mercoledì 15 marzo 2023
Molto esposta sulle obbligazioni, svalutate a causa del rialzo dei tassi, la banca svizzera ha chiuso il 2022 con 7,3 miliardi di franchi di perdite e rischia di dovere essere ricapitalizzata
Uno schermo all'interno della Borsa di New York mostra l'andamento del titolo Credit Suisse

Uno schermo all'interno della Borsa di New York mostra l'andamento del titolo Credit Suisse - Ansa

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L’epicentro della paura per la tenuta del sistema bancario si è spostato dagli Stati Uniti all’Europa, dove dopo la caduta di lunedì e la risalita di martedì oggi le azioni delle banche stanno di nuovo trascinando verso il basso le Borse.

Al centro dell’allarme c’è la banca svizzera Credit Suisse, il cui titolo dopo diverse sospensioni al ribasso ora perde circa il 17%, a 1,86 franchi per azione. Dall’inizio del 2023 le azioni Credit Suisse hanno perso più del 35%.

Martedì la banca ha pubblicato il report sui conti dell’intero 2022, chiusi con una perdita di 7,3 miliardi di franchi svizzeri (pari a circa 7,5 miliardi di euro). Nel report la banca ammette che i controlli interni non hanno fatto una corretta valutazione dei rischi e il consiglio di amministrazione ha «concluso che questa sostanziale debolezza potrebbe comportare errori di saldi contabili o informazioni che si tradurrebbe in un materiale errore nel conto annuale del Credit Suisse che potenzialmente non verrebbe prevenuto o rilevato». Il report doveva essere pubblicato la settimana scorsa ma era stato rinviato su richiesta della Sec, la Consob americana, che avevo voluto chiarimenti.

La banca svizzera sta vivendo una situazione critica a causa del massiccio prelievo di denaro da parte dei clienti, che nel 2022 hanno ritirato 111 miliardi di franchi.

A scatenare le vendite oggi è stato l’intervento di Ammar Al Khudairy, presidente della Saudi National Bank (Snb), che è il primo azionista della banca svizzera, di cui ha comprato una quota del 9,88% lo scorso anno. Interrogato dall’agenzia Reuters sulla possibilità di partecipare a una ricapitalizzazione di Credit Suisse, Al Khudairy ha spiegato che non è possibile andare oltre al 10% per questioni regolatorie.

Lunedì Robert Kiyosaki, investitore e analista che nel 2008 è stato tra quelli a indicare i rischi provocati da Lehman Brothers, ha detto alla Fox che il problema delle banche oggi è il mercato obbligazionario e che «la prossima banca ad andarsene sarà Credit Suisse» a causa della sua eccessiva esposizione su obbligazioni che pagano rendimenti troppo bassi rispetto a quelle emesse negli ultimi mesi, dopo il rialzo dei tassi di Federal Reserve e Bce.

Gli analisti di Exane hanno scritto di aspettarsi come scenario più probabile un salvataggio di Credit Suisse da parte della Banca centrale svizzera del regolatore Finma.

La caduta di Credit Suisse si sta facendo sentire sulle Borse europee e a Wall Street. Anche in Italia i titoli delle banche sono in forte calo.





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