mercoledì 21 settembre 2016
Il 60% dei lavori che saranno in voga tra dieci anni devono ancora essere inventati. Per Roberto Saracco (nella foto il direttore del centro di ricerca Eit Digital) c'è bisogno di realizzare ambienti favorevoli allo sviluppo del mercato per le start up che creano nuovi prodotti e servizi.
Digitale e mestieri del futuro
COMMENTA E CONDIVIDI
Il 60% dei mestieri che saranno in voga tra dieci anni devono ancora essere inventati. Questa è la prima riflessione sulla quale si è mosso l'incontro Innovazione: menti a confronto, che si è tenuto presso l'auletta dei gruppi della Camera dei Deputati, a Roma, organizzato dall'Osservatorio Tutti Media e da Eit Digital, centro di ricerca italiano. Lo scopo dell'iniziativa era quello di parlare di innovazione utile ai giovani che vogliono creare imprese per implementare servizi in ambito Ict. L’appuntamento era dedicato al piano strategico di investimenti: un miliardo di euro e forse più. "Da qui al 2020 il centro di ricerca investe nei giovani – spiega Roberto Saracco, direttore di Eit Digital – preparandoli e sostenendone percorsi imprenditoriali dedicati al mondo Ict. Il piano strategico, già approvato dall'Unione europea, ora ha bisogno di trovare ambienti favorevoli allo sviluppo del mercato per le start up che creano nuovi prodotti e servizi". Italia, Olanda e Finlandia sono i maggiori esportatori di start up, mentre Germania, Regno Unito e Svezia sono le mete più ambite. Il nostro Paese è in prima fila per quanto riguarda gli investimenti previsti per il 2017 in infrastrutture digitali, digital industry e finanza digitale, con particolare attenzione all'industria, attraverso digital innovation hubs, FI Ware, linea 5G. Le istituzioni nazionali, come il ministero dello Sviluppo Economico, saranno chiamate a co-investire con i territori e con gli altri protagonisti della nuova economia digitale e di condivisione.Quanto di questo investimento può arrivare in Italia viene anche dalla capacità che il nostro Paese ha di essere abilitatore, ecco perché il ruolo delle istituzioni e in particolare dei politici è determinante.L’incontro con le istituzioni, dunque, ha avuto l’obiettivo di presentare le prospettive di investimento sviluppabili anche in sintonia con i piani di investimento nazionali e regionali.La giornata è stata divisa in tre sessioni, una delle quali destinata ai giovani delle scuole, protagonisti dell'incontro, con la conclusione dei lavori affidata al progetto Liceo Statale Pitagora – Benedetto Croce e la lezione di Saracco - I nuovi mestieri dell'era digitale - che ha sottolineato la mancanza di un terreno fertile per la crescita delle neoimprese. Non è un caso, infatti, che l’Italia esporta neoaziende. Le idee dei giovani italiani diventano strat up che per crescere sono costrette a emigrare. Il consigliere scientifico dell'Osservatorio Tutti Media, Derrick De Kerckhove, ai 200 ragazzi presenti ha detto che devono inventarsi il loro lavoro: "Il tempo del posto fisso è finito. Educare alla curiosità ha ricadute sociali perché insegna a immaginare cosa serve alla società e creare lavoro inedito".Marco Rizzuto (ceo di Fabtotum), Andrea Vecchi (cto di Cloudesire/Kiusnys/Liberologico), Emanuela Zaccone (marketing manager di Tok.Tv) e Teresa Macchia (studentessa Eei Digital),  hanno raccontato le loro storie di successo. Un'ora è stata dedicata agli interventi dei protagonisti del mondo moderno: Enrico Bellini (Google-Tutti Media), Fabrizio Carioti (Fieg – Tutti Media, Paolo Messa (Cda Rai), Andrea Penza (Aict), Alessandro Pica (Agi), Francesco Profumo (Presidente Fbk), Paolo Russo (Stati Generali dell'Innovazione), e Francesco Vatalaro (Università Tor Vergata). “Il nodo italiano del centro di ricerca europeo Eit Digital - ha concluso Saracco - è risultato primo nel 2016 nel numero di progetti e di finanziamenti acquisiti distanziando di molto tutti gli altri centri europei dello stesso gruppo. Abbiamo creato un polo di innovazione su Digital Industry a Milano, mentre per le Smart Cities, Trento resta il cuore pulsante per l’attuazione industriale della piattaforma FI Ware frutto di oltre 300 milioni di investimenti europei che in termini concreti hanno permesso la nascita di oltre 100 aziende".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: