venerdì 26 giugno 2020
Nella Business School vicentina entrano anche il Politecnico di Torino, La Sapienza di Roma e l’Università di Palermo
Villa Valmarana Morosini, sede di Cuoa Business School

Villa Valmarana Morosini, sede di Cuoa Business School - Archivio

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Dal 2015 a oggi Cuoa Business School ha intrapreso un percorso di crescita, segnando anno dopo anno risultati di esercizio particolarmente positivi, che si sono tradotti in un impegno e una propensione costanti agli investimenti sotto il profilo dell’innovazione didattica, metodologia e dell’orientamento al mercato. Il Consiglio Generale ha approvato il bilancio 2019 che si inserisce all’interno del progetto di sviluppo della Business School delineato dall’attuale governance, che vede al timone per il secondo mandato consecutivo il presidente Federico Visentin. I numeri del 2019 vedono un utile di esercizio di oltre 480mila euro, con un +3% dei ricavi.

«Il bilancio 2019 è una conferma della validità del nostro approccio – spiega Visentin –. Abbiamo costruito un progetto, che parte da un assunto fondamentale: siamo formatori e come tali abbiamo un ruolo sociale. Abbiamo scelto di lavorare sui nostri valori e di metterli a disposizione, ci siamo aperti al mercato, con proposte ed offerte innovative e al passo con i tempi. Ma soprattutto ci siamo messi a disposizione, con un team preparato in grado di seguire e accompagnare le persone fin dal primo contatto. Svolgiamo attività di orientamento professionale completamente gratuito, aiutiamo persone e aziende a compiere le scelte giuste per raggiungere i loro obiettivi, professionali e aziendali. Cerchiamo di essere utili e questo è l’aspetto che poi ci viene più riconosciuto».

La gestione economico-finanziaria è stata costantemente orientata all’utilizzo delle risorse per l’organizzazione, lo sviluppo delle attività e l’introduzione di innovazione costante, nei contenuti, nell’identificazione di nuovi settori di intervento in relazione alle esigenze del mercato, nelle metodologie e negli strumenti didattici. Lo sviluppo della scuola, per sua natura flessibile ed aperta, ha visto un importante investimento anche sotto il profilo del posizionamento del brand Cuoa nel settore dell’alta formazione. Cuoa si conferma ed è riconosciuta sempre più come punto di riferimento per la comunità imprenditoriale e manageriale, anche oltre i confini dei suoi territori di elezione. Ulteriore elemento importante è l’apertura della scuola a nuovi soci. Sono oltre 100 le aziende sostenitrici, che di anno in anno, riconoscono nel Cuoa il loro partner di riferimento per lo sviluppo del capitale umano. Dal 2019 è iniziato anche un percorso di apertura a nuove Università sostenitrici, con l’ingresso della Sissa di Trieste e della Libera Università di Bolzano. Con il Consiglio generale stato inoltre formalizzato l’ingresso di altri tre Atenei, il Politecnico di Torino, La Sapienza di Roma e l’Università degli Studi di Palermo, portando quindi a 12 il numero delle Università legate al Cuoa, costituendo un modello di grande originalità nel panorama italiano. «Ringrazio tutte le aziende e le Università sostenitrici della fiducia e del sostegno – continua Visentin – Insieme abbiamo cura di una istituzione che è cresciuta nelle proprie attività e nell’immagine presso la più ampia business community, non solo nazionale. È un patrimonio di grande valore che deve essere sostenuto e ulteriormente potenziato come bene prezioso per tutto il nostro sistema di riferimento, economico, imprenditoriale, culturale, sociale e istituzionale. L’ingresso dei tre Atenei di Torino, Roma e Palermo segna l’inizio di un nuovo e importante corso per la scuola, che è pronta a porsi come interlocutore qualificato e affidabile in tutto il territorio nazionale, a fianco di importanti realtà universitarie del nostro Paese, con l’obiettivo di creare una rete di qualità, un network universitario capace di lavorare in modo sinergico e coeso per lo sviluppo delle competenze, che sono il motore e la leva per il successo non solo delle organizzazioni, anche del Paese».

«L’idea di sviluppare a livello nazionale la collaborazione con altre Università italiane nasce dal desiderio di mettere a sistema “le eccellenze” – sottolinea Alberto Felice De Toni, direttore scientifico di Cuoa Business School –. Da un lato il Cuoa, Business School riconosciuta per il forte legame con le imprese, capace di esprimere nella sua offerta formativa la concretezza della dimensione imprenditoriale e manageriale, e dall’altro alcuni tra gli Atenei più importanti del nostro Paese: si tratta di un modello di rete a elevata capacità competitiva, distintiva, in grado di far emergere a livello anche internazionale, da un lato le intelligenze e i talenti coltivati nelle Università italiane, dall’altro le straordinarie doti imprenditoriali, manageriali, produttive e creative delle nostre imprese. È su questo assunto che nasce il progetto “University Network Business School”, una rete che vede le singole Università aderenti impegnate insieme al Cuoa nella creazione di Business Unit locali, capaci di erogare attività di alta formazione manageriale nella sede e nei territori di riferimento delle stesse Università».

Certamente il 2020 sarà un anno particolare, gli effetti del Covid-19 si sentiranno a lungo. Fin dall’inizio dell’emergenza, la scuola si è attivata per essere utile e fornire risposte: durante il lockdown sono stati realizzati oltre 30 webinar gratuiti, per un totale di più di 3mila partecipanti; è stato attivato anche un catalogo di corsi completamente online, che ha visto la partecipazione di oltre 200 allievi.

«Un ringraziamento particolare va ai nostri collaboratori – conclude Visentin - Hanno saputo con determinazione, competenza e passione affrontare e gestire una difficile situazione, confermando la capacità del Cuoa di esserci, di rispondere e supportare la comunità imprenditoriale e manageriale con puntualità e qualità.

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