Con questo rinnovo che completa il quadro della contrattazione nazionale abbiamo creato i presupposti per promuovere realmente l’applicazione del contratto edile nei cantieri, garantendo ai lavoratori parità di trattamenti, sicurezza e formazione. Da oggi il nostro impegno comune è rivolto alla lotta al dumping derivante dall’applicazione di altri contratti che popolano abusivamente i nostri cantieri. Vogliamo rilanciare il settore e tutelare le imprese virtuose. L’artigianato rappresenta un comparto fondamentale, le cui specificità devono essere affrontate con misure che ne rilancino il valore aggiunto, per questi motivi abbiamo istituito una apposita commissione che elabori strumenti per rilanciare la formazione, la professionalità dei lavoratori e l’innovazione dei processi nei settori della rigenerazione, riqualificazione e adeguamento sismico. Una completa ripartenza dell’edilizia non può prescindere da un comparto artigiano forte e attrezzato per le nuove sfide che abbiamo davanti», concludono i sindacati.
Interessa circa 400mila addetti. Accordo siglato dai sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e dalle controparti Anaepa Confartigianato, Cna, Fiae Casartigiani e Claai
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