martedì 21 marzo 2023
Incrementate tutte le quote sul sistema nazionale: le famiglie e le imprese, specie quelle di minori dimensioni, ne hanno beneficiato maggiormente
Un momento del convegno

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Le banche di credito cooperativo sono sempre più centrali per lo sviluppo del territorio, a sostegno delle imprese e delle famiglie. «Non vi è proprio dubbio che il credito italiano ed europeo oggi è enormemente più solido di sei, sette o otto anni fa. Lo dicono i numeri, non è un giudizio soggettivo, sono dati oggettivi. La regolamentazione europea è stata stringente in questi anni e c'è stato un rigoroso rispetto da parte dei regolatori e da parte dei vigilati a una attenzione a tutte le parti del bilancio bancario». È quanto ha detto Mauro Pastore, direttore generale di Iccrea Banca, nel corso del convegno Ieri, oggi domani. Il ruolo del credito cooperativo al servizio del Paese, organizzato oggi a Roma dalla FederazioneLus-Lazio Umbria Sardegna Bcc-Credito cooperativo. Un'attenzione alla «solidità, attenzione ai coefficienti di liquidità, attenzione al rischio di credito, alla profittabilità. Quindi in questo momento il sistema bancario italiano ed europeo è senz'altro più solido e pronto ad affrontare le sfide». «Quella solidità - spiega Pastore - serve proprio a questo, cioè i momenti in cui c'è qualche shock, perché altrimenti i coefficienti di capitale come quelli che abbiamo, ci sembrerebbero eccessivi. In realtà ci stanno proprio perché debbono essere pronti a prevenire eventuali difficoltà temporanee». Inoltre è stato presentato il Rapporto scientifico sulle banche di credito cooperativo, realizzato dal Centro di ricerca sul credito cooperativo dell'Università Cattolica di Milano, che ha visto la partecipazione degli esponenti di tutto il sistema del credito cooperativo: FederCasse, Confcooperative, il Gruppo Bcc Iccrea, il Gruppo Cassa Centrale, Ips- Federazione Raiffeisen Alto Adige, le Federazioni locali e le 14 Bcc associate alla FederLus. A quasi sette anni dall'avvio della riforma del credito cooperativo, il nuovo assetto, partito nel 2019, ha permesso di rafforzare le banche, consolidare il settore e sviluppare significativamente l'attività creditizia. Negli ultimi anni, infatti, le Bcc, nonostante una fase storica di particolare complessità, hanno saputo adattarsi e reagire in maniera adeguata, senza snaturarsi e anzi rafforzando i loro tratti distintivi, quali la prossimità al territorio e il mutualismo, in un quadro di incremento di efficienza e sempre più adeguata patrimonializzazione: in particolare, la quota degli sportelli sul totale del sistema bancario è cresciuta dal 14% del 2013 al 19,6% del 2022, quella dei dipendenti, dal 10,2% al 10,7%; e il numero dei soci è cresciuto del 20% dal 2013 a oggi, raggiungendo quota 1,4 milioni. Il Rapporto ha esaminato il contributo delle Bcc allo sviluppo del territorio, analizzando, in particolare, l'evoluzione della raccolta, dei finanziamenti a famiglie e imprese, della redditività, della dotazione patrimoniale, così come dell'efficienza rispetto all'intero sistema bancario nazionale, nel quinquennio 2016-2022. È stato dimostrato come il credito cooperativo abbia incrementato tutte le sue quote sul sistema nazionale: le famiglie e le imprese, specie quelle di minori dimensioni, ne hanno beneficiato maggiormente grazie al forte radicamento territoriale delle Bcc che ne fa delle vere e proprie "banche di prossimità". Dal 2016 al 2022 la quota di depositi della clientela delle Bcc è cresciuta dall'8,89% al 9,82% dei depositi del sistema bancario italiano, a testimonianza della capacità delle Bcc di acquisire una quota crescente di depositi, in particolare per dalle microimprese (dal 16,8% al 17,37%). Per quanto riguarda i finanziamenti a famiglie e imprese, nel periodo considerato, il peso del credito cooperativo è in ascesa, dall'8,62% al 9,59%, con le quote maggiori fatte registrare dalle microimprese, passate dal 19,32% al 21,3%, con una percentuale doppia rispetto a quella delle imprese (10,5%), a ulteriore testimonianza del ruolo di prossimità esercitato dal credito cooperativo. Analizzando la distribuzione degli impieghi per settori di attività, a prevalere sono quelli delle Costruzioni, delle Attività manifatturiere e del Commercio, seguiti da Agricoltura e Alloggio e ristorazione, che a settembre 2022 rappresentano l'85% dei finanziamenti alle imprese, ossia una quota maggiore rispetto al sistema bancario per il quale, alla stessa data, tali cinque settori assommavano circa il 73% dei finanziamenti erogati alle imprese. Con riferimento agli impieghi, di particolare rilevanza le quote dei settori Agricoltura e Alloggi e ristorazione, dove la quota delle Bcc risulta doppia rispetto al sistema bancario (11,66% contro 5,44% e 10,18% contro 4,76%), a conferma della capillare presenza delle bcc in due settori nei quali la prossimità con la clientela di minori dimensioni costituisce un fattore distintivo. È stato anche esaminato il ruolo avuto dalle Bcc durante la pandemia da Covid-19, nell'assicurare il supporto finanziario e operativo nell'applicazione dei vari interventi pubblicati varati dal governo. Se nel periodo 2018-2022 il numero complessivo delle varie operazioni poste in essere con la clientela per supportare gli interventi pubblici è risultato pari a 370.862, il 90% di esse si è concentrata nel periodo marzo 2020-giugno 2022, dove quasi nove su dieci erano imprese piccole o micro. Con riferimento ai livelli di efficienza, si nota che nel caso delle Bcc a parità di incremento del Roe esse traggono maggiore beneficio in termini di efficienza rispetto alle altre banche; la maggiore dotazione patrimoniale produce un beneficio superiore sull'efficienza delle banche di credito cooperativo rispetto a quello delle altre banche. In particolare, il Roe delle Bcc è passato dal 3,53% del 2018 al 10,21% del 2022, a differenza del sistema bancario dove è salito dal 5,19% al 7,66; per i coefficienti patrimoniali, il Cet1 delle Bcc è passato dal 16,48% al 21,64%, a differenza del sistema bancario, dove è salito dal 13,3% al 14,8%; il Total Capital Ratio delle Bcc è passato dal 16,97% al 22,57%, quello bancario nazionale dal 16,2% al 18,5%.

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