sabato 5 novembre 2022
Alessandro Casini è il primo mastro birraio non udente: «Così ho superato la disabilità»
Il 38enne folignate, Alessandro Mauro Casini, mastro birraio

Il 38enne folignate, Alessandro Mauro Casini, mastro birraio

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Fra Umbria e Marche, nell’altopiano di Colfiorito, c’è una sorgente di acqua perenne a 800 metri sul livello del mare che sgorga incontaminata dalle viscere della terra, nella culla verdeggiante che restituì le tracce primitive dei Sapiens sull’Appennino. È l’acqua preziosa da cui è partita l’impresa del folignate Alessandro Mauro Casini, 38 anni, titolare del birrificio artigianale «Colfiorito». Una doppia sfida, la sua: trasformare quell’acqua in una birra d’eccellenza superando al contempo le proprie difficoltà sensoriali. Alessandro Mauro infatti è il primo mastro birraio italiano – ed europeo – non udente. Nello stabilimento colfioritano di via della Vaccagna, in provincia di Perugia, racchiude ogni giorno in ogni bottiglia talento, sperimentazione e determinazione. La comunicazione è l’ostacolo più grande: mantenere i contatti con il mondo degli udenti non è semplice. Eppure in soli 10 mesi di attività è riuscito, da solo, a produrre 10 tipi di birra, raggiungendo la capacità produttiva di 1.000 litri al mese. Lo ha fatto curando ogni ambito aziendale in totale autonomia: quello grafico e d’immagine, quello commerciale, quello produttivo e distributivo. La sua ultima creazione si chiama «Tramontana»; in ogni bicchiere delle sue birre c’è tutto il territorio di Colfiorito, come suggeriscono i nomi. «Tarabuso» è il raro volatile che nidifica nella vicina palude; «Plestia» è la fiorente città preromana dell’altopiano, oggi scomparsa. «Statale 77», «ColfioritIPA», «Aurora», «Palude», e «DiscoVolante »: i luoghi – e le suggestioni – di questa parte dell’Appennino hanno profumi, sapori e colori diversi. Anche grazie a ingredienti speciali, come il miele di mirto, l’avena e i ceci neri, da cui nasce l’«Invernale».

Ma come si può, partendo da una grave difficoltà uditiva, creare un lavoro e una storia di successo come la sua? «Tra i non udenti e gli udenti – risponde Alessandro Mauro, grazie a un’interprete LIS – c’è una forte diversità culturale; la persona non udente ha una profonda percezione di gusti e sapori, un’interpretazione particolare dei sensi; certe capacità sono più affinate e tutto questo viene trasferito nella birra». Comincia a lavorare in un’azienda come grafico, mestiere per il quale ha studiato. Otto anni fa il cambio: assunto in un birrificio di Assisi progetta il brand, il logo, le etichette dell’azienda. Da acuto osservatore comincia a interessarsi al procedimento di produzione. Una passione che cresce quando passa alle dipendenze di un’altra nota realtà del mondo brassicolo umbro, a Nocera Umbra. Qui emerge tutto il suo talento nell’ideare nuove formule; comincia a lavorare alla creazione della birra. Nel 2019 si specializza a Padova conseguendo le qualifiche di «Tecnico birraio» e poi di «Analista della birra». Un giacimento infinito di capacità e soprattutto tenacia, perché la scelta di avviare la sua attività è giunta in un periodo non facile, aprendo nel 2021 e investendo senza alcun tipo di sostegno esterno in un momento nerissimo.

Il contraccolpo dovuto alla pandemia, all’instabilità internazionale e alla crisi energetica: tutto questo non è bastato a fermarlo. Alessandro Mauro rivendica con grande orgoglio il suo appartenere alla comunità dei non udenti, tanto da aver voluto disegnare nel logo della sua azienda, che rappresenta un mastro birraio, una minuscola protesi acustica al suo orecchio. Si è impegnato in attività di divulgazione e formazione, come accaduto a Bologna, dove è stato chiamato più volte a fare la sua birra al «Bar senza nome», gestito da non udenti e in cui si ordina con la lingua dei segni. Il neonato birrificio «Colfiorito» è meta oggi di numerose degustazioni tra cui quelle dell’Ens (Ente Nazionale Sordi) nazionale e delle delegazioni territoriali di Perugia, Terni e Macerata. Ma anche di gruppi dal museo «La rete dell’Appennino » grazie alla narratrice LIS Isabella Piermarini e Laura Iovino. Inarrestabile, Casini sogna un futuro di inclusione per non udenti e ipoudenti da formare e occupare nel suo birrificio: l’obiettivo è arrivare a cinque dipendenti. A questo si unisce il sogno di chiudere la filiera produttiva, prendendo dalla coltivazione dei campi fertili di Colfiorito ciò di cui avrebbe bisogno e sostituendo progressivamente il luppolo, che oggi viene dagli Usa, e il lievito e il malto d’orzo, provenienti dal Belgio. «Qui la terra non manca e la vocazione agricola nemmeno», dice sorridendo. E basta guardarsi intorno, nel verde abbagliante della montagna folignate, per comprenderlo e sentire che vincerà anche questa scommessa.

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