venerdì 30 gennaio 2009
L'Istat registra un calo dell'occupazione nelle grandi imprese con più di 500 addetti: a novembre il 2,1%. È il più ampio dal 2002. In forte aumento il ricorso alla cassa integrazione.
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La crisi c'è e si fa sentire, e i primi a farne le spese sono i lavoratori. Nelle grandi imprese italiane cresce il ricorso alla cassa integrazione così come la disoccupazione. Secondo i dati Istat, il ricorso alla cassa integrazione è stato pari a novembre a 19,1 ore per mille ore lavorate, in aumento di 5,8 ore in termini congiunturali e di 11,5 ore in termini tendenziali. Tutti i settori ci hanno fatto i conti, nessuno escluso. Nell'industria le ore di Cig utilizzate sono state 48,7 per mille ore lavorate, con un aumento di 15,5 ore rispetto al mese di ottobre e di 29,8 rispetto a novembre 2007. Nei servizi, invece, le ore di cassa utilizzate sono risultate 2,2 ore per mille ore lavorate. Il ricorso alla Cig ha registrato un aumento di 0,9 ore in termini congiunturali e di 1,5 ore rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Occupazione in calo. Segnali allarmanti anche sul fronte dell'occupazione che ha segnato un calo dell'1% a novembre su base annua, al lordo della Cig, e del 2,1% al netto della cassa. Nei primi 11 mesi l'occupazione media è scesa dello 0,2% al lordo della Cig e dello 0,4% al netto. Rispetto al mese precedente invece la variazione è stata pari a -0,2% al lordo della Cig e a -0,6% al netto dei dipendenti in cassa integrazione. Il braccio di ferro sugli ammortizzatori sociali. Ed è braccio di ferro tra Governo e Regioni sui fondi per gli ammortizzatori sociali. L'esecutivo ha chiesto ieri un contributo di 2,6 miliardi di euro dei Fondi europei ma le Regioni temono che la cifra possa salire. La Cisl chiede che "il Governo emani in tempi strettissimi i provvedimenti attuativi sugli ammortizzatori sociali per ripartire le risorse previste (1,2 miliardi di euro) rispetto alle necessità delle Regioni". Mentre per l'Ugl i dati sull'occupazione e il ricorso alla Cig sono "l'ennesima dimostrazione della necessità di garantire risorse adeguate per gli ammortizzatori sociali e al contempo affrontare ilpotenziamento di politiche attive del lavoro". Male anche gli Usa. Peggiora lo scenario economico a livello internazionale: l'economia Usa è ufficialmente in recessione. Il Pil arretra del 3,8% nel quarto trimestre, segnando il calo più forte dal quasi 27 anni. Già nel trimestre precedente il Pil era sceso dello 0,5%. Tuttavia il dato è migliore della previsioni degli analisti che si aspettavano una discesa del 5,4%. Nuovo crollo dell'inflazione nell'Eurozona. Intanto nuovo crollo dell'inflazione, che nell'area euro scende all'1,1%, su base annua, in gennaio. Si tratta della prima stima pubblicata da Eurostat, che rappresenta un calo di mezzo punto rispetto all'1,6% del mese di dicembre. Continua invece a salire la disoccupazione. Secondo i dati diffusi da Eurostat a dicembre i senza lavoro hanno raggiunto l'8% rispetto al precedente 7,8%. Eurostat sottolinea che il dato di dicembre è il valore più alto da oltre 2 anni. A dicembre sono così quasi 12,5 milioni i disoccupati nell'area euro con una crescita di 1,39 milioni rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e 230 mila in più rispetto a novembre.
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