mercoledì 13 aprile 2011
Per il governatore della Banca d'Italia, il nostro Paese non è stato «corresponsabile della crisi», ma vi è entrato «già debole, ha pagato un prezzo alto di riduzione del reddito e dell'occupazione».
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L'Italia non è stata «corresponsabile della crisi», ma vi è entrata «già debole, ha pagato un prezzo alto di riduzione del reddito e dell'occupazione, ne esce con i suoi problemi strutturali ancora da risolvere». È quanto ha affermato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, parlando a Torino. Draghi sottolinea che guardando indietro «balza agli occhi la forza formidabile che ha trasformato in Paese avanzato un'economia che era nel 1861 ai margini dei processi di modernizzazione in atto in Europa. Una forza sprigionata dalla necessità di adeguarsi ai cambiamenti tecnologici e di mercato che rivoluzionavano il mondo. Questa capacità di sviluppo, impetuosa alla fine dell'Ottocento e poi ancora dopo la Seconda guerra mondiale, risiedeva in ultima analisi nelle persone: negli imprenditori e nei lavoratori italiani». Il governatore indica che quella capacità di sviluppo «va ritrovata, per sciogliere i nodi che stringono le nostre prospettive di crescita. La politica economica deve saper creare quell'ambiente istituzionale in cui la capacità dell'economia di svilupparsi possa dispiegarsi appieno».
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