martedì 15 novembre 2022
Negli ultimi cinque anni 531mila imprese hanno investito nella sostenibilità. Oltre tre milioni di lavoratori "green"
Più controlli nelle campagne contro il caporalato e un'agricoltura di qualità e sostenibile

Più controlli nelle campagne contro il caporalato e un'agricoltura di qualità e sostenibile - Polizia di Stato

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L’Italia è il principale destinatario delle risorse del Recovery Plan e anche per questo è chiamata a un ruolo da protagonista nella transizione verde. La sostenibilità, oltreché necessaria per affrontare la crisi climatica, riduce i profili di rischio per le imprese e per la società tutta, stimola l’innovazione e l’imprenditorialità, rende più competitive le filiere produttive. Lo dimostrano i dati e le storie del Rapporto GreenItaly, arrivato alla XIII edizione. Sono oltre 531 mila le aziende che nel quinquennio 2017-2021 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti "verdi": il 40,6% delle imprese nell’industria ha investito, valore che sale al 42,5% nella manifattura. Guardando alle performance economiche è possibile comprendere anche le ragioni che spingono le imprese a investire in prodotti e tecnologie verdi. Le imprese eco-investitrici sono infatti più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 35% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2022 contro un più ridotto 26% di quelle che non hanno investito) percentualmente aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%). Nel 2021 l’occupazione green non è stata in grado di differenziare il proprio andamento rispetto alla dinamica occupazionale generale, interrompendo il trend di crescita riscontrato negli ultimi anni. I contratti relativi ai green job – con attivazione 2021- rappresentano il 34,5% dei nuovi contratti previsti nell’anno. Andando nello specifico delle figure ricercate dalle aziende per le professioni di green jobs, emerge una domanda per figure professionali più qualificate ed esperte in termini relativi rispetto alle altre figure, che si rispecchia in una domanda di green jobs predominante in aree aziendali ad alto valore aggiunto. A fine anno gli occupati che svolgono una professione di green job erano pari a 3.095,8 mila unità, di cui 1.017,8 mila unità al Nord-Ovest (32,9% del totale green nazionale), 741,2 mila nel Nord-Est (23,9%), 687,9 mila unità nel Mezzogiorno (22,2%) e le restanti 648,8 mila al Centro (21%). Siamo leader nell’economia circolare con un avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti - urbani e speciali - del 83,4% (2020): un risultato ben superiore alla media europea (53,8%) e a quella degli altri grandi Paesi come Germania (70%), Francia (64,5%) e Spagna (65,3%). A sottolineare il potenziale dell’Italia nella valorizzazione di materia a fine vita, anche il quarto posto al mondo come produttore di biogas – da frazione organica, fanghi di depurazione e settore agricolo - dopo Germania, Cina e Stati Uniti. Nel biennio 2020-2021 si è inoltre verificato un inatteso consolidamento della capacità di riciclo industriale dell’Italia – specialmente nel comparto cartario – che ha visto in tutti i settori incrementare, anche in maniera importante, la quota di materie seconde impiegate. Un eccellente risultato per la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sempre più circolare. Tuttavia, in alcuni settori l’Italia deve ancora far ampio affidamento sulle importazioni di materia seconda dall’estero. Buone anche le performance complessive del sistema produttivo italiano, che a parità di valore prodotto genera meno rifiuti, con 47,4 tonnellate di rifiuti per milione di euro prodotto (2020), seconda solo alla Spagna (40,7), e un tasso d’uso di materia seconda del 21,6% (2020), che si avvicina al primato della Francia (22,2%). A questi si aggiungono i primati nella produttività nell’uso di materie prime (PIL/Consumo domestico di materia), nella produttività per consumi energetici (PIL/consumo lordo energia), e un buon posizionamento relativo all’efficienza delle emissioni (CO2eq/PIL). Anche nel mondo dell’edilizia, come evidenziato dai dati degli investimenti, è forte la spinta alla sostenibilità. Gli incentivi fiscali e bonus statali hanno fatto registrare una crescita degli investimenti (+25%) in riqualificazione del patrimonio abitativo nel 2021. Per il Superbonus, che va sicuramente migliorato, si calcola un impatto positivo sull’ambiente di valore pari a 979 mila tonnellate di CO2 risparmiata a cantieri conclusi e un risparmio medio annuo in bolletta di 500 euro per ogni beneficiario e di 15,3 miliardi di euro totali. La filiera arredo-casa, come già rilevato nelle precedenti edizioni del rapporto, si conferma fortemente attiva sul tema sostenibilità: il 95% del legno viene riciclato per produrre pannelli per l’arredo, mentre il 67% delle imprese utilizza materie prime seconde e l’81% legno prodotto in modo sostenibile e recentemente si è dotata di un piano per accelerare nella transizione ecologica. Il settore della meccanica, secondo in Europa per occupati, sta facendo i conti con il rischio di approvvigionamento delle materie prime critiche di cui l’Italia è fortemente dipendente dall’estero. Tuttavia, il comparto è in cerca soluzioni per allungare la vita utile dei macchinari, recuperare materiali per dare loro nuova utilità nel settore, digitalizzare ed efficientare i processi. Particolarmente spinti gli investimenti nel mondo delle acciaierie, anche queste in forte stress per l’aumento dei costi del gas: da Feralpi che ha annunciato un investimento di 116 mln per la realizzazione di un impianto fotovoltaico per raggiungere una produzione di 200 milioni di KW/h, ad Arvedi prima acciaieria al mondo certificata a zero emissioni nette di anidride carbonica. Un risultato raggiunto 28 anni prima del target fissato dalla Commissione Europea. Emissioni a cui deve guardare con attenzione la filiera, che punta all’elettrificazione dei mezzi di trasporto per allinearsi alla decisione del Consiglio Europeo Ambiente, Clima ed Energia sul bando ai motori endotermici dal 2035. Una sfida importante per il settore italiano la cui produzione di vetture elettriche e ibride ha superato il 40% della produzione complessiva nazionale nel 2021, un balzo significativo da quel 0,1% del 2019. Anche la componentistica ha vissuto l’impatto degli incentivi statali (2020 e 2021) e della nuova domanda estera, con 1 azienda su 3 che si è posizionata sul mercato dei veicoli elettrificati. L’Italia è anche a lavoro per sviluppare una filiera dedicata a mezzi di trasporto pubblici elettrici o alimentati ad idrogeno. La chimica bio-based, come già raccontato nei precedenti rapporti, grazie a nuovi prodotti, amplia i campi di applicazione industriale – dall’agricoltura alla cosmesi, passando per i carburanti fino all’arredo - di particolare interesse il processo di sostituzione della chimica tradizionale a favore di processi chrome-free/metal-free nel settore conciario. Nel 2021 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel mondo è stata pari al 28,3% del totale, con eolico e solare quintuplicati in 10 anni. In Italia - nel 2021 - il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 113,8 TWh. Tuttavia, la potenza installata è ancora distante dai target di neutralità climatica previsti per il 2030. La nuova potenza installata nel 2021 è stata di 1.351 MW: sotto 1 GW di fotovoltaico (935 MW, 69,2% delle nuove installazioni), 404 MW di eolico che torna appena ai livelli pre-pandemia (29,9% installazioni), 11 MW di idroelettrico (0,9%), mentre bioenergia e geotermia rimangono stabili. Qualche segnale positivo arriva dal primo semestre 2022 in cui l’Italia ha comunque già connesso oltre 1 GW di potenza fotovoltaica, entrando tra i 18 Paesi al mondo a superare la soglia di 1 GW/anno. Ma la strada da percorrere è ancora lunga. A giugno 2022 Elettricità Futura ha calcolato in oltre 80 i GW da installare entro il 2030 e lo stesso Governo ha supportato i dati parlando di 70 GW da realizzare nello stesso arco di tempo: la realtà dei fatti è che l’Italia ha marciato al ritmo di poco più di 1 GW l’anno, a fronte di 7-8 GW che dovrebbe installare per raggiungere i traguardi stabiliti. Nella filiera agroalimentare l’Italia ha diminuito le vendite di prodotti fitosanitari del 19%, ed è leader nel biologico europeo, con un’incidenza sulla superficie agricola utilizzata del 17,4% (2021). Inoltre, è in Italia il distretto biologico più grande d’Europa.

Dieci borse di studio su nuove professionalità "verdi"

Formare giovani professionisti nel campo dell’economia circolare e della sostenibilità. È con questo obiettivo che il consorzio Erion Weee, Enea - Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali e Cdca - Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali lanciano il progetto Training for Circularity che bandisce dieci borse di studio per laureati pensate per promuovere nuove professionalità nel campo dell’economia circolare. Il programma di formazione della durata di 12 mesi interessa cinque profili professionali sia nella filiera del recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), dall’eco-design al trattamento (otto borse di studio), che nel settore comunicazione, marketing e fundraising per la sostenibilità e la circolarità (due borse di studio). Gli assegnatari, selezionati sulla base di titoli ed esami conseguiti, saranno accolti e formati da Enea, presso il Centro Ricerche Casaccia di Roma, e Cdca e seguiti in tutto il percorso da esperti del settore delle due realtà ospitanti e del Consorzio Erion Weee. L'erogazione delle borse di studio è destinata a giovani laureati di diversi campi disciplinari (Ingegneria chimica, gestionale e dei materiali, Architettura, Scienze ambientali, Chimica, Fisica, Economia, Sostenibilità, Marketing, Scienze della comunicazione, Comunicazione aziendale e Design). La raccolta delle candidature terminerà alle 23.59 del 14 dicembre. Per maggiori informazioni e per candidarsi è possibile scaricare il bando alla pagina web dedicata.


L'agricoltura tra tecnologia e sviluppo sostenibile

Le crisi economiche che hanno investito l’economia globale negli ultimi due anni non sono riuscite a fermare il processo di sviluppo della meccanizzazione agricola. Nell’anno 2020, funestato dalla pandemia Covid con il blocco forzato delle attività produttive e il rallentamento dell’intero sistema del commercio, dei trasporti e della logistica, il mercato mondiale delle trattrici ha mostrato una buona tenuta complessiva, chiudendo con un incremento del 7,7% (2.200.000 trattrici di nuova immatricolazione). Il settore agricolo è destinato a crescere a livello mondiale nei prossimi anni, per soddisfare i fabbisogni di una popolazione che dai 7,8 miliardi di persone censiti nel 2021 passerà ad un totale di 8,6 miliardi nel 2031 (quasi un miliardo in più in appena dieci anni). Entro il prossimo decennio la produzione agricola globale è stimata in crescita del 17%. Anche in Italia si punta molto sugli investimenti in agricoltura. Come nel caso dei Contratti di filiera del V Bando Mipaaf-Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. La misura si colloca nell’ambito della Missione 2 - “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza e mira a migliorare sia le prestazioni globali e la sostenibilità dell’azienda agricola attraverso una riduzione dei costi di produzione o il miglioramento e la riconversione della produzione; sia l’ambiente naturale o le condizioni di igiene e di benessere animale. Sono ammessi alle agevolazioni i Contratti di filiera, il cui importo complessivo degli investimenti sia compreso tra quattro e 50 milioni di euro. Intesa Sanpaolo ha aderito ai Contratti di filiera e mette a disposizione un miliardo di euro. Opererà sia come banca finanziatrice, per le singole controparti beneficiarie sia come banca autorizzata referente nei confronti del Mipaaf, per l’intero contratto. La misura è diretta al sostegno dei Contratti di filiera, finalizzati alla realizzazione di programmi di investimento che, partendo dalla produzione agricola, si sviluppino nei diversi segmenti della filiera agroalimentare ed agro-energetica in un ambito territoriale multiregionale e attraverso un accordo siglato da più beneficiari. Questa tipologia di contratti si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari. Mentre cresce l'attenzione verso l'agricoltura di precisione e sostenibile. Risparmio idrico, riduzione dei fertilizzanti, tracciabilità del sistema: sono questi gli obiettivi primari, per esempio, de Il cuore oltre l’ostacolo, progetto del Consorzio Agribologna per la ricerca e la validazione delle più avanzate soluzioni agritech, per l’evoluzione tecnologica delle colture dei propri soci, con l’obiettivo di testare e selezionare le più efficaci soluzioni oggi disponibili, in termini di investimenti, tecnologie e risultati. Agribologna conferma con questo progetto il suo impegno in ricerca e sviluppo, sostenibilità ambientale, qualità dei prodotti, con un’attenzione rinnovata per la sensibilizzazione dei soci e il loro coinvolgimento in prima persona, nel condividere concretamente e “sul campo” il valore aggiunto che tecnologia e innovazione possono apportare al lavoro quotidiano e alla produzione. Nasce un nuovo modello sociale di condivisione delle buone pratiche, per un agricoltore che si configura sempre più come "specialista". Mentre il Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha pianificato 12 seminari informativi accessibili gratuitamente in streaming e in presenza e cinque attività in campo, nel periodo dal 2022 al 2024. Le attività, di circa due ciascuna, saranno guidate dal professor Leonardo Valenti del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia, dell’Università degli Studi di Milano e Pierluigi Donna, del Sata Studio Agronomico. Gli argomenti che compongono queste attività informative e dimostrative spaziano dalla Viticoltura, vino e sostenibilità nella percezione del consumatore: Global Warming, Carbon e Water Footprint alla Sostenibilità in campo, vitigni resistenti o tolleranti e concetto di resilienza; dalle Certificazioni di sostenibilità alla Difesa fitopatologica. Per ogni seminario saranno disponibili on line il video, brevi dispense che schematizzano i contenuti trattati e modelli pratici per trasferire nella conduzione quotidiana dell’azienda vitivinicola le competenze acquisite. I seminari informativi on line e i materiali saranno disponibili sul sito www.distrettovinooltrepo.com/biodivigna attivo da ottobre 2022, unico canale attraverso il quale richiedere informazioni e iscriversi tramite un modulo di richiesta e dove è pubblicato il calendario degli eventi 2023 e 2024. Mentre inizierà a metà novembre il corso specialistico in Agri Risk Management organizzato da Cineas, Consorzio universitario non profit, fondato dal Politecnico di Milano, e da Asnacodi Italia, l’associazione nazionale dei Condifesa di Italia. Un percorso formativo unico in Italia della durata di 40 ore e dedicato a tutti i principali portatori di interesse del settore della gestione del rischio in agricoltura, organizzazioni agricole, istituzioni, compagnie d’assicurazione e di riassicurazione, intermediari assicurativi, industria agro-alimentare, cooperative agricole, istituti di credito, liberi professionisti (agronomi, periti agrari), università e mondo del sistema Condifesa. Tutte le informazioni dettagliate sul corso sono disponibili sul sito: https://www.cineas.it/formazione/corsi-brevi/agririsk-management/. Intanto continua la richiesta di manodopera e la lotta al caporalato. «L'agricoltura è tra i settori quest'anno hanno lamentato la mancanza di manodopera per i raccolti. Semplificare le procedure di reperimento della forza lavoro nei campi è importante e tornare ai voucher può rappresentare una opportunità per non lasciare le produzioni nei campi». Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Concordo e ringrazio il Santo Padre - ha aggiunto Prandini - per il suo appello nel chiedere più solidarietà in Europa e più impegno per l'integrazione dei migranti e non solo per gli sbarchi. L'immigrazione irregolare favorisce la clandestinità e alimenta reati gravissimi come il caporalato che siamo impegnati a combattere con il nostro Osservatorio sulle agromafie coordinato dal procuratore Caselli. Occorre lavorare con serietà sui flussi regolari tagliando la burocrazia e impegnandosi nella formazione. Oggi viene ottenuto da mani straniere più di un quarto del made in Italy a tavola con 360mila lavoratori che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo il 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va assicurata la sicurezza sul lavoro e la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale». Proprio contro lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, sono stati ripartiti 200 milioni di euro assegnati alle amministrazioni locali con il Pnrr per il superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli, obiettivo presente nella Missione 5 - “Inclusione e Coesione”, che prevede il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo. La nascita e lo sviluppo di insediamenti irregolari sono infatti terreno fertile per l’infiltrazione di gruppi criminali, un fenomeno che contribuisce a rendere ancora più precarie le condizioni di vita dei lavoratori operanti in tali ambiti. L’intervento si svolge in esecuzione del Piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta la lavoro sommerso, varato nel 2020 ed è parte di una più generale strategia di contrasto al lavoro sommerso, in osservanza delle raccomandazioni della Commissione Europea, che comprende anche l’aumento del numero degli ispettori del lavoro e la recente sanatoria per i lavoratori agricoli e domestici irregolari. Infine Quantis assume dieci persone nella sostenibilità. Le figure richieste vanno da figure di Strategic Communications & Engagement Consultant, Operations Coordinator e Talent Lead a Sustainability Project Manager, Business Developer e Consultant: si tratta di professionalità nate da poco sul mercato del lavoro, ma già fortemente richieste da aziende e società di consulenza, a livello globale. In particolare:

  • 3 Senior Sustainability Consultant, diversi settori
  • 1 Sustainability Consultant, settore Fashion
  • 1 Project Manager, settore Fashion
  • 1 Business Developer Intern, settore Fashion
  • 2 Strategic Communications & Engagement Consultants (Senior + Junior)
  • 1 Operations Coordinator
  • 1 Talent Lead.

I primi colloqui saranno calendarizzati nelle prossime settimane, per inserimenti previsti nel 2023. Gli interessati possono inviare la propria candidatura tramite il link sul sito: https://quantis.com/it/chi-siamo/la-nostra-squadra/join-us-lavora-con-noi-entra-in-quantis/.








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