giovedì 20 luglio 2017
La Guardia di Finanza ha chiesto alle autorità fiscali svizzere maggiori informazioni sulle polizze assicurative. La banca svizzera: per noi indagini chiuse
Credit Suisse Ag, la Gdf chiede i nomi di 9.953 beneficiari italiani
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La Guardia di Finanza ha chiesto alle autorità fiscali svizzere informazioni per capire gli effettivi beneficiari italiani delle polizze assicurative, tuttora non compiutamente identificati, di 9.953 posizioni finanziarie per un ammontare complessivo di 6,676 miliardi di euro, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano su Credit Suisse Ag. Lo dice una nota della Gdf in cui si spiega che la richiesta si avvale dei nuovi canali di cooperazione internazionale tra Italia e Svizzera.

Si tratta di un ultimo sviluppo dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Milano che ha portato al patteggiamento di Credit Suisse Ag ai sensi della legge 231 (sulla responsabilità degli enti per reati ascritti a propri funzionari) in relazione al reato di riciclaggio.

Le indagini, svolte in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate, hanno consentito di identificare finora i titolari di 3.297 posizioni (contenute in elenchi acquisiti nel corso dell'inchiesta). La maggior parte è stata destinataria di contestazioni degli uffici finanziari conclusasi con la riscossione, anche per effetto dell'adesione alla prima procedura di "voluntary disclosure", di circa 173 milioni di euro per imposte, sanzioni e interessi, aggiunge la nota.

Intanto la banca svizzera precisa che «il 14 dicembre 2016, le autorità giudiziarie italiane competenti hanno approvato l’accordo stipulato tra Credit Suisse e le autorità italiane a ottobre 2016». «L’approvazione della corte – sottolinea in una nota – ha sancito la conclusione delle indagini da parte delle autorità italiane relative alle attività cross-border italiane di Credit Suisse per il periodo che va dal 2008 al 2015. Credit Suisse ritiene chiuse le indagini da parte delle autorità italiane relative alle attività cross-border italiane di Credit Suisse».

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