lunedì 15 gennaio 2018
Il progetto italiano, collegato alla piattaforma Charitystars, punta a far decollare la raccolta di fondi per progetti benefici
Ecco la cripovaluta della beneficenza
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Una criptovaluta nata per sostenere il terzo settore e incentivare il flusso delle donazioni. Nel mare, spesso agitato, delle monete virtuali spunta una iniziativa made in Italy che punta a coniugare la sicurezza della tecnologia con la voglia di partecipare a progetti benefici "certificati". Il debutto è stato promettente, circa 10 milioni di dollari raccolti in un mese, e tra pochissimo partirà la fase due: la Ico (initial coin offering), vale a dire il collocamento che ha come obiettivo mette in vendita altri 5 milioni di dollari di token (l’unità di valuta). La nuova moneta si chiama AidCoin e punta a sfruttare la trasparenza e la tracciabilità dell’infrastruttura alla base delle monete elettroniche, la blockchain, per incrementare le donazioni. Un collegamento tra questi due mondi che sinora nessuno aveva realizzato. Una nuova forma di finanza etica insomma.

Dietro questo ambizioso progetto c’è una starp up, anche in questo caso italiana, che si chiama CharityStars: una piattaforma che permette di raccogliere on-line fondi per iniziative specifiche che mettono all’asta incontri con personaggi famosi (che si tratti di campioni dello sport o di cantanti famosi) o oggetti di loro proprietà. Adesso si punta ad un salto di qualità, sfruttando appunto l’onda lunga delle criptovalute. Da sei mesi due dei fondatori di CharityStars, Domenico Gravagno e Francesco Nazaro Fusetti, hanno deciso di lanciare questa nuova iniziativa, convinti che si possa dare una spinta considerevole alla raccolta fondi. Quanto tutte le unità di valuta saranno collocate si potranno scambiare e utilizzare sul sito di CharityStars e al tempo stesso sulle tradizionali piattaforme di scambio del settore. A lungo raggio l’idea è quella di diventare una specie di hub per il terzo settore, costruendo uno strumento che consenta di seguire le proprie donazioni dal momento del pagamento sino alla spese reale, sul territorio, vicino o lontano che sia. Una sorta di beneficenza 2.0 realizzabile appunto grazie alla blockchain (la tecnologia alla base di tutte le criptovalute che registra e valida tutte le transazioni effettuate). Lo strumento tecnico per l’utente sarà AidChain, un explorer della blockchain Ethereum creato appositamente. A sostenere l’Ico sarà invece un intermediario finanziario svizzero svizzero, Bitcoin Suisse Ag.

Il progetto AidCoin è stato illustrato ieri a Milano presso il Talent Garden Calabiana. In particolare è stato messo l’accento sulle necessità di fare un piano di informazione mirato con una serie di eventi in quindici paesi, un roadshow che ultimamente ha coinvolto anche l’Asia, e forme di pubblicità sui siti specializzati. Ma è stato importante anche investire sulla sicurezza, per il rischio di hackeraggio. «Certo c’è una grande incognita su quanto questo mercato durerà ma per il momento rappresenta una grande occasione - ha sottolineato Francesco Nazari Fusetti -. Usa, Sud Corea e Cina sono i mercati più attivi ma anche in Europa le cose si stanno muovendo». Per mettersi al riparo da "crolli" è importante avere una presenza distribuita, vale a dire che i sottoscrittori siano numerosi e con poche quote. E far conoscere il più possibile il proprio prodotto. Anche perché la fioritura continua di nuove criptovalute rende difficile ai potenziali investitori un orientamento consapevole.

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