giovedì 13 ottobre 2016
​Alla Fiera di Vicenza si apre Abilmente Autunno, Festa della creatività. Fino al 16 ottobre è possibile conoscere tanti casi di persone che - grazie all'abilità artigianale - riescono a fare del proprio passatempo un'attività lavorativa.
Ecco come l'hobby si trasforma in lavoro
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La crisi aguzza l’ingegno. E spesso i più fortunati riescono a fare del proprio passatempo un vero e proprio lavoro, come gli hobbisti che creano gioielli, bomboniere, vestiti o borse. Oppure chi si prende cura di piante e giardini o sistema impianti idraulici ed elettrici. Si inizia per divertimento e per passare il tempo, poi si realizzano oggetti per gli amici, si continua con il passaparola e infine si inizia a pensare di poter trasformare la propria passione in un’attività a tempo pieno. Internet, poi, fornisce l’aiuto migliore nel pubblicizzare le creazioni fatte a mano, in particolare i social network come Facebook o i siti dedicati al bricolage. Si inizia a vendere esponendo le proprie creazioni nei mercatini per hobbisti nei fine settimana, ma c’è chi arriva anche ad aprire un negozio. Per imparare e specializzarsi, si possono perfino frequentare corsi specifici dal vivo o seguire dei tutorial on line.Ad Abilmente Autunno, Festa della creatività in programma dal 13 al 16 ottobre in Fiera di Vicenza, si spiega come sia possibile conciliare l’attività lavorativa con il proprio hobby o addirittura possano coincidere.Susanna Borsari, per esempio, ingegnere dei materiali, lavora in un’azienda biomedicale a Mirandola (Modena), organizza baby shower e collabora con una wedding planner. Laura Nani, invece, ha quattro figli e vive nel Monferrato. Ha lavorato in due multinazionali (Ibm e McDonald’s) occupandosi di marketing e pubbliche relazioni. Adesso guida l’Associazione Cuore di Maglia, alla scoperta del crochet (lavorazione all’uncinetto) e del tricot (lavorazione ai ferri), nota per le sue creazioni dedicate ai nati prematuri nei reparti di terapia intensiva neonatale di tutta Italia. Un progetto che la portò a collaborare con Emergency e che nel 2014 le valse il premio Donne per il Sociale.Infine Luisa de Santi, artista, designer triestina, firma le creazioni con il marchio Crochetdoll. Ha lavorato nel mondo del teatro occupandosi di marionette e pupazzi nella compagnia storica di Podrecca. Ora è ideatrice e coordinatrice di progetti con finalità benefiche, ricreative e sociali. "Per arrivare a essere felici, con un mestiere appagante, non è necessario andare lontano, tanto meno passare da un lavoro all’altro". Ad affermarlo Luigi Curto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, che spiega: "Per partire serve una certa dose di incoscienza, ma soprattutto un corretto mix tra talento naturale/hobby/predisposizione, dedizione e  la disponibilità ad accettare tempi lunghi per provare e riprovare. Dopo otto anni di crisi, è vero che l’artigianato ha perso molto, ma restiamo il Paese Ocse con più tendenza all’autoimprenditorialità e siamo sempre il secondo in Europa per il manifatturiero. I giovani italiani possono contare su competenze che si tramandano, su gusto e capacità di design. Basta con l’esterofilia". Un esercito di persone che - dati a fine 2015 - guidano, nel nostro Paese, 1.361.014 aziende artigiane. Un patrimonio che nasconde una particolarità non sempre messa in evidenza: la dinamica demografica incredibile. Pur in un contesto di saldo ancora (purtroppo) negativo, va infatti sottolineato l’apporto delle nuove imprese alla crescita dell’economia e dell’occupazione. Tenuto conto delle 260 giornate all’anno in cui è possibile registrare un’impresa, nel corso del 2015 sono nate 338 imprese artigiane al giorno per un totale di 87.929 nuove ditte, pari ad un tasso di iscrizione del 6,4%. Nello stesso periodo non però cessate ben 106.867. La nati-mortalità di impresa conseguente determina un saldo negativo di 18.938 unità, equivalente ad un tasso di variazione – dato dal rapporto tra la differenza tra iscritte e cessate non d’ufficio nell’anno e le registrate alla fine del 2014 – del -1,4%, confermando il trend dell’anno precedente. "Ma in particolare ora - prosegue Curto - con lo sviluppo dell'internet delle cose e la digitalizzazione di ogni processo, anche le start up possono partire da un mestiere tradizionale e innestarlo con le tecnologie. Oggi si produce un abito ricamato a mano usando l’informatica sia per i materiali, sia per il disegno, e così è anche per i gioielli e molto altro. Una economia del 'su misura' della personalizzazione del prodotto, che oggi è possibile creare con tecniche della tradizione artigiana italiana e con una massiccia dose di innovazione tecnologica".
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