venerdì 14 marzo 2014
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Un'accelerazione ai tagli alla spesa, con l'impegno a cercare subito più dei tre miliardi di risparmi già individuati, per realizzare il piano del calo dell'Irpef tasse. Con due indicazioni chiare: non si toccano welfare e pensioni; dopo il lavoro tecnico di Carlo Cottarelli, che potrebbe arrivare già la prossima settimana, le scelte e le decisioni saranno politiche, di Renzi e dei suoi ministri.Cartelline alla mano il supercommissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha illustrato al Governo il suo piano per tagliare la spesa, in modo crescente negli anni e "permanente" come vuole il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per rendere strutturali le coperture alle riforme dell'esecutivo. Chi ha partecipato all'incontro parla di una "sostanziale condivisione della situazione". L'aggettivo chiave sarà rapidità. Ci si è dati appuntamento tra una settima. I tempi sono molto stretti visto che ai risparmi di spesa è collegato il calo dell'Irpef. Renzi ha chiesto a Cottarelli di trovare più dei tre miliardi finora individuati, con un ulteriore sforzo che consenta di chiudere l'operazione.La logica dell'intervento è quella di una riorganizzazione della spesa, legata a grandi riforme istituzionali, più che quello di realizzare tagli. Di certo non si toccheranno lepensioni di 2.000-3.000 euro al mese e nemmeno i capitoli del welfare. Fatto un primo intenso lavoro di screening delle azioni possibili, la palla passa alla politica o, meglio, al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che a scanso di equivoci ha avocato a sé e a Palazzo Chigi (leggi il sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio) ogni responsabilità in materia.Nessun dubbio su questo anche nel corso della riunione del comitato. Cottarelli predisporrà la relazione tecnica, che dovrebbe arrivare sul tavolo collegiale già la prossima settimana. Poi la "sintesi politica", che ha anche il significato di responsabilità per un impegno non facile, spetterà al presidente del Consiglio con i suoi ministri. Non c'è alcuna intenzione del Governo - si apprende invece - di spostare a Palazzo Chigi la Ragioneria, che da sempre è uno degli organismi che valuta autonomamente l'impatto e la copertura delle norme che il governo e il Parlamento elaborano.Che a occuparsi dei tagli sarà lo stesso Renzi è invece apparso evidente sin da mercoledì. Cottarelli in un'audizione in Senato ha parlato di tre miliardi di risparmi possibili per quest'anno. Renzi poco dopo, al termine del Cdm, ha detto di voler contare su sette miliardi su base annua. Quella del commissario è stata definita una stima "prudenziale", ma ciò non toglie che evitare un intervento sulle pensioni potrebbe limaregli obiettivi di risparmio, rendendo più complesso il lavoro del supercommissario.Il tema pensioni è stato affrontato nel corso del comitato. Ed è ad ad alta densità politica e mediatica. Non a caso, anche al termine del Comitato interministeriale riunito a Palazzo Chigi nelle prime ore della mattinata, le bocche sono rimaste cucite. Cottarelli ha portato le sue proposte e il suo piano, delineato nei tempi previsti in 33 azioni: tagli agli stipendi dei manager, ai costi delle politica, alle auto blu, ai trasferimenti alle imprese, agli enti inutili, alle partecipate, agli affitti e alle sedi pubbliche. Tutte questioni in qualche modo già emerse e che ora sta al governo tradurre, se ritenute opportune, in proposte legislative. Nessuno dei partecipanti all'incontro (oltre a Delrio e Padoan anche i ministri Angelino Alfano, Marianna Madia, Maria Elena Boschi e i vice Enrico Morando e Gianpiero Bocci) ha voluto però in alcun modo commentare l'incontro con il commissario.Solo Maria Elena Boschi si è limitata a un laconico "stiamo lavorando", mentre Palazzo Chigi ha assicurato risultati già in tempi brevi, annunciando una nuova riunione del Comitato la prossima settimana e lasciando intendere dunque un'accelerazione dei lavori.
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