sabato 21 febbraio 2009
Il governatore durante il Forex: «Ci aspettano due anni difficili». Al Governo chiede una riforma del mercato del lavoro. Replica del ministro Tremonti le attuali regole contabili: «Vanno abrogate».
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«Le ripercussioni sull'occupazione» della crisi economica «non si sono ancora pienamente manifestate». A dirlo è il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nel suo discorso al Forex in corso a Milano. Draghi aggiunge che «gli indicatori disponibili per i mesi più recenti prefigurano un netto deterioramento» sottolineando che «le imprese si attendono una flessione dell'occupazione nei prossimi mesi».Inoltre «in Italia gli indicatori degli ordinativi, delle giacenze di magazzino, dell'utilizzo della capacità produttiva, del mercato del lavoro segnalano tutti il protrarsi dell'andamento negativo dell'economia nei prossimi trimestri».Secondo Drghi bisogna ristabilire la fiducia nel sistema creditizio adottando regole più severe di vigilanza internazionale, ma al tempo stesso sostenere l'economia e le fasce economiche più deboli.Di fronte ad una una crisi di fiducia che è "«a più grave dal dopoguerra», dice il governatore, le fasce deboli rischiano di essere le più colpite dalla caduta della domanda: «Nel terzo trimestre2008 l'insieme dei lavoratori  a termine, interinali e a progetto sfiorava i tre milioni. Per circa quattro quinti di questi lavoratori - ha ricordato Draghi - il contratto giunge a scadenza entro un anno, su di loro grava un rischio particolare». Ma se le dimensioni del nostro debito pubblico inducono alla prudenza negli interventi di stimolo dell'economia, questi non devono trascurare nè il sostegno al consumo nè la capacità di crescita dell'economia nella componente di investimento.E se il governo - aggiunge Draghi- ha opportunamente esteso gli ammortizzatori sociali ai lavoratori atipici in via temporanea, resta l'esigenza di una riforma organica che «copra l'insieme dei lavoratori tutelandoli dal rischio della disoccupazione, favorendone il rientro nell'attività produttiva». Di fronte alla crisi le maggiori banche centrali hanno iniettato liquidità «in misura che non ha precedenti», e l'efficacia di queste misure può «fino a questo momento» essere valutata favorevolmente. Ma, osserva il governatore, «quando le condizioni macroeconomiche torneranno alla normalità la liquidità iniettata nell'economia dovrà essere prontamente riassorbita». È importante prevedere fin da oggi una «strategia di rientro», per assicurare efficacia alla strategia montaria, ancorare l'inflazione di lungo periodo, contrastare possibili bolle speculative. Nell'immediato è però necessario ricostruire la fiducia nel sistema finanziario, nella solidità delle banche e dei mercati: «alle banche - dice Draghi - si chiede chiarezza, prudenza, ma anche lalungimiranza necessaria per non far mancare il credito ai clienti meritevoli». Ma anche i governi sono chiamati «ad una pronta, forte azione per sostenere l'economia». «È l'occasione - secondo il governatore - per riforme di struttura che consentano al nostro paese di crescere di più e meglio in futuro. Non c'è motivo di farsi vincere dalla sfiducia».Tremonti. Sull'allarme del numero uno di Bankitalia arriva la replica di Tremonti. Che in una conferenza all'Aspen dice che «il governo ha da tempo gestito nei termini che poteva e doveva problema: pochi giorni fa abbiamo siglato con le Regioni un importante accordo sugli ammortizzatori sociali, siamo convinti di aver visto per tempo i fenomeni e di averli gestiti nel modo migliore».

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