giovedì 8 febbraio 2024
Il presidente di Renault chiede un cambio di passo per proteggere 13 milioni di posti di lavoro. E presenta le sfide sportive in Formula 1 e quella di Alpine nel WEC
De Meo (secondo da sinistra) con i piloti di Alpine

De Meo (secondo da sinistra) con i piloti di Alpine - .

COMMENTA E CONDIVIDI

Il settore dell'automotive sta affrontando il cambiamento più profondo e radicale degli ultimi 150 anni, un comparto cardine per l'Europa che rappresenta l'8% del Pil e dove il 30% della sua spesa va in ricerca e sviluppo e vede coinvolti 13 milioni di posti di lavoro. Una sfida nella quale l'Europa gioca un ruolo importante soprattutto in considerazione dello sviluppo che la Cina sta portando avanti in questo settore. Sono alcuni dei punti affrontati da Luca De Meo, presidente di Renault Group incontrando recentemente alcuni giornalisti della stampa europea durante il quale ha esposto alcuni spunti di riflessione per il futuro dell'automotive. "Il 2023 - ha sottolineato De Meo - passerà alla storia come l'anno in cui l'Europa ha preso consapevolezza del fatto che la Cina è il nuovo colosso dell'industria automobilistica. Se questo settore va in crisi, l'Europa si ritrova con una bilancia commerciale in deficit strutturale".

De Meo inoltre ha osservato che la nuova geografia mondiale sta facendo vacillare le certezze degli europei: "Se il motore a combustione, in cui siamo i migliori al mondo, ha resistito per un secolo come barriera all'ingresso a vantaggio degli europei, questi ultimi si trovano ora in una posizione di relativa fragilità. I cinesi controllano il 75% della produzione mondiale di batterie. Percentuale che arriva fino al 90%, quando si tratta di raffinazione del litio. A questo primo squilibrio se ne aggiunge un secondo, ancora più grave: rispetto agli Stati Uniti, che incentivano massicciamente la loro industria, e rispetto ai cinesi, che la organizzano a suon di piani, noi sforniamo regolamenti, spesso con poca coerenza, facendo fatica ad affrontare le sfide in modo olistico".

Secondo De Meo, "l'Europa nel suo complesso dovrebbe porsi dei principi ed obiettivi chiari, un piano sostenuto da un processo di revisione dinamico. E, come antidoto alla caotica proliferazione dei diktat delle varie autorità, occorre creare uno sportello unico delle normative sulla mobilità e l'automobile. Incentiviamo lo sviluppo di un quadro di regole stabili e standardizzazione in tutta Europa. Creiamo tutte le condizioni per far emergere progetti strutturati e campioni europei nelle tecnologie chiave. L'Europa deve inventare un suo modello ibrido, tra iniziativa privata e dirigismo pubblico, che ci permetta innanzitutto di tutelarci e rafforzarci per poi ripartire alla conquista del mondo, a medio e lungo termine".

Alpine rilancia e raddoppia

La divisione sportiva di Renault intanto ha presentato a Londra le armi per la stagione 2024 in cui sarà presente in due categorie: F.1 con i piloti Ocon e Gasly e nel WEC con l’Alpine che va a sfidare i rivali nel campionato endurance dove sono presenti i principali costruttori mondiali. Una doppia presentazione con un cuore pulsante made in Italy. De Meo lancia la sfida anche nello sport con un occhio alle vetture di tutti i giorni e apre uno sguardo sul futuro: “Le corse col marchio Alpine sono innanzitutto un biglietto da visita internazionale – dice –. La F.1 ha una copertura mondiale ed è seguita negli USA, Cina, Europa e ha dato visibilità al nostro marchio, tanto che con la A110 abbiamo incrementato i volumi. Lo sport per noi è un laboratorio di ricerca in chiave stradale. Non è un mistero che dalle corse si imparano due cose essenziali: l’aerodinamica e per le vetture elettriche, che hanno un peso maggiore, diventa essenziale affinare la parte aerodinamica per ridurre la resistenza all’avanzamento. E poi le batterie e la parte elettrica, che consente di avere maggiore autonomia, minor peso e ingombri, quindi un laboratorio dove si sviluppano idee e soluzioni in tempi brevi. E questo spiega perché, anche con Dacia alla Dakar, il gruppo ha investito nello sport”. Si parla di elettrico ma il mercato non sembra pronto ad accogliere vetture di questo genere…”Intanto una vettura elettrica, dall’inizio alla fine del ciclo di vita, emette meno emissioni per cui ridurre l’impatto ambientale è un dovere primario. Lo vediamo tutti e ne siamo consci. Sui tempi possiamo vedere che, allo stato attuale, la soglia del 2030 con emissioni di 50 gr/CO2 per essere raggiunta necessita appunto del supporto elettrico. Oggi in circolazione le migliori auto termiche ibride hanno un limite di 82 gr, portarlo a 50 è un salto notevole e la soluzione è senza dubbio l’elettrico. La F.1 consente una ricerca importante e noi vediamo favorevolmente uno sviluppo futuro. Dagli E-fuel già programmati per il 2026, anche l’idrogeno sarebbe una soluzione importante per l’abbattimento immediato delle emissioni. Magari ci arriveremo in seguito. Non abbiamo preclusioni o preferenze per la neutralità ambientale e credo che l’idrogeno sia una strada immediata. Tra l’altro anche la Dacia che correrà nella Dakar avrà carburanti sostenibili, la ricerca è avanti e le corse, con la F.1 e il mondiale endurance, aiutano in questa direzione”.

Il gruppo Renault si conferma quindi come un player mondiale a tutto campo: “Lo sport porta entusiasmo, conoscenza del marchio, innovazione tecnologica, ricerca, marketing, è un campo dove Renault ha una lunga esperienza e tramite lo sport comunichiamo tecnologia e conoscenze tecnologiche. Ci confrontiamo con rivali forti ed è uno stimolo a fare sempre meglio”. La transizione ecologica nel mondo delle auto sta facendo passi da giganti grazie allo sport? “Senza dubbio. E’ un treno inarrestabile, potremo discutere sui tempi di introduzione che se non sarà il 2030 o il 2040 ma di sicuro avverrà. E’ una occasione unica per le industrie europee sviluppare tecnologie ed essere leader a livello mondiale. Se siamo in primi possiamo dettare legge nel resto del mondo e io la vedo come una grande occasione di trasformazione e innovazione”.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: