sabato 25 gennaio 2020
Secondo uno studio, intelligenza artificiale, robotica, digitalizzazione faranno sparire attività a basso valore aggiunto, ma le aziende cercheranno nuovi profili professionali
Con i robot il 61% dei mestieri cambierà in due anni
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Entro il 2021 il 61% dei mestieri sarà ridisegnato. Secondo uno studio sul futuro del lavoro di Deloitte, intelligenza artificiale, robotica, digitalizzazione faranno sparire attività a basso valore aggiunto, ma le aziende cercheranno nuovi profili professionali, spingendo verso una riconversione delle competenze. Se 30 anni fa un lavoratore poteva svolgere la stessa mansione per l'intera carriera, ora la società internazionale di consulenza stima che il rinnovamento professionale avvenga ogni 2-5,5 anni, con una vita lavorativa destinata ad allungarsi.

La ricerca indica, in particolare, che nei prossimi 24 mesi i dipartimenti Risorse umane triplicheranno l'uso di robotic process automation e entro il 2035 vi è il 90% di probabilità che le attività amministrative nell'ambito della gestione delle risorse umane sarà completamente automatizzata. Significa che tutto il lavoro svolto per reclutare personale, raccogliere e analizzare curriculum vitae, somministrare test, organizzare colloqui, scrivere proposte di assunzione, sarà svolta da un robot, capace di scannerizzare e classificare i dati, selezionare profili, trarre informazioni da varie fonti, per esempio da Linkedin. Ma sarà automatizzata anche la preparazione delle buste paga, la gestione dei premi, il percorso formativo. Il robot, capace di lavorare 24 ore e sette giorni su sette, si occuperà degli adempimenti regolatori e amministrativi e non vedremo più impiegati occupati per ore a contabilizzare numeri.

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